La situazione del Covid in Svezia, nessun lockdown nonostante la diffusione del virus

Di Marco D'Ippolito

Atmosfera serena, nessuna mascherina nelle strade, attività commerciali aperte come sempre, compresi bar e ristoranti, e per quanto incredibile possa apparire, nessuna mascherina neanche nei mezzi pubblici e in tutti i locali al chiuso. Non si tratta di un video ‘registrato prima del Dpcm’, ma di Stoccolma, la grande e popolosa capitale della Svezia.

Non è che in Svezia i casi di Covid-19 non stiano aumentando con l’avanzare dell’autunno, piuttosto le autorità sanitarie e il governo hanno puntato tutto sulla responsabilità individuale, almeno finora. Il primo segnale divergente da questo approccio è arrivato solo il 16 novembre, quando il premier svedese Stefan Lofven ha annunciato che a partire dal 24 novembre saranno vietati per 4 settimane gli assembramenti di oltre 8 persone.

Ma l’epidemiologo di Stato Nils Anders Tegnell, uno dei principali fautori del cosiddetto approccio svedese al Covid-19, ha chiarito a Reuters il 14 novembre – nel mezzo di forti pressioni da parte della stampa e della comunità medica – che nonostante l’aumento dei casi, la Svezia non intende fare dietrofront: «Continueremo su questa strada. È così che lavoriamo in Svezia»

Di fatto, il Paese ha adottato una strategia diversa rispetto a gran parte dei governi europei, sin da marzo, e non ha mai cambiato rotta. Il loro approccio si basa sul rafforzamento del sistema sanitario e sulla responsabilizzazione dei cittadini, che sono stati incoraggiati a lavarsi spesso le mani, a praticare il distanziamento sociale, ad evitare viaggi non necessari, e ove possibile a lavorare da casa, mentre agli ultrasettantenni è stato consigliato di rimanere in casa il più possibile; il tutto senza alcun obbligo. Una delle poche restrizioni imposte sinora dal governo riguarda gli eventi e i raduni pubblici, che da aprile sono generalmente limitati a un numero massimo di 50 persone. Le scuole secondarie superiori operano online dall’inizio della pandemia, mentre le primarie e le secondarie inferiori sono rimaste sempre aperte, senza alcuna interruzione.

L’approccio svedese si basa in parte sulla premessa espressa in aprile dal primo ministro Lofven: «Questa crisi continuerà a lungo. Sarà dura. Ma la nostra società è forte. Se tutti si assumono le proprie responsabilità, insieme la supereremo». Da allora, il Paese è stato aspramente criticato da medici e grandi testate giornalistiche internazionali, che hanno accusato il governo svedese di non tutelare a sufficienza la salute dei suoi cittadini; mentre per lo stesso motivo la Svezia è diventata un punto di riferimento per tutte quelle persone che guardano con scetticismo ai lockdown.

Il dottor Tegnell, epidemiologo di fama internazionale, ha sempre manifestato un misto tra fermezza e umiltà nel suo rifiuto di adottare severe restrizioni alla libertà dei cittadini svedesi. Durante un’intervista con la Bbc, Tegnell ha ribadito che si tratta di un’emergenza senza precedenti, per cui «nessuno può essere veramente certo di averla presa nel senso giusto». Ma secondo lui, le misure più lineari adottate dalla Svezia – che non sono mai variate dall’inizio dell’emergenza – hanno indubbiamente diversi vantaggi rispetto a lockdown e restrizioni altalenanti.

Al 15 novembre, in Svezia sono stati registrati 6.164 decessi da Covid, ovvero 602 morti per milione di abitanti. Mentre in Italia, sempre secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins University, sono stati registrati 45.229 decessi, pari quindi a 749 morti per milione di abitanti. Naturalmente, come sottolineato dal dottor Tegnell, questo non vuol dire che gli altri Paesi dovrebbero fare come la Svezia, dato che ogni Paese ha una situazione epidemiologica e sociale diversa. Lui ritiene piuttosto che «questo genere di misure [adottate dalla Svezia, ndr] sono un qualcosa che può essere mantenuto nel lungo periodo» dal Paese, a differenza di un lockdown completo.

Quando gli è stato domandato se il governo britannico avesse fatto un errore a cambiare strategia (rispetto a un primo ipotetico approccio simile a quello della Svezia), Tegnell ha risposto: «Non lo so, forse lo sapremo un giorno, ma non è detto che si saprà mai, perché sembra che sempre più Paesi stiano attraversando la stessa cosa, più o meno, a prescindere da quali misure stiano adottando».

