Lo dimostrano diverse immagini satellitari
Il regime cinese trasforma le isole del Mar Cinese Meridionale in centrali di spionaggio
Negli ultimi anni il regime cinese ha trasformato le isole artificiali del Mar Cinese Meridionale in vere e proprie basi militari finalizzate allo spionaggio e alla guerra elettronica

Soldati cinesi alla parata militare per celebrare l'80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, a Pechino, Cina, 3 settembre 2025. Foto: REUTERS/Maxim Shemetov/Foto d'archivio
Negli ultimi anni il regime cinese ha trasformato le isole artificiali del Mar Cinese Meridionale in vere e proprie basi militari finalizzate allo spionaggio e alla guerra elettronica. Lo dimostrano le immagini satellitari pubblicate il 2 dicembre dall’Asia Maritime Transparency Initiative del Center for Strategic and International Studies. Secondo l’analisi condotta dal centro, nelle isole artificiali Spratly, sono presenti «nuove strutture probabilmente destinate a ospitare attrezzature mobili di guerra elettronica. E nemmeno le scogliere Fiery Cross, Mischief e Subi Reef fanno eccezione».
Una delle funzioni principali delle basi cinesi, quindi, è «garantire un livello di spionaggio, intelligence e ricognizione senza precedenti in tutto il Mar Cinese Meridionale». Dalle isole artificiali il regime comunista cinese potrà captare comunicazioni radio, telefoniche e segnali radar nemici oltre che identificare navi, aerei e missili in tempo reale. In pratica è come se il regime cinese avesse piazzato un enorme radar e una gigantesca antenna spia al centro del mare più trafficato del mondo.
Rispetto al 2022 le immagini satellitari mostrano una vera e propria escalation. Tra il 2023 e il 2024 sono infatti comparse almeno sei nuove antenne puntate verso il mare aperto, oltre a diversi veicoli militari equipaggiati con apparati di rilevamento e comunicazione. Secondo gli analisti, questi mezzi trasportano i cosiddetti dispositivi “jamming”, cioè degli apparati capaci di disturbare e creare interferenze a radar, droni e missili nemici.
Non solo, lungo il perimetro della Mischief Reef sono stati fotografati diversi mezzi militari che gli esperti ritengono possano ospitare artiglieria, lanciarazzi e sistemi antimissile pronti a entrare in azione in pochi minuti. In parole povere, le isole della dittatura comunista cinese non sono più solo piste e porti. Sono diventate stazioni di ascolto, disturbo e attacco che permettono al regime di vedere, sentire e, all’occorrenza, “accecare” chiunque si muova nel Mar Cinese Meridionale.







