C’è una soluzione alla pandemia: prendere le distanze dal vero virus, il Pcc

Negli ultimi 70 anni il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha causato la morte di oltre 80 milioni di cinesi, ha represso nel sangue tutte le libertà individuali più fondamentali del popolo cinese e la sua cultura millenaria, sotto l’effigie del ‘grandioso’ progetto comunista. L’ultimo suo flagello, questa volta lasciato all’umanità intera, è il ‘nuovo coronavirus’ di Wuhan, ormai anche noto come il virus del Pcc. Infatti l’insabbiamento dell’epidemia da parte del regime comunista ha fatto sì che il virus potesse diffondersi liberamente in tutta la Cina e quindi nel resto del mondo.

Prima dell’insediamento del Pcc tuttavia, la Cina era una cultura profondamente spirituale, e si credeva fermamente che il bene venisse ricompensato con il bene, e il male fatto retribuito con il male. Questo è osservabile anche nella nostra cultura odierna: vivendo in mezzo alla società, ognuno ha quello che si merita dalle proprie azioni. Normalmente, infatti, gli sforzi vengono ricompensati, magari con una buona posizione lavorativa, e i crimini puniti, per esempio con la reclusione. Anche se non si è credenti, insomma, l’esistenza di conseguenze per le proprie azioni, nel bene o nel male, è un fatto riscontrabile a livello pratico nella vita di tutti i giorni.

Dalla rivoluzione culturale ad opera del Pcc però, chiunque la pensasse così veniva etichettato come un ‘superstizioso’, un’etichetta finalizzata al mantenimento del controllo e del potere. In un regime totalitario, infatti, si priva l’individuo di qualsiasi iniziativa, perché deve essere lo Stato a decidere per lui tutto quello che deve e non deve avere. L’individuo non deve accorgersi di essere libero e non deve rendersi conto che il proprio destino è in realtà nelle sue stesse mani, a seconda della qualità delle sue scelte, del suo comportamento e delle sue azioni. Se se ne accorgesse, porterebbe alla fine del regime totalitario stesso. In realtà è proprio vero che ognuno raccoglie quello che semina.

La preoccupazione più grande, tuttavia, nel caso specifico del Pcc, è che diversi Paesi e regioni, attratti dagli interessi economici, hanno stretto relazioni e addirittura sostenuto attivamente il Partito Comunista Cinese, unendosi in qualche modo o supportando indirettamente quelle sue stesse malefatte. Ma allo stesso tempo, c’è anche una speranza: quei Paesi o quelle aree che hanno abbandonato il regime cinese al proprio triste destino, sembrano essere rimasti pressoché immuni al ‘virus del Pcc’.

Il Focolaio di New York

Fino al 27 aprile, stando ai dati forniti dalla Johns Hopkins University, sono 967 mila i casi confermati negli Stati Uniti e 55 mila i decessi. Ma il virus non si è diffuso in maniera uniforme: il numero dei casi confermati nel solo Stato di New York corrisponde a un terzo del dato nazionale, mentre il numero dei decessi è pari alla metà del totale.

Da quando il presidente Richard Nixon ha visitato la Cina nel 1972, gli Stati Uniti hanno fornito al Pcc diverse forme di sostegno in campo politico, militare, diplomatico, economica, finanziario, educativo, scientifico e tecnologico.

Più tardi, quando gli Stati Uniti hanno aiutato la Cina a diventare membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, hanno dato al Pcc libero accesso alla comunità internazionale e fatto sì che enormi quantità di ricchezza occidentale venissero trasferite in Cina, rendendola la «fabbrica del mondo».

Molti circoli politici e think tank americani ritengono che gli Stati Uniti abbiano aiutato la Cina e arricchito il Pcc. La rivalutazione di quale sia il giusto atteggiamento da mantenere nei confronti del Pcc e i conseguenti cambiamenti politici sono avvenuti solo negli ultimi anni.

Senza l’aiuto degli Stati Uniti, senza l’aiuto delle più svariate multinazionali, dei giganti della tecnologia e dei grandi gruppi finanziari, il Pcc non avrebbe potuto passare così rapidamente dall’essere un regime sull’orlo del collasso economico ad essere una grande potenza capace di contrapporsi agli Stati Uniti.

Essendo la metropoli per eccellenza, New York City è il centro globale dell’economia, della finanza, del commercio e dei media mondiali. È anche la sede centrale delle Nazioni Unite e ha una grande influenza sulla politica globale, l’istruzione e il mondo dell’intrattenimento. Proprio per via di questo suo status speciale e della sua importanza, la città di New York ha svolto un ruolo cruciale nell’aiutare il Pcc a realizzare i suoi progetti e a portare avanti i suoi interessi.

Wall Street, che rappresenta il centro finanziario dell’America, ha ‘trasfuso sangue’ al Pcc per molti anni ed è diventato il finanziatore dietro le quinte che aiuta il regime comunista cinese a prolungare la sua vita.

