Il Parlamento europeo contro il prelievo forzato di organi in Cina

di Redazione ETI
14 Novembre 2025 16:20 Aggiornato: 14 Novembre 2025 16:20

Un fronte internazionale di parlamentari provenienti da 28 paesi si è unito nell’impegno di promuovere leggi che impediscano ogni forma di complicità nel prelievo forzato di organi in Cina, un crimine ormai riconosciuto come una delle pratiche più aberranti del regime comunista. A renderlo noto è stata l’Inter-Parliamentary Alliance on China, con una nota stampa diffusa il 12 novembre.

Nel corso della loro quinta assemblea annuale, svoltasi a Bruxelles l’8 novembre, i delegati hanno confermato la volontà di agire contro questo grave crimine contro i diritti umani, affrontando anche temi come Tibet, Taiwan e le tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Tra i punti fondamentali, la condanna netta delle traffico di organi gestito dalla dittatura comunista cinese e la promozione di misure concrete per contrastare questo aberrante crimine.

Gli eurodeputati e i rappresentanti di diversi parlamenti hanno affermato di voler sostenere «una legislazione che elimini questa orribile pratica e eviti ogni coinvolgimento da parte di individui, istituzioni o governi». Tra gli strumenti chiesti: divieto del “turismo dei trapianti” verso la Cina, sanzioni contro i responsabili, trasparenza nelle procedure di prelievo e restrizioni alle collaborazioni in campo medico con la Repubblica Popolare Cinese.

Il prelievo forzato di organi costituisce un crimine perpetrato dal Partito comunista cinese da oltre vent’anni, che principalmente colpisce prigionieri di coscienza. La testimonianze indicano che questo atroce crimine – che prevede l’omicidio del prigioniero di coscienza a cui si toglie l’organo da trapiantare – esista nella Cina comunista sin dagli anni ’90, ma che la sua portata sia aumentata esponenzialmente a partire dai primi anni 2000, in concomitanza con l’inizio della brutale persecuzione dei praticanti della via di coltivazione spirituale del Falun Gong, rendendoli le vittime principali di questo orribile crimine, di cui sono però vittime anche gli Uiguri.

Sempre più nazioni stanno adottando diverse contromisure per impedire ai propri cittadini di recarsi in Cina per ricevere trapianti di organi (cosiddetto “turismo degli organi”) comprati  sul mercato nero attraverso la complicità di medici occidentali. Nel 2022 il Regno Unito ha approvato una legge che vieta di acquistare, vendere o facilitare transazioni di organi umani in qualsiasi parte del mondo. Anche negli Stati Uniti sono stati approvati due progetti di legge, la “Falun Gong Protection Act” e la “Stop Forced Organ Harvesting Act”, entrambi finalizzati a bloccare questa pratica criminale.

In Italia, nel 2016 l’allora senatore Maurizio Romani è stato promotore di una proposta di legge mirata a contrastare il traffico illecito di organi umani destinati al trapianto, con l’obiettivo di modificare il codice penale e la legge 1 aprile 1999, n. 91, introducendo una specifica fattispecie di reato per il traffico di organi prelevati da persone viventi. è stato introdotto nel codice penale un nuovo articolo che punisce specificamente il commercio e il traffico degli organi umani, con particolare attenzione agli organi prelevati da persone viventi. Da allora, legge italiana stabilisce sanzioni penali severe per chiunque acquisti, venda o faciliti transazioni di organi, anche se avvenute all’estero o attraverso intermediari. Viene inoltre regolamentata in modo stringente la donazione di organi, sottolineando come debba essere del tutto volontaria, informata e senza alcun compenso economico.

 

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