Esclusivo: la stretta relazione tra Hunter Biden e un miliardario legato al Pcc

Hunter Biden e un magnate dell’energia fortemente legato al Partito Comunista Cinese (Pcc) avevano una stretta relazione. Questo è quanto trapela dai messaggi di testo mostrati al Senato americano da Tony Bobulinski, uno degli ex partner commerciali di Biden-junior.

Nei messaggi di testo inviati a Bobulinski il 14 ottobre 2017, Hunter Biden scriveva che la relazione tra lui e Ye Jianming, il fondatore del conglomerato energetico cinese multimiliardario Cefc China Energy, era «solida», tanto da essere stato il primo ospite invitato in un nuovo appartamento di Ye, che gli aveva anche personalmente preparato il pranzo: «Ho parlato regolarmente con il presidente [della compagnia energetica, ndr]. Sono stato il suo primo ospite nel suo nuovo appartamento / mi ha preparato il pranzo lui stesso e abbiamo mangiato in cucina insieme. Ha usufruito del mio aiuto per una serie di sue questioni personali, come i visti per il personale e alcune cose più delicate». Questo si legge direttamente negli screenshot dei messaggi di testo (pdf) ottenuti da Epoch Times.

Lo stretto rapporto tra i due era già iniziato nel 2015. E i messaggi sollevano domande significative, considerando gli ampi legami tra il regime comunista, Ye e la sua azienda.

Anche se sulla carta si tratta di un’impresa privata, infatti, secondo Reuters la Cefc beneficiava di un contratto più unico che raro che le assegnava il compito di immagazzinare parte delle riserve strategiche di petrolio della Cina; inoltre ha ricevuto finanziamenti da una banca di proprietà del regime e ha assunto un certo numero di ex alti funzionari di società energetiche statali. In aggiunta, anche se quasi tutte le aziende private cinesi hanno al loro interno una cellula del Partito Comunista, nella Cefc la presenza del Partito era ancora più forte del normale.

Il contesto dietro il messaggio di testo di Hunter Biden, figlio del candidato alla presidenza democratica Joe Biden è il seguente: Bobulinski aveva trascoso mesi a cercare di capire perché Ye non avesse ancora inviato i 10 milioni di dollari accordati alla SinoHawk Llc, una joint venture statunitense costituita da Ye, Hunter Biden, James Biden, Bobulinski e altri due soci, James Gilliar e Rob Walker. E chiedeva quindi a Biden se per caso non avesse parlato con Ye.

Cos’è SinoHawk

Da quanto emerge dai documenti aziendali (pdf) ottenuti da Epoch Times, SinoHawk Llc è stata creata attraverso una rete di entità aziendali. Hudson West IV, una società a responsabilità limitata controllata da Ye, possedeva metà di SinoHawk; mentre Hunter Biden e i suoi soci possedevano l’altra metà tramite Oneida Holdings Llc, che a loro volta possedevano tramite altre cinque entità aziendali, una per ogni partner (vedi documenti pdf). Secondo Bobulinski, il ‘Sino’ di SinoHawk stava per Cina, mentre il termine ‘Hawk’ [in italiano ‘falco’, ndr] è stato scelto perché era l’animale preferito di Beau Biden, il figlio defunto di Joe Biden.

I documenti

Le e-mail, i messaggi di testo e i documenti esaminati per la stesura di quest’articolo sono stati forniti da Bobulinski alla stampa e successivamente al Comitato per la sicurezza interna del Senato americano. Il senatore Ron Johnson, presidente del comitato, ha spiegato a Epoch Times che le indagini per ora non hanno trovato nulla che possa mettere in dubbio l’autenticità dei documenti.

Senatore Ron Johnson (R-Wis.) parla ai membri dei media presso l’Hart Senate Office Building il 30 giugno 2020 a Washington. (Stefani Reynolds / Getty Images)

«Quello che posso dire su tutte queste fonti, è che stiamo continuando a impiegare la nostra diligenza dovuta per verificare e autenticare la genuinità di quelle e-mail, e fino ad oggi, non abbiamo trovato nulla che le contesti. Tutto ciò che abbiamo trovato è la verifica e la convalida della loro autenticità».

Tra l’altro, almeno una delle e-mail nel lotto fornito da Bobulinski corrisponde parola per parola alle e-mail che pare siano state ottenute da un laptop appartenente a Hunter Biden e pubblicate dal New York Post.

