L'Ia terreno di scontro fra Usa e Ue
Antitrust Ue apre un’indagine contro Meta su WhatsApp
Il nuovo regolamento di WhatsApp riguardante l'utilizzo di Intelligenza artificiale è sotto indagine della Commissione Europea. L'accusa di Bruxelles è di violazione delle norme Ue sulla concorrenza

Il logo di Meta in un'immagine di archivio.
Photo: Dado Ruvic/Reuters
La Commissione Europea ha avviato un’indagine antitrust contro Meta. L’obiettivo è stabilire se il nuovo regolamento della società, che limita l’utilizzo degli strumenti di Intelligenza Artificiale di altre aziende su WhatsApp, sia in violazione delle norme sulla concorrenza dell’Unione Europea. La notizia è stata resa pubblica in un comunicato diffuso il 4 dicembre. La Commissione Europea ha l’autorità per imporre una multa fino al 10% del fatturato totale di un’azienda se si scopre che l’entità ha violato le regole della concorrenza. Ciò potrebbe ammontare a più di 16 miliardi di dollari, dato che Meta ha registrato ricavi superiori a 164 miliardi di dollari lo scorso anno.
A ottobre, WhatsApp, di proprietà di Meta, ha aggiornato i suoi termini d’uso, limitando l’accesso a sviluppatori e fornitori di strumenti Ia di terze parti a WhatsApp Business Solutions, uno strumento che consente alle aziende di comunicare con gli utenti. «La Commissione è preoccupata che tale nuova politica possa impedire ai fornitori di Ia terzi di offrire i loro servizi tramite WhatsApp nello Spazio Economico Europeo», si legge nel comunicato. Il servizio Meta Ai rimarrebbe comunque accessibile agli utenti sulla piattaforma. Le nuove condizioni entreranno in vigore il 15 gennaio 2026 per i fornitori già presenti su WhatsApp, mentre per i nuovi sviluppatori, iscritti alla piattaforma dopo il 15 ottobre, l’aggiornamento è già disponibile e aderiranno alle nuove regole fin dall’inizio.
La Commissione ha affermato che diversi fornitori di Ia offrono l’accesso ad assistenti virtuali tramite WhatsApp, consentendo agli utenti di utilizzare tali strumenti per una varietà di scopi, tra cui la generazione di contenuti. Di conseguenza, questi fornitori sarebbero danneggiati dalla nuova regolamentazione.
«I mercati dell’Ia sono in piena espansione in Europa e non solo. Dobbiamo garantire che i cittadini e le imprese europee possano beneficiare pienamente di questa rivoluzione tecnologica e agire per impedire che le aziende digitali dominanti abusino del loro potere per escludere i concorrenti», ha dichiarato Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva dell’Ue per la transizione pulita, giusta e competitiva. «Questo è il motivo per cui stiamo indagando se la nuova politica di Meta possa essere non conforme alle regole della concorrenza e se sia necessario agire rapidamente per prevenire qualsiasi possibile danno irreparabile alla concorrenza nello spazio dell’Ia».
Un portavoce di WhatsApp ha definito le accuse prive di fondamento, aggiungendo che l’emergere dei chatbot sulle sue piattaforme aveva messo a «dura prova» i suoi sistemi.
Le aziende che operano su WhatsApp hanno già avvisato gli utenti delle nuove regole di Meta. «A causa di un cambiamento nella politica e nei termini di WhatsApp, ChatGPT non sarà più disponibile su WhatsApp dopo il 15 gennaio 2026» ha dichiarato OpenAi in un post del 21 ottobre. A novembre è arrivato anche l’annuncio di Microsoft, che tramite le medesime parole riferiva l’addio di Copilot dalla piattaforma.
Le aziende che operano su WhatsApp hanno già avvisato gli utenti delle nuove regole di Meta. «A causa di un cambiamento nella politica e nei termini di WhatsApp, ChatGPT non sarà più disponibile su WhatsApp dopo il 15 gennaio 2026» ha dichiarato OpenAi in un post del 21 ottobre. A novembre è arrivato anche l’annuncio di Microsoft, che tramite le medesime parole riferiva l’addio di Copilot dalla piattaforma.
La startup spagnola Luzia, che afferma di avere più di 85 milioni di utenti a livello mondiale, ha anche presentato un reclamo all’organo antitrust dell’Ue. «Negli ultimi mesi, abbiamo investito molto nella crescita della nostra app e della versione web, ma WhatsApp rimane un canale chiave per la scoperta e l’accesso», ha affermato Pablo Delgado, responsabile brand e comunicazioni di Luzia. «Se questa politica rimarrà in vigore, quella possibilità si chiuderà per milioni di utenti e molte aziende che ne dipendono».
L’indagine della Commissione sulle politiche di WhatsApp e le multe che rischia Meta seguono le numerose altre sanzioni imposte a diverse aziende tecnologiche statunitensi, inclusa la stessa Meta. Ad aprile, Apple è stata sanzionata per 500 milioni di euro, mentre l’azienda di Zuckerberg per 200 milioni di euro, a causa della limitazione della scelta offerta ai clienti e per aver violato il Digital Markets Act dell’Ue. A settembre, la Commissione ha imposto una multa di 3 miliardi e 500 milioni di dollari a Google per turbativa della concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria.
Le multe dell’Ue alle aziende tecnologiche statunitensi sono un punto di conflitto tra l’Ue e l’amministrazione Trump, che ha preannunciato il blocco contro qualsiasi azione sleale che influenzi le imprese americane. In un post del 6 settembre su Truth, Trump ha infatti definito le multe molto ingiuste e ha affermato che la sua amministrazione non consentirà che queste azioni discriminatorie rimangano in piedi, ventilando di voler imporre dazi in risposta a pratiche commerciali estere che lesive degli interessi americani.







