Stretta dell’amministrazione Trump, negato il visto ai membri del Partito Comunista

Niente visto per i membri del Partito Comunista. Venerdì i servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti (Uscis) hanno messo in chiaro quello che già si sospettava sulle ‘pagine’ del sito Epoch Times.

La nota dell’Uscis riporta: «In generale, salvo eccezioni, qualsiasi aspirante immigrato che sia un membro o affiliato del Partito Comunista o di qualsiasi altro partito totalitario (o di un suo ramo o di un suo affiliato), nazionale o estero, è inammissibile negli Stati Uniti»

Le persone con appartenenza o affiliazione al partito comunista o ad altri partiti totalitari, infatti, sono ritenute incompatibili con il giuramento di fedeltà degli Stati Uniti d’America, che include l’impegno a «sostenere e difendere la Costituzione e le leggi degli Stati Uniti».

L’avviso non ha annunciato alcuna nuova politica sull’immigrazione, ma suggerisce che l’amministrazione Trump potrebbe intraprendere azioni più severe per far rispettare le politiche già in vigore.

La norma si basa su una serie di leggi approvate dal Congresso statunitense tra la prima guerra mondiale e gli anni ’50, secondo cui qualsiasi straniero che è stato membro o affiliato di un partito comunista o di qualsiasi altro partito totalitario è «inammissibile» per l’immigrazione negli Stati Uniti.

La legge prevede esenzioni per gli stranieri la cui appartenenza o affiliazione sia stata involontaria, in vigore esclusivamente quando avevano meno di 16 anni, operata in automatico dalla legge, o attuata «allo scopo di ottenere un lavoro, razioni alimentari o altri elementi essenziali della vita».

Inoltre, gli stranieri che hanno annullato la loro iscrizione o affiliazione almeno cinque anni prima della data della domanda e si sono mostrati «attivamente contrari alla dottrina, al programma, ai principi e all’ideologia» durante quei cinque anni, possono anche loro essere esenti dallo status di inammissibilità.

Ci si può aspettare che i membri del Partito Comunista Cinese (Pcc), il più grande partito comunista al mondo, siano i principali bersagli dalla nuova politica.

La nota è stata pubblicata circa due settimane dopo che i funzionari della dogana statunitense hanno negato l’ingresso a un cittadino cinese all’aeroporto metropolitano di Detroit, rispedendolo poi in Cina. All’uomo, che all’epoca era titolare di un visto di viaggio di 10 anni per gli Stati Uniti, non è stata fornita una motivazione ma il suo avvocato credeva già allora che il visto gli fosse stato negato perché membro del Pcc.

All’uomo, che ha mantenuto la sua appartenenza al Pcc per paura di perdere i suoi benefici pensionistici, era stato anche precedentemente negato un visto di immigrazione per gli Stati Uniti. Il suo visto di viaggio negli Stati Uniti di 10 anni, invece, è stato poi annullato.

L’avvocato ha affermato che l’uomo soddisfava i criteri per l’immigrazione sotto altri aspetti e gli ha consigliato di lasciare il Partito prima di presentare nuovamente domanda.

A settembre, il dipartimento di Stato ha dichiarato di aver revocato oltre 1.000 visti a cittadini cinesi legati all’esercito cinese.

I dati ufficiali pubblicati dal regime mostrano che in Cina ci sono più di 90 milioni di membri del Partito. Tuttavia, dopo la pubblicazione dei Nove Commentari sul Partito Comunista, un libro che descrive in dettaglio la storia repressiva del Pcc, è nato un grande movimento per dimettersi dal Partito e dalle sue organizzazioni affiliate.

Secondo i dati pubblicati dal Centro globale Tuidang, a partire dal 2004, quando sono stati pubblicati i Nove Commentari, oltre 364 milioni di cinesi hanno lasciato il Pcc e le sue due organizzazioni collegate: la Lega della Gioventù Comunista Cinese e i Giovani Pionieri della Cina.

Il direttore Yi Rong spiega che il centro rilascia un certificato a coloro che hanno lasciato il Partito, come prova della loro rinuncia alle sue organizzazioni. E questo certificato è accettato dall’agenzia americana per l’immigrazione.

 

Il libro «Nove Commentari sul Partito Comunista» è stato pubblicato dall’edizione in lingua cinese di Epoch Times che sponsorizza anche il movimento per dimettersi dal Pcc.

Articolo in inglese: Trump Administration Signals Tougher Action to Bar Communist Party Members From Immigrating to US

 
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