La versione greca dell'Iron Dome proteggerà innazitiutto l'arciipelago
La Grecia annuncia lo Scudo di Achille per difendersi dalla Turchia
Atene presenta una nuova dottrina di deterrenza che prevede lo schieramento di uno scudo missilistico nel Mar Egeo, Ankara non gradisce

Missile Patriot sparato in esercitazione, immagine di archivio. Foto Photos/George Calin via REUTERS
Una vera e propria bufera mediatica è stata provocata in seguito alla presentazione della nuova dottrina di deterrenza greca, denominata “Scudo di Achille”, annunciata pochi giorni fa e incentrata sul dispiegamento di sistemi missilistici nelle isole del Mar Egeo. Il piano è da intendersi come parte del progetto ReArm Europe 2030.
Il ministro della Difesa greco, Nikos Dendias, ha parlato di questa nuova strategia difensiva dicendo di voler «chiudere il Mar Egeo dalla terraferma», e innescando una violenta reazione da parte di Ankara. Dendias ha presentato i punti salienti del piano venerdì scorso, in occasione della conferenza “La Grecia in una prospettiva internazionale” ad Atene. Nelle sue dichiarazioni, pubblicate integralmente sul suo sito ufficiale, il ministro della Difesa greco ha chiarito che la Grecia sta abbandonando il modello tradizionale di «terraferma difesa dall’Esercito, mare difeso dalla Marina e cielo difeso dall’Aeronautica» per adottare una concezione di difesa multistrato.
Riguardo al Mar Egeo, ha specificato: «Abbiamo cambiato completamente dottrina, il Mar Egeo non sarà più difeso solo dalla Marina. Sarà protetto principalmente dall’artiglieria missilistica che sarà dispersa e mobile nelle centinaia, se non migliaia, di isole dell’Arcipelago. Chiuderemo il Mar Egeo dalla terraferma».
Riguardo al Mar Egeo, ha specificato: «Abbiamo cambiato completamente dottrina, il Mar Egeo non sarà più difeso solo dalla Marina. Sarà protetto principalmente dall’artiglieria missilistica che sarà dispersa e mobile nelle centinaia, se non migliaia, di isole dell’Arcipelago. Chiuderemo il Mar Egeo dalla terraferma».
Secondo Dendias, questo nuovo approccio consentirà alla Marina greca, e alle nuove fregate che entreranno in servizio nei prossimi anni, di operare liberamente senza essere vincolate a una zona ristretta del Mar Egeo. Le nuove fregate saranno armate con missili strategici capaci di colpire obiettivi a una distanza superiore ai 1.500 km, conferendo così alla Grecia un significativo potere di deterrenza.
Dendias si è poi rivolto direttamente alla minaccia rappresentata dalla Turchia: «La Grecia è membro […] della Nato – ha sottolineato il ministro della Difesa greco – ma la principale minaccia alla sua sicurezza» proviene proprio da una nazione che aderisce al Patto Atlantico. Dendias ha poi inviato un chiaro avvertimento a Ankara, precisando che la Grecia dispone di oltre un milione di droni Uav.
Dendias si è poi rivolto direttamente alla minaccia rappresentata dalla Turchia: «La Grecia è membro […] della Nato – ha sottolineato il ministro della Difesa greco – ma la principale minaccia alla sua sicurezza» proviene proprio da una nazione che aderisce al Patto Atlantico. Dendias ha poi inviato un chiaro avvertimento a Ankara, precisando che la Grecia dispone di oltre un milione di droni Uav.
Dendias ha inoltre rivelato che la Grecia sta sviluppando “Centavros”, un sistema di difesa anti-drone prodotto internamente e testato in condizioni reali di combattimento nel Mar Rosso. Il sistema, ha precisato, sarà installato su tutte le fregate greche e implementato anche a livello terrestre.
LA REAZIONE TURCA
La Testata TRHaber ha pubblicato un articolo in cui critica lo Scudo di Achille, Cnn Turk ha presentato la notizia come un evento capace di alterare l’equilibrio di potere nel Mar Egeo, altri organi di stampa hanno definito le dichiarazioni di Dendias una minaccia palese alla Turchia.
Le dichiarazioni di Dendias gelano i rapporti Grecia-Turchia dopo un periodo di distensione; il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis si erano infatti incontrati ben sei volte nel giro di pochi anni, e avevano persino firmato la Dichiarazione di Atene per rafforzare le relazioni di “buon vicinato”.
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