Trump avverte l’Iran: «Non minacciate più gli Usa o ne pagherete le conseguenze»

Il presidente Usa Donald Trump ha minacciato l’Iran di conseguenze «che pochi hanno subito nella storia», qualora avesse continuato a minacciare gli Stati Uniti.

Le sue parole, pubblicate a tarda notte in caratteri maiuscoli per mezzo di Twitter, sono arrivate poche ore dopo che il presidente iraniano Hassan Rouhani aveva dichiarato che le politiche di ostilità verso Tehran avrebbero potuto scatenare ‘la madre di tutte le guerre’.

Attualmente l’Iran deve far fronte all’aumento della pressione da parte degli Usa e al rischio di nuove sanzioni, da quando Trump ha deciso di far ritirare gli Stati Uniti dall’accordo internazionale del 2015 sul programma nucleare iraniano.

Nel suo messaggio diretto a Rouhani, Trump ha scritto: «Non minacciate mai più gli Stati Uniti o rischiate di patire conseguenze che pochi hanno subito nella storia. Il nostro Paese d’ora in avanti non tollererà più le vostre folli parole di violenza e morte. State attenti!»

Precedentemente, nella giornata di domenica, Rouhani aveva dichiarato davanti a una riunione di diplomatici iraniani: «Mister Trump, non giocare con la coda del leone, o questo ti causerà solo rimpianti. L’America dovrebbe sapere che la pace con l’Iran è la madre di tutte le paci, e che la guerra con l’Iran sarebbe la madre di tutte le guerre».

Ad ogni modo Rouhani ha lasciata aperta la speranza di una pace tra i due Paesi, i quali sono in contrapposizione dalla Rivoluzione islamica del 1979. Il presidente iraniano ha poi ridicolizzato la minaccia di Trump di ostacolare le esportazioni di petrolio iraniane, sostenendo che l’Iran ha una posizione dominante nel Golfo e nello Stretto di Hormuz, una delle principali vie marittime per il commercio del petrolio.

Tornando alle controversie diplomatiche imperversate il 22 luglio, secondo l’Isna un veterano dell’élite del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica avrebbe reagito alle minacce di Trump affermando che Tehran dovrebbe continuare a opporsi ai propri nemici: «Non abbandoneremo mai le nostre idee rivoluzionarie […] resisteremo alle pressioni dei nemici […] l’America non vuole altro che la distruzione dell’Iran, ma Trump non può fare un bel niente contro l’Iran».

Più tardi, nel pomeriggio di domenica, il Segretario di Stato Mike Pompeo ha paragonato la leadership dell’Iran a un’associazione mafiosa e ha garantito un imprecisato sostegno ai cittadini iraniani che sono insoddisfatti del proprio governo.

L’agenzia di stampa Tansim ha scritto che Tehran ha denunciato il discorso di Pompeo come un’interferenza negli affari interni iraniani. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Bahram Qasemi ha infatti dichiarato: «Una tale politica renderà solamente più uniti gli iraniani, che sventeranno i complotti contro il loro Paese».

A fronte del malcontento della popolazione, dell’economia vacillante, dei problemi monetari e della prospettiva di nuove pesanti sanzioni Usa, i leader iraniani hanno invocato l’«unità».

LA QUESTIONE PETROLIFERA

La minaccia apparente di Rouhani di bloccare le petroliere provenienti dai Paesi limitrofi è stata in realtà una reazione agli sforzi operati da Washington affinché tutti i Paesi cessassero di acquistare il greggio iraniano.

Infatti Washington inizialmente aveva pianificato di tagliare l’Iran fuori dal mercato petrolifero globale dopo aver rotto l’accordo sul nucleare, chiedendo a tutti i Paesi di non comprare più il greggio iraniano a partire da novembre.
In seguito gli Stati Uniti hanno in qualche modo abbassato i toni, affermando che potrebbero esserci delle deroghe per quanto riguarda alcuni dei Paesi alleati particolarmente dipendenti dal petrolio iraniano.

Per questo l’Iran ha minacciato di bloccare il passaggio delle petroliere che transitano per lo Stretto di Hormuz, qualora alcuni Paesi, in seguito alle pressioni Usa, smettessero effettivamente di acquistare il petrolio iraniano.

Articolo in inglese: Trump Tells Iran ‘Never, Ever Threaten’ US or Suffer Consequences

 
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