Cosa dicono i messaggi

I subalterni di Ye in Cina e negli Stati Uniti continuavano a raccontare a Bobulinski che il bonifico di 10 milioni stava per arrivare, mentre di fatto rallentavano le cose chiedendogli ad esempio quali fossero gli obiettivi della joint venture, e questo nonostante avessero già firmato dei documenti aziendali che elencavano la missione dell’impresa. Durante tutto il processo, Bobulinski non è riuscito a entrare in contatto diretto con Ye e ha dovuto trattare invece con i suoi sottoposti.

Il 14 ottobre 2017, Bobulinski ha scritto a Hunter Biden: «Quindi al 1000 per cento tu non hai contattato il presidente Ye o il direttore Zang e creato rumore parallelo? Non lo credo eh, ma sto solo cercando di dipanare la matassa».

Biden ha risposto in maniera inaspettata, rivelando la sua stretta relazione e i suoi colloqui regolari con Ye, nonché il fatto che Ye aveva ingaggiato Biden come suo avvocato negli Stati Uniti. H. Biden anche curiosamente preso le distanze dagli accordi di acquisizione in Oman e Lussemburgo, che erano invece la ragione per la quale SinoHawk era stata creata: «Comunque, io e lui abbiamo una relazione solida, quindi quando e se tu o James dite che posso parlargli del vostro accordo con l’Oman e il Lussemburgo o con i ragazzi russi, fammelo sapere. Noi facciamo una chiamata fissa una volta alla settimana poiché sono anche il suo consulente personale (abbiamo firmato una lettera di impegno tra cliente e avvocato) negli Stati Uniti […] Ho pensato che avessi perso interesse perché non ci parliamo da così tanto tempo».

Le risposte di Bobulinski suggeriscono che fosse rimasto sconcertato dai messaggi di Hunter Biden, considerando la quantità di sforzi che lui e altri partner avevano fatto per mettersi in contatto con Ye per chiedere notizie sui 10 milioni di dollari (circa 9 milioni di euro) di finanziamento promessi per SinoHawk.

Tony Bobulinski, che afferma di essere stato un socio di Hunter Biden, parla ai giornalisti in un hotel a Nashville, Tennessee, prima del dibattito presidenziale finale del 22 ottobre 2020 (Mandel Ngan / AFP tramite Getty Images)

Bobulinski ha quindi risposto: «Riguardo ai ‘miei affari’, apparentemente sono i nostri affari, non i miei affari. Non c’è molto da giocare, avrebbero dovuto finanziare 10 milioni di dollari, cosa che non hanno mai fatto, e presumo che tu lo sappia».

Il bonifico di Ye alla fine non è mai arrivato a SinoHawk, ma Bobulinski ha appreso in seguito – dal rapporto del Comitato per la sicurezza interna – che Hunter e James Biden hanno ricevuto denaro da Ye tramite un altro canale.

Infatti secondo documenti riservati ottenuti dal Comitato per la sicurezza interna del Senato, il 4 agosto 2017 – più di due mesi prima dei citati sms tra Biden e Bobulinski – la Cefc Infrastructure Investment (US) Llc, una sussidiaria della società di Ye, ha inviato allo studio legale di Hunter Biden, Owasco, un pagamento di 100 mila dollari (circa 90 mila di euro).

Quattro giorni dopo, la Cefc Infrastructure Investment ha trasferito 5 milioni di dollari (circa 4,5 milioni di euro) sul conto bancario della Hudson West III, un’altra entità controllata da Ye. Lo stesso giorno in cui sono arrivati ​​i soldi, Hudson West III ha iniziato a inviare pagamenti frequenti all’azienda di Hunter Biden.

Il rapporto del Senato ha rivelato che «questi pagamenti, descritti come spese di consulenza, hanno raggiunto 4 milioni 790 mila e 375 dollari in poco più di un anno».

Poi, l’8 settembre 2017, Hunter Biden e Gongwen Dong, l’agente americano di Ye, hanno richiesto una linea di credito. Gli utenti autorizzati all’utilizzo delle carte di credito legate ai conti erano Hunter Biden, James Biden e la moglie di James Biden, Sara Biden, i quali hanno utilizzato le carte di credito per acquistare più di 100 mila dollari in articoli di lusso, inclusi biglietti aerei e diversi articoli nei negozi Apple.

