Solo mandarino nelle scuole, si ribellano i cittadini di etnia mongola

Furiose le proteste scoppiate nella Mongolia Interna (Cina), dove una nuova politica statale ha imposto la graduale eliminazione del mongolo come lingua d’insegnamento, consentendo l’uso del solo mandarino.

Nelle ultime due settimane, decine di migliaia di studenti sono usciti dalla classe e si sono rifiutati di tornarci, mentre gli adulti hanno inscenato proteste all’aperto.

Inoltre, mentre le autorità monitoravano gli studenti ed esercitavano pressioni sui genitori per costringere i figli a tornare in classe, dai documenti del governo locale è trapelato l’ordine di sedare le proteste.

Gli studenti mongoli protestano per il diritto di essere educati in lingua mongola. (Schermata)

Secondo la stampa, almeno quattro residenti locali si sono suicidati per protestare contro la decisione di abolire il mongolo dalle scuole. Nel frattempo, Radio Free Asia ha ottenuto documenti che dimostrano che tutto il personale degli uffici o delle scuole del governo della Mongolia Interna è stato spinto a mandare i propri figli a scuola prima del 7 settembre. In caso contrario, le autorità avrebbero smesso di pagare a questo personale gli stipendi e l’indennità. Il personale non conforme avrebbe anche dovuto «auto-riesaminare le proprie colpe».

Il 5 settembre, il governo di Plain Blue Banner (noto anche come Shuluun Huh Banner) nella Xilingol League – una delle 12 regioni amministrative della Mongolia Interna – ha annunciato la sospensione di due funzionari che non sostenevano la politica dell’obbligo di utilizzo della lingua cinese. Il post è stato rapidamente rimosso, ma gli utenti di internet hanno salvato lo screenshot e lo hanno condiviso online.

Liste dei ricercati

La Mongolia interna si trova nella Cina centro-settentrionale, con 25 milioni e 340 mila abitanti alla fine del 2018. Il 19,12 per cento di essi (circa 4 milioni e 800 mila) è di etnia mongola.
Il mandarino è il dialetto ufficiale e la lingua parlata dalla maggioranza dell’etnia cinese Han, mentre i mongoli hanno la loro lingua parlata e scritta. La nuova politica linguistica ha suscitato il timore che l’identità culturale dei mongoli venga gradualmente cancellata, come il regime sta tentando di fare con i tibetani e le etnie dello Xinjiang.

Il 26 agosto, il dipartimento dell’istruzione della Mongolia Interna ha emanato un regolamento che impone agli studenti delle scuole elementari e medie della regione di usare libri di testo in lingua cinese standardizzati a partire dal primo settembre.

Dopo che sono scoppiate le proteste, la polizia locale ha emesso delle liste di ricercati, cercando informazioni sulle persone che hanno partecipato alle manifestazioni. La polizia del distretto di Horqin nella città di Tongliao, ha promesso un premio di 1.000 yuan (circa 123 euro) agli informatori.

E il 6 settembre, la polizia del distretto di Linhe nella città di Bayannur ha annunciato di aver arrestato cinque cittadini mongoli che hanno usato l’app di messaggistica WeChat per incoraggiare gli studenti a protestare.

I mongoli protestano presso il Ministero degli Affari Esteri di Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, contro il piano della Cina di introdurre classi di solo mandarino nelle scuole della vicina provincia cinese della Mongolia Interna, 31 agosto 2020. (BYAMBASUREN BYAMBA-OCHIRAFP tramite Getty Images)

Nomin, un attivista mongolo con sede negli Stati Uniti, ha riferito a Radio Free Asia che da Tongliao e Ordos, oltre 200 persone sono state arrestate.

Anche lo staff di un giornale locale, gestito dallo Stato e di lingua mongola, ha protestato contro questa politica. Un video virale ha mostrato lo staff della Radio e della Televisione della Mongolia Interna che firmava un foglio con i propri nomi e poneva le proprie impronte digitali lungo il contorno di un cerchio, un metodo popolare per evitare che un singolo nome spicchi e che venga individuato come leader. Nella stanza, hanno appeso un dipinto calligrafico che recita: «I media del Partito [comunista, ndr] portano il cognome del Partito».

Documenti trapelati

I documenti che Epoch Times ha recentemente ottenuto sono stati emessi dal governo del comune di Xiangshan a Jarud Banner, Tongliao, dal 24 agosto al 3 settembre. Si tratta di rapporti giornalieri sugli studenti di etnia mongola locale, e riportano dettagliatamente quanti studenti mongoli vivono in ogni villaggio, se studiano in una scuola di lingua prevalentemente mongola, quanti insegnanti locali hanno visitato quel giorno, e così via.

Un documento del 26 agosto dice che i funzionari dovrebbero «mantenere la sicurezza pubblica [un eufemismo per sopprimere il dissenso, ndr], controllare il sistema educativo e l’opinione pubblica, e promuovere la propaganda» sulla politica linguistica.

In caso di protesta, la polizia deve essere sul posto il prima possibile, secondo le indicazioni. Se i manifestanti sono più di 100, il governo deve inviare le forze dei dipartimenti di «gestione urbana» e «applicazione della legge». Gli insegnanti delle scuole affini devono sostenere la polizia e gli organizzatori delle proteste devono essere arrestati.

In un documento del 27 agosto si afferma che un funzionario del governo della città sarebbe stato assegnato a ciascuno dei 25 villaggi locali, con il compito di convincere gli studenti a tornare a scuola. I funzionari del governo, gli insegnanti delle scuole e i funzionari della comunità devono parlare a tutte le famiglie mongole del villaggio una per una e riferire il loro atteggiamento nei confronti dell’educazione in lingua cinese.

Inoltre, i funzionari devono monitorare le conversazioni degli abitanti del villaggio sulle proteste e sulle piattaforme dei social media, come WeChat, Weibo e così via. «Dovete controllare rigorosamente l’opinione pubblica e riferire immediatamente non appena trovate qualcosa di sbagliato».

Sebbene i mongoli di etnia mongola costituiscano una parte considerevole della popolazione locale, solo una piccola percentuale degli istruttori scolastici è in grado di parlare o capire la lingua mongola. In un documento del 27 agosto, le autorità del comune hanno dichiarato che in una scuola media locale, solo 28 dei 48 insegnanti sono mongoli, con solo cinque che sanno parlare la lingua mongola. In una scuola elementare locale, 33 insegnanti su 131 sono mongoli, e solo uno di loro era in grado di capire e parlare la lingua mongola.

 

Articolo in inglese: Inner Mongolia Authorities Ordered to Suppress Protests as Locals Oppose Mandarin-Only Lessons

 
Articoli correlati