Continua il braccio di ferro tra Twitter e il Ny Post per l’inchiesta su Hunter Biden

Di Jack Phillips

Twitter non ha ancora sbloccato l’account del New York Post dopo che la testata ha pubblicato alcune notizie scottanti su Hunter Biden, il figlio dell’ex vicepresidente Joe Biden.

Emma-Jo Morris, una giornalista di politica del giornale, ha scritto che ormai da quattro giorni Twitter blocca «l’accesso all’account del Post, a meno che non ci autocensuriamo». E anche un editorialista del giornale, Sohrab Ahmari, ha confermato il blocco dell’account.

Nel frattempo, la campagna di Biden ha contestato alcune delle accuse, mentre Biden ha dichiarato nel fine settimana che si tratta di una «campagna diffamatoria».

Dal canto suo, Ahmari ha scritto sul proprio account Twitter: «Sono passati quattro giorni da quando il Post ha pubblicato il primo articolo sui file di Hunter, e né Joe né Hunter hanno contestato un singolo fatto sostanziale. La cosa più semplice che potrebbero fare è dire: “Quel portatile non è nostro, Hunter non ha inviato e ricevuto quelle e-mail”. Ma non l’hanno fatto». Il giornalista si riferiva al fatto che l’inchiesta del New York Post è basata su alcuni file ed email rinvenute in un MacBook Pro presumibilmente appartenuto a Hunter Biden.

Quel che è certo è che al pomeriggio del 19 ottobre, l’ultimo tweet del New York Post risale al 14 ottobre, data di pubblicazione del primo scoop sui Biden.

Un portavoce di Twitter ha riferito a Fox News nel fine settimana che il Post «è stato informato di quanto è necessario fare per sbloccare il proprio account».

Ad ogni modo, sia Twitter che Facebook sono state aspramente criticate questa settimana per aver censurato il primo articolo dell’inchiesta del New York Post su Hunter Biden; Twitter ne ha completamente bloccato la condivisione, mentre Facebook ha scelto di limitarne la diffusione in attesa di un fact-checking.

L’articolo, basato sulle email sopracitate, cita alcune conversazioni tra Hunter Biden – figlio del candidato democratico alla presidenza Joe Biden – e un consulente di un’azienda energetica ucraina. Peraltro, l’operato di Hunter Biden presso la Burisma Holdings, una società ucraina di gas fondata da un oligarca a lungo accusato da funzionari ucraini di corruzione, era al centro del processo di impeachment del presidente Donald Trump, iniziato l’anno scorso.

Inizialmente Twitter ha dichiarato che gli articoli del giornale violavano la sua politica sui materiali hackerati. Ma il Ny Post ha contestato le affermazioni della società affermando che «le informazioni contenute nell’articolo provengono da dati estrapolati da un portatile MacBook Pro che secondo il proprietario di un negozio di riparazioni del Delaware gli è stato consegnato nell’aprile del 2019, per poi non essere mai più ritirato».

Il 16 ottobre Twitter ha aggiornato la sua politica, scrivendo: «Il nostro lavoro per limitare la diffusione di informazioni fuorvianti va oltre le elezioni. A partire da oggi, prima di fare Retweet o Quote Tweet di un qualsiasi Tweet che infrange le nostre regole sulle informazioni fuorvianti, vedrete comparire un avviso».

Tuttavia, Twitter ha scritto in una dichiarazione al Post: «Anche se abbiamo aggiornato la politica, non cambiamo le regole retroattivamente. Dovrete comunque cancellare i Tweet per riottenere l’accesso al vostro account».

Non sorprende dunque che il presidente Donald Trump e altri importanti repubblicani stiano ora accusando Twitter di censura e interferenze elettorali.

Per ora il comportamento dei due giganti dei social ha spinto la Commissione giudiziaria del Senato americano ad annunciare che voterà per citare in giudizio l’amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey per presunta interferenza elettorale in favore della candidatura di Biden.

Il giorno dopo, il Comitato Nazionale Repubblicano ha presentato un reclamo alla Commissione Elettorale Federale contro Twitter e Dorsey, sostenendo che la censura online dell’articolo del Post sui rapporti commerciali di Hunter Biden è un «contributo politico aziendale illegale» alla campagna di Biden.

Inoltre, Trump e altri parlamentari del Partito Repubblicano hanno dichiarato che, ai sensi della sezione 230 del Communications Decency Act, Twitter dovrebbe essere considerato un normale editore e come tale essere soggetto a cause legali per i contenuti pubblicati.

Dal canto suo, il portavoce della campagna di Biden, Andrew Bates, la settimana scorsa ha riferito alla stampa che Biden ha «attuato la politica ufficiale degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina e non ha commesso alcun illecito», e che alcuni «funzionari del governo Trump hanno confermato questi fatti sotto giuramento».

 

Articolo in inglese: Twitter Won’t Unlock NY Post Account Until Hunter Biden Posts Deleted

 
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