Quando due anni dopo, a settembre del 2020, Bobulinski è venuto a sapere del denaro che si era riversato nelle tasche dei Biden, ha tentato di mettersi in contatto con James Biden: «Spero che tu e la tua famiglia stiate bene, al sicuro e in buona salute. Potete immaginare il mio shock leggendo il rapporto ieri pubblicato dalla commissione del Senato. Il fatto che tu e HB [Hunter Biden, ndr] steste mentendo a Rob, James e me, mentre accettavate 5 milioni di dollari da Cefc, è esasperante e così deludente, dopo gli anni di lavoro che James, Rob e il team hanno investito per portare a termine le cose».

Messaggio di testo da Tony Bobulinski a James Biden. (schermata)

Ulteriori indizi sulle intenzioni di Ye e Biden per SinoHawk emergono da un’e-mail inviata da uno dei sottoposti di Ye a Bobulinski. Il 26 luglio 2017, Zhao Runlong ha infatti fatto riferimento in una mail ai 5 milioni di dollari di capitale circolante destinato a SinoHawk come denaro prestato alla famiglia ‘BD’: «Questo prestito di 5 milioni di dollari alla famiglia BD è senza interessi, ma se dovessero esaurirsi, il Cefc dovrebbe continuare a prestarne altri alla famiglia?»

Un’analisi delle quasi 1.800 pagine di e-mail e degli oltre 600 messaggi che Bobulinski ha consegnato al Congresso, indica che possa essere stata l’insistenza di Bobulinski nel voler gestire SinoHawk secondo le regole, ad aver portato Hunter Biden ad abbandonare i suoi partner e a farsi dare il denaro da Ye tramite un’altra strada.

Bobulinski sostiene che Hunter Biden volesse usare SinoHawk come un «salvadanaio» personale, prima del suo intervento.

Tuttavia, va specificato che il nome di Joe Biden non compare in nessuno dei documenti aziendali utilizzati per creare SinoHawk, e già al momento della costituzione della società, Joe non era più alla Casa Bianca.

Joe Biden, candidato alla presidenza democratica, saluta il 24 ottobre 2020 sul palco per una campagna drive-in alla Dallas High School di Dallas, Pennsylvania. (Drew Angerer / Getty Images)

Gli sms e le e-mail mostrano che Gilliar ha portato Bobulinski nell’accordo per lavorare a tempo pieno come Ceo di SinoHawk. Hunter Biden ha iniziato a esprimere preoccupazione nei confronti della direzione dell’azienda a metà maggio 2017, meno di due settimane prima della firma dei documenti per incorporare SinoHawk.

Il ‘big guy’ è Joe Biden?

Il 13 maggio 2017, Gilliar ha inviato un’e-mail a H. Biden, Bobulinski e Walker sulla proposta di «pacchetti di remunerazione» e una ripartizione del patrimonio netto tra i cinque partner. Secondo la proposta, Hunter Biden avrebbe ricevuto uno stipendio di 850 mila dollari (circa 765 mila euro) e una partecipazione del 20 per cento in Oneida Holdings, che a sua volta possedeva metà della joint venture con la società di Ye. La ripartizione delle azioni includeva anche una quota del 10 per cento, che doveva essere detenuta da Hunter Biden «per il ‘big guy’». E il 22 ottobre Bobulinski ha spiegato ai giornalisti che il ‘big guy’ era proprio l’ex vicepresidente Joe Biden.

Hunter Biden ha rilanciato sulla proposta, affermando di aver bisogno di più di 850 mila dollari, perché tolti gli alimenti e le tasse gli sarebbero rimasti solo 100 mila dollari (circa 90 mila euro) per se stesso: «Sono stato l’unico a cui è stato chiesto di rinunciare a tutti gli altri interessi commerciali attivi: nessuna commissione di consulenza, nessuna promozione di un’altra attività, nessuna continuazione a lavorare su progetti esistenti, ecc […] quindi devo ammettere che mi aspetto che se non riesco a mantenere un piede in altre cose, avrò bisogno di molto di più di 850 all’anno su base mensile», scriveva.

Messaggi di testo datati 13 maggio 2017, tra Tony Bobulinski e James Gilliar. (Screenshot / Epoch Times)

Lo stesso giorno, Bobulinski ha scritto un messaggio di testo a Gilliar: «Dobbiamo gestire Hunter in qualche modo, poiché ogni discussione con lui mi fa sentire come se pensasse che sia tutto un suo salvadanaio personale».