Attraverso la sua infiltrazione nell’economia, nella finanza, nel commercio, nel mondo della stampa, della cultura, dell’istruzione, nella comunità cinese-americana e in altri campi, il Pcc ha costantemente incanalato ricchezze e tecnologie verso la Cina. Mentre esporta la sua ideologia e le violazioni dei diritti umani nel mondo, il Pcc sta cercando di impadronirsi della leadership mondiale.

Dal punto di vista citato prima, sono proprio questi i motivi per cui il virus del Pcc si è potuto diffondere così capillarmente nella città di New York.

La terribile situazione dell’Iran

Il Pcc considera l’Iran un ottimo alleato. Sebbene le cifre ufficiali dell’epidemia iraniana non siano così elevate come quelle di altri Paesi, gli esperti ritengono che il reale numero dei casi e dei decessi in Iran sia molto superiore a quanto dichiarato ufficialmente.
Come il Pcc, infatti, il regime autoritario iraniano ha probabilmente nascosto la vera portata dell’epidemia allo scopo di «mantenere l’ordine sociale».

Tuttavia, è noto che diversi importanti funzionari iraniani sono morti a causa del virus e che molti altri sono stati contagiati, incluso il primo vicepresidente iraniano e il vice ministro della Sanità.

Il Pcc sostiene l’Iran da decenni con aiuti economici e militari. Il regime comunista ha persino fornito all’Iran tecnologie cruciali nel campo del nucleare, per consentire al regime islamico di costituire una minaccia per i Paesi democratici.

Negli ultimi dieci anni, il Pcc ha effettuato grandi investimenti in Iran, diventando il principale partner commerciale del Paese. Il regime comunista ha peraltro apertamente violato le sanzioni internazionali imposte all’Iran importando grandi quantità di petrolio.

Nell’ambito della Nuova Via della Seta, che è stata avviata dal Pcc nel 2013 allo scopo di estendere la propria egemonia in tutto il mondo, l’Iran rappresenta un importante nodo geografico e strategico, un punto di contatto tra Europa, Asia e Africa.

L’Europa

Secondo i dati ufficiali, la Spagna è il Paese con il più alto numero di contagi rispetto al numero di abitanti (466 ogni 100 mila abitanti), con oltre 225 mila casi totali confermati e 23 mila decessi. Ben tre parenti stretti del premier Pedro Sanchez sono stati contagiati dal virus, come anche il vice primo ministro.

La pesante ondata epidemica è stato interpretata da alcuni come un pesante avvertimento per la Spagna: le politiche filocomuniste del governo hanno gettato sciagura sul Paese. La Spagna è stata di fatto il primo Paese europeo a mostrare un atteggiamento amichevole verso il Pcc dopo il massacro di piazza Tiananmen del 4 giugno 1989.

Dopo essersi insediato nel 2018, Sanchez ha deciso di rafforzare le relazioni con il Pcc: non solo ha riconfermato la «partnership strategica» con il regime cinese, ma il premier ha anche lodato pubblicamente e in diverse occasioni l’iniziativa della Nuova Via della Seta. Più recentemente, mentre il Pcc veniva criticato da diversi Paesi per aver nascosto l’epidemia, Sanchez ha ripetutamente manifestato sostegno nei confronti del regime.

L’Italia è il Paese più colpito in Europa. La ragione profonda per cui il virus del Pcc si è diffuso così tanto nel Bel Paese è probabilmente da ricercare nelle intime relazioni tra il governo italiano e il Pcc. L’Italia ha infatti una storia pluridecennale di relazioni diplomatiche con il regime cinese, che però negli ultimi 2 anni sono diventate più strette che mai.

Nonostante l’opposizione dei suoi alleati storici, il governo italiano ha scelto di suggellare uno speciale memorandum di intesa con il Pcc nel marzo del 2019 al fine di «rafforzare la partnership strategica», in occasione della visita di Xi Jinping a Roma. In quella occasione l’Italia è diventata il primo Paese del G-7 ad aderire alla Nuova Via della Seta.

Ad oggi sono 74 le città italiane gemellate con città della Cina comunista, tra cui Milano, Venezia e Bergamo. Peraltro la Lombardia, la regione più colpita dal virus, è la regione italiana maggiormente legata da un punto di vista economico alla Cina.

Recentemente il sottosegretario al Ministero degli Esteri Ivan Scalfarotto ha parlato al Foglio di «sottomissione al dragone» e di «connubio politico» con il regime comunista. Secondo l’Onorevole Andrea Del Mastro, infatti, l’Italia non ha avuto il coraggio di condannare le repressioni cinesi a Hong Kong per via dei rapporti sotterranei che legano sempre più il Bel Paese al governo cinese; una dittatura sanguinaria che ancora oggi continua ad arrestare, torturare, uccidere e sottrarre gli organi ai cittadini innocenti, i cosiddetti prigionieri di coscienza.

Ora, anche Francia, Regno Unito e Germania sono alle prese con la pandemia. Le persone stanno pagando un duro prezzo, e persino il primo ministro britannico è stato vittima del contagio.