Ad ogni modo, c’è anche chi ritiene che l’approccio della Svezia debba essere considerato un fallimento, o addirittura un ‘incubo’, in quanto il Paese ha registrato un numero di morti molto superiore alle vicine Finlandia, Norvegia e Danimarca. Quel che è certo è che in Svezia, dopo il picco di decessi dello scorso aprile, la curva dei contagi si è gradualmente appiattita, in maniera molto simile a quanto accaduto in Italia. Ma senza ricorrere a mascherine e lockdown, se non quello che Tegnell ha definito un ‘lockdown virtuale’, basato solo sui consigli delle autorità sanitarie e il buon senso dei cittadini.

Comparazione dei grafici dei decessi di Svezia e Italia. In entrambi i casi la curva è andata appiattendosi dopo il picco di aprile, sebbene in Italia l’appiattimento sia stato più repentino. (Screenshot da Google)

Attualmente, i nuovi casi stanno aumentando in Svezia, come anche il numero dei decessi, sebbene in proporzioni decisamente inferiori rispetto a Paesi fautori dei lockdown come Italia, Spagna, Francia e Regno Unito.

Una critica pesante all’epidemiologo e all’approccio svedese è arrivata il 27 ottobre con una lettera aperta pubblicata dal quotidiano svedese Aftonblandet. La lettera, scritta da scienziati e medici, esprimeva preoccupazione per la crescente occupazione delle terapie intensive e chiedeva al governo svedese di scavalcare l’Agenzia della Salute e introdurre restrizioni più severe.

Ma Tegnell ha liquidato le critiche durante una recente intervista con Reuters, affermando che «la maggior parte dei Paesi sta ora cercando di agire un po’ più come abbiamo fatto noi in Svezia. Quasi nessuno sta chiudendo le scuole, per esempio».

In effetti, anche l’inviato speciale dell’Oms per il Covid-19, David Nabarro, ha manifestato a inizio ottobre la sua opposizione ai lockdown – sottolineandone i disastrosi effetti economici – durante un’intervista con il The Spectator: «Ci appelliamo davvero a tutti i leader mondiali: smettete di usare i lockdown come metodo di controllo primario, sviluppate sistemi migliori, lavorate insieme e imparate l’uno dall’altro; ma ricordate: i lockdown hanno una conseguenza che non dovete assolutamente minimizzare, e cioè che rendono le persone povere ancora molto più povere».

Peraltro, recentemente oltre 40 mila tra scienziati e medici hanno aderito alla Dichiarazione di Great Barrington, secondo cui «le attuali politiche di lockdown stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo termine».

La Faq svedese

Ad ogni modo, un fatto curioso, in netto contrasto con le direttive italiane, è che la risposta alla Faq della Public Health Agency of Sweden, ‘Quali sono le vostre raccomandazioni sulle mascherine?’ presenta la risposta: «Attualmente non raccomandiamo l’uso delle maschere facciali in ambienti pubblici, poiché le prove scientifiche sull’efficacia delle maschere facciali nel combattere la diffusione dell’infezione non sono chiare».

Anche alla domanda ‘Quando sarà disponibile un vaccino contro il Covid-19 in Svezia?’, la risposta delle autorità svedesi contrasta, ad esempio, con quando dichiarato il 20 ottobre dal premier italiano Giuseppe Conte, ovvero: «Se tutto va bene, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre». La risposta dell’Agenzia di Sanità Pubblica svedese, al 15 novembre, è: «Non è ancora possibile dirlo. Solo quando uno o più vaccini contro il Covid-19 saranno stati approvati per l’uso in Svezia, e sapremo quando il vaccino potrà essere distribuito, sarà possibile dire quando la vaccinazione potrà essere offerta».

Infine, l’ultimo punto delle varie Faq svedesi sul Covid-19 è dedicato alle persone psicologicamente impaurite da questa situazione senza precedenti, e offre alcuni utili consigli a riguardo:

  • Parlate con amici o familiari dei vostri sentimenti e non esitate a chiedere loro di aiutarvi.
  • Utilizzate fonti di informazione affidabili sul Covid-19.
  • Limitate il tempo che passate a leggere le notizie e i social media.
  • Mantenete la vostra routine quotidiana il più possibile, e fate cose che trovate piacevoli e rilassanti.
  • Cercate di prendere aria fresca e mantenervi fisicamente attivi.
 
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