Trump minaccia «sanzioni molto pesanti» nei confronti della Turchia

Di Marco Tistarelli

A fronte delle accuse secondo cui la Turchia starebbe commettendo «crimini di guerra» nella Siria settentrionale, il presidente Donald Trump ha dichiarato domenica di aver preso in considerazione «sanzioni molto pesanti» per risolvere la questione.

Il presidente americano si è confrontato con il senatore Lindsey Graham e altri membri del Congresso sulla possibilità di sanzionare la Turchia. Il Dipartimento del Tesoro statunitense «è pronto a varare» le sanzioni e «potrebbero arrivare anche altri provvedimenti – ha affermato Trump – C’è un ampio consenso a riguardo. La Turchia ha chiesto che non si faccia nulla. Staremo a vedere!».

In un precedente tweet, il presidente degli Stati Uniti aveva ricordato che la Turchia e i Curdi stanno combattendo ormai da lungo tempo, e che la Turchia considera il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, anche noto come Pkk, come il «peggior terrorista al mondo».
Con un altro tweet, il miliardario ha precisato: «Può darsi che altri vogliano intervenire e schierarsi da una parte o dall’altra. Che facciano pure! Noi stiamo osservando la situazione con grande attenzione. È una guerra senza fine!»; ha poi aggiunto: «le guerre senza fine devono finire!».

Questa serie di commenti è giunta a seguito dei commenti del segretario della Difesa Mark Esper, che ha sottolineato come la Turchia stia molto probabilmente commettendo crimini di guerra in quella regione.

Il fumo sopra la città siriana di Tel Abyad, osservata dalla città turca di Akcakale, provincia di Sanliurfa, Turchia, il 10 ottobre 2019. (Murad Sezer/Reuters)

«Si tratta di una situazione veramente terribile, una situazione provocata dai turchi. Nonostante la nostra opposizione, hanno deciso di operare questa incursione», ha affermato il segretario della Difesa.

Alcune persone si affacciano al balcone di un condominio che è stato danneggiato da un razzo lanciato dalla Siria, nella città di Nusaybin in Turchia, il 10 ottobre 2019. (Sertac Kayar/Reuters)

Esper ha inoltre confermato che circa mille soldati statunitensi verranno ritirati dalla Siria settentrionale: «La Turchia ha realizzato questa azione nonostante tutte le nostre rimostranze e avvertimenti. Stiamo agendo nell’interesse dei nostri soldati per non esporli a una situazione pericolosa».

Nel frattempo, la Casa Bianca ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno 50 milioni di dollari in aiuti per favorire la stabilità in Siria. Secondo il comunicato ufficiale della Casa Bianca, «questi fondi serviranno a fornire aiuti emergenziali alle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, alla società civile, e a coloro che sostengono i tentativi di riconciliazione e aiutano direttamente le vittime delle minoranze etniche e religiose di questo conflitto».

«Speriamo che anche i partner regionali e internazionali continuino a dare il proprio contributo», ha proseguito il comunicato; «garantire la libertà e la sicurezza delle minoranze etniche e religiose rimane una delle priorità di questo governo».

Dall’altra parte, durante il fine settimana, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che le sanzioni e l’embargo delle armi non fermeranno l’offensiva della Turchia in Siria: «Dopo aver iniziato la nostra operazione, abbiamo subito minacce di sanzioni economiche e embarghi sulla vendita delle armi. Coloro che pensano che la Turchia possa fare marcia in dietro a fronte di tali minacce si sbagliano di grosso».

Giovedì 10 ottobre, Francia e Germania hanno annunciato l’embargo nei confronti della Tuchia, e anche il neo ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio, ha fatto altrettanto nel pomeriggio di domenica 13 ottobre.

 

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