Un dato che accomuna tutti questi Paesi è che negli ultimi anni hanno tutti mantenuto un atteggiamento di ingenuità e accondiscendenza nei confronti del Pcc. Un chiaro esempio è rappresentato dalla vicenda del 5G di Huawei, il gigante delle telecomunicazioni che il regime comunista intende usare per infiltrarsi in tutto il mondo. Infatti, recentemente il Regno Unito, la Francia e la Germania hanno ignorato gli avvertimenti delle proprie intelligence e degli Stati Uniti, dando il via libera, seppur parziale, a Huawei.

In questi Paesi, le diverse regioni maggiormente colpite dall’epidemia sono tutte particolarmente legate al Partito Comunista Cinese: l’area di Londra nel Regno Unito, il dipartimento di Oise in Francia e la Renania Settentrionale in Germania.

Mentre la pandemia si aggira per il mondo, l’esperienza dei Paesi europei suona come un campanello d’allarme per l’umanità.

I Paesi limitrofi alla Cina

La diffusione del virus nelle zone circostanti la Cina continentale mostra, ancora più chiaramente, la relazione tra l’epidemia e il Pcc.

Il Giappone, la Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan sono tutti Paesi molto vicini alla Cina continentale. Ma il numero dei contagi a Hong Kong e Taiwan è molto inferiore rispetto al Giappone e alla Corea del Sud. La chiave per comprendere questa differenza sta nell’atteggiamento che questi Paesi hanno mantenuto nei confronti del Pcc.

Attualmente, sia il Giappone che la Corea hanno oltre 10 mila casi confermati. Mentre a Hong Kong e Taiwan, sebbene entrambi abbiano molte relazioni economiche e commerciali con la Cina continentale, il numero dei casi confermati è rispettivamente di soli 1.037 a Hong Kong e di 429 a Taiwan. Nello specifico, i primi casi confermati a Hong Kong erano persone provenienti dalla Cina continentale, tra cui diversi agenti della polizia antisommossa e funzionari governativi. Mentre, a Taiwan gran parte dei casi confermati sono persone provenienti dall’estero.

Dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche con il regime cinese nel 1992, la Corea del Sud ha gradualmente rafforzato le sue relazioni economiche e commerciali con il Pcc. Da quando l’attuale governo è salito al potere, si è avvicinato al Pcc e ha aumentato gli investimenti bilaterali.
Tuttavia, le cose poi sono cambiate drasticamente in coincidenza con il lancio di una petizione nazionale per chiedere l’impeachment del premier Moon Jae-In per la sua gestione della pandemia; il testo della petizione afferma che il premier ha dato la priorità agli interessi economici e alle relazioni con il Pcc rispetto alla protezione del popolo coreano. Ebbene, già all’inizio di marzo la petizione aveva raccolto oltre 1 milione e mezzo di firme. Da allora il numero dei nuovi contagi è crollato drasticamente e l’epidemia sembra essere perfettamente sotto controllo, con il numero totale delle vittime che ammonta oggi ad appena 247 decessi.

Il rapporto tra il governo giapponese e il Pcc invece non è dei più amichevoli, ma negli ultimi anni un gran numero di aziende giapponesi ha investito in Cina, mettendo il proprio destino nelle mani del Pcc e trasferendo risorse vitali. Il Giappone ha stabilito oltre 256 relazioni amichevoli a livello provinciale e comunale con il Pcc. Tra questi, Hokkaido, Tokyo, la prefettura di Aichi, la prefettura di Kochi e altre aree colpite dal virus del Pcc.

D’altra parte, sebbene Hong Kong e Taiwan abbiano relazioni economiche e commerciali estremamente forti con la Cina continentale, i cittadini di Hong Kong e Taiwan non sono stati accecati dagli interessi economici. Nel 2019, la popolazione di Hong Kong ha organizzato grandi proteste per opporsi al controllo del Pcc, rischiando addirittura la vita per opporsi a quello che considerano il più malvagio dei regimi.

La brutale repressione delle proteste di Hong Kong ha messo a nudo il vero volto del Pcc e ha risvegliato la coscienza del popolo taiwanese. Le elezioni di gennaio a Taiwan hanno dimostrato la determinazione della popolazione a mantenere le distanze dal Pcc, anche se in realtà Taiwan è sin dalla sua fondazione un Paese fortemente anticomunista.

Oggi a Taiwan la gente non è costretta in quarantena nelle proprie case e l’economia non è stata bloccata, eppure il numero di infezioni e di morti rimane tra i più bassi al mondo. La chiave del successo di Taiwan risiede nella sua diffidenza nei confronti del Pcc e nel suo rifiuto di seguire ciecamente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si è rivelata essere sotto il diretto controllo del Pcc.

La situazione dell’epidemia a Hong Kong e Taiwan svela quale sia la chiave per respingere la pandemia del virus del Pcc: comprendere la natura malvagia del Pcc e prendere le distanze da quello che, come scritto nei Nove Commentari sul Partito Comunista, è l’ultimo rappresentante dello «Spettro malvagio» del comunismo.

 

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