Trump segue le orme di Reagan nella lotta al comunismo

Di Emel Akan

Nel 30esimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino, il presidente americano Donald Trump ha dato prova di voler portare avanti la lotta contro il comunismo condotta dal presidente Reagan.

Il 7 novembre, in un messaggio ufficiale per commemorare le vittime del comunismo, Trump ha citato il memorabile discorso pronunciato da Reagan nel giugno del 1987 a Berlino, quando ha spronato l’allora leader dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev ad «abbattere questo muro».

La politica di Reagan ha contribuito enormemente al crollo del muro di Berlino nel 1989, allo sradicamento del comunismo nell’Europa centrale e orientale e, infine, alla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991.

Trump ha dichiarato che 30 anni fa i tedeschi hanno trasformato «le parole di Reagan in un’azione epocale, abbattendo un simbolo del totalitarismo e inviando al mondo intero il messaggio che la democrazia e lo Stato di diritto trionferanno sempre sull’oppressione e la tirannia».

Nel 2017, l’amministrazione Trump ha reso il 7 novembre la giornata nazionale per commemorare le vittime del comunismo: in quell’occasione coincideva anche con il centenario della rivoluzione bolscevica. Quest’anno, invece, il 9 novembre ha segnato il 30esimo anniversario della caduta del muro di Berlino.

Nel suo messaggio, il presidente ha definito «il comunismo come una sfida attuale, e non semplicemente come un fatto storico», proprio come ha sottolineato anche Marion Smith, direttore esecutivo della Victims of Communism Memorial Foundation. Secondo lui, sia Reagan che Trump «hanno evidenziato il collegamento tra l’ideologia del marxismo-comunismo e le violazioni sistematiche dei diritti umani».

«Il presidente Trump è stato molto chiaro nell’identificare questa ideologia – marxismo, comunismo, socialismo – come una cosa di cui bisogna parlare e tentare di evitarne la diffusione. Recentemente ha ribadito questo concetto anche difronte alle Nazioni Unite».
All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre, Trump ha infatti messo in guardia i leader mondiali sullo «spettro del socialismo», definendolo una delle sfide più serie che le nazioni devono affrontare al giorno d’oggi.

Roger Robinson, ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Reagan, nonché presidente e amministratore delegato del Rwr Advisory Group, un’organizzazione che monitora gli investimenti cinesi in tutto il mondo, ha dichiarato che si possono trarre diverse lezioni dalle politiche adottate dal presidente Reagan.

Egli ritiene che attualmente la Cina comunista rappresenti una minaccia ideologica per gli Stati Uniti, così come l’Unione Sovietica in passato. A tal proposito ha aggiunto: «È utile ricordare il ruolo svolto dall’economia e dalla finanza nella crollo dell’Unione Sovietica».
Secondo Robinson, Reagan «ha stretto la presa sui punti vitali» del regime sovietico, limitandone i «flussi di valuta». Dal suo punto di vista è stata proprio questa la strategia più efficace, ed ha aggiunto che pressioni simili potrebbero essere applicate oggi anche a Pechino, per risolvere le questioni dei diritti umani e della sicurezza nazionale.

Le storie dei sopravvissuti

In occasione della Giornata nazionale per le vittime del comunismo, Trump ha ospitato alla Casa Bianca cinque sopravvissuti dei regimi comunisti e ha ascoltato le loro storie. Marion Smith, che ha partecipato all’incontro, ha dichiarato che «è stato un grande incontro, personale e molto intimo».

I sopravvissuti al comunismo parlano con la stampa dopo aver incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca di Washington, in occasione della Giornata Nazionale per le Vittime del Comunismo il 7 novembre 2019. (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP tramite Getty Images)

Il 7 novembre le vittime – che in passato hanno vissuto sotto i regimi comunisti di Polonia, Vietnam, Cuba, Venezuela e Corea del Nord – hanno parlato in privato con Trump per circa 30 minuti, presso la Casa Bianca.

Come Reagan – ha dichiarato Smith – Trump sembrava essere sinceramente interessato ad ascoltare le storie personali delle persone che hanno sofferto sotto le dittature comuniste: «Penso che sia stato toccato da ognuna di queste».

Uno dei sopravvissuti presenti alla Casa Bianca era una profuga nordcoreana di nome Grace Jo. Insieme alla madre e alla sorella maggiore, è riuscita a fuggire negli Stati Uniti nel 2006. Il padre di Grace era stato ucciso dal regime, mentre i suoi tre fratelli sono morti di fame e stenti.

Dopo l’incontro con Trump ha dichiarato ai giornalisti: «Dopo essere arrivata in America, ho imparato come si può vivere da esseri umani».

Un’altra vittima del comunismo, Sirley Avilo Leon, ha detto ai giornalisti di essere sopravvissuta a un tentativo di assassinio da parte del regime di Castro nel 2015. In quell’occasione è stata attaccata con un machete: come risultato ha perso un braccio e anche le sue gambe sono state ferite.
Avilo Leon ha dichiarato inoltre di sentirsi una vittima dell’amministrazione Obama, per via delle concessioni fatte alla dittatura cubana.

All’incontro era presente anche il venezuelano Daniel Di Martino, che ha raccontato ai giornalisti come il regime abbia confiscato il distributore di benzina della sua famiglia in Venezuela. E di come il reddito della sua famiglia sia sceso fino a 2 dollari al giorno da diverse migliaia di dollari al mese a causa dell’iperinflazione, del controllo dei prezzi e delle nazionalizzazioni.

Di Martino ha dichiarato: «È buono avere un presidente che riconosce per quello che sono le sofferenze che stanno patendo le persone di tutto il mondo che vivono nei Paesi socialisti. Non penso che gli Stati Uniti abbiano mai sperimentato qualcosa di simile».

 

La caduta del muro fisico che ha diviso Berlino Est da Berlino Ovest, dal 1961 al 1989, ha segnato la fine della guerra fredda e il trionfo della libertà sul comunismo. Oggi, tuttavia, 1 persona su 5 nel mondo vive ancora sotto una dittatura comunista.

Secondo Smith le storie dei sopravvissuti hanno reso molto chiaro che «la stessa oppressione che ha avuto luogo nei regimi comunisti nel XX secolo sta continuando anche nel XXI secolo».

 

Articolo in inglese: Trump Follows in Reagan’s Footsteps in Confronting Communism

Per saperne di più:

 
Articoli correlati