Il 16 maggio 2017, Bobulinski ha risposto a Hunter e ai partner sottolineando che la società avesse bisogno di un budget operativo per realizzare un profitto. «Dovremmo discutere tutti in modo che tu sia coperto, ma devi anche essere consapevole delle parti in movimento e dei budget operativi e dobbiamo pagare un team di persone che lavoreranno 100 ore a settimana in modo da generare abbastanza profitti, quindi stiamo distribuendo decine di milioni tolti ai proprietari. Oggi farò circolare i Termini per Oneida. In questo ho incluso un pagamento [aggiuntivo, ndr] a te e me in quanto membri del consiglio di SinoHawk. Possiamo discutere tutti», ha scritto poi Bobulinski.

Nei giorni successivi, la discussione sul denaro si è trasformata in una situazione di stallo sul controllo finale dell’azienda. Bobulinski, che stava assumendo il ruolo di amministratore delegato, non voleva che le sue decisioni venissero annullate dai Biden, che controllavano metà della società con le quote combinate. Hunter si è opposto con forza alla leadership di Bobulinski, sostenendo che Ye avesse accettato l’accordo esclusivamente per via del nome della famiglia Biden.

Messaggi di testo tra Hunter Biden e i suoi partner a SinoHawk. (schermata)

«Entrambi vengono per diventare MIEI partner allo scopo di essere partner dei Biden», ha scritto H. Biden in una chat di gruppo, il 17 maggio.

Il giorno successivo, in un messaggio di testo inviato direttamente a Bobulinski, Biden ha illustrato le sue ragioni per ottenere il pieno controllo dell’azienda. «Tony, per favore, smettila con le str***ate del “mi fai agitare”. Andiamo amico, vogliamo entrambi la stessa cosa. Vogliamo assicurarci di avere il maggior controllo possibile sul nostro destino. Non ti biasimo per volerlo – non “mi fa agitare”, è quello che è. Succede solo che in questo caso solo un giocatore ha la carta vincente e sono io. Potrebbe non essere giusto, ma è la realtà perché sono l’unico a mettere in gioco l’eredità di un’intera famiglia / e se pensi sia ragionevole che consegni le chiavi a qualcuno con cui ho trascorso meno di 12 ore, questo sì che mi fa agitare. Quindi ti chiedo di fare un favore a tutti noi e di trovare un modo diverso per alleviare le tue preoccupazioni», ha scritto Biden.

L’argomento si è poi riversato di nuovo nella chat di gruppo, con Biden che difendeva il motivo per cui avrebbe dovuto avere un maggiore controllo dell’azienda. A un certo punto, H. Biden è sembrato minacciare di voler rompere la mascella a Bobulinski, al che Bobulinski ha risposto con un invito a un combattimento. Dalla discussione si evince che Bobulinski non voleva finire per essere un Ceo-prestanome, per coprire il coinvolgimento della famiglia Biden senza poi alcun controllo sulla società.

«E per aggiungere un’altra cosa, se tu fossi così preoccupato per la tua famiglia, non lo faresti proprio, perché, come hai detto, tutti gli avvocati di tuo padre e qualsiasi avvocato consiglierebbero a te e Jim di non toccare questa cosa nemmeno con un palo lungo 100 piedi. Quindi, se sei disposto a correre dei rischi, così sia, sono disposto a stare al tuo fianco e a correre il rischio anch’io, ma deve esserci equilibrio nella governance e nel consiglio di amministrazione».

Sebbene il nome di Joe Biden non compaia in nessuno dei registri aziendali divulgati da Bobulinski, il nome della famiglia Biden costituiva comunque una delle offerte chiave fatte da Hunter Biden e dai suoi partner a Ye.

Una proposta commerciale del 25 aprile 2017 (pdf) preparata dai partner per Cefc, presenta una foto di Joe Biden con il presidente colombiano Juan Manuel Santos. La proposta descrive il rapporto di Joe Biden con Santos come «forte durante tutto il corso dell’amministrazione Obama». Inoltre, in una sezione dedicata ai potenziali investimenti di Cefc in Oman, si ventila la possibilità che la «famiglia e gli amici» di Hunter Biden vengano utilizzati per richiedere un permesso speciale al leader del Paese, che rimuova per la Cefc l’obbligo di un partner locale per fare affari in Oman.

Hunter Biden, figlio del candidato presidenziale democratico Joe Biden (L) e l’ex socio in affari Tony Bobulinski. (MANDEL NGAN / AFP tramite Getty Images / DNCC tramite Getty Images)

In una lettera del primo giugno 2017 a Ye, Hunter Biden, dopo aver inviato gli auguri da «me e la mia famiglia», scrive: «Spero che tu sia molto soddisfatto dei progressi che sono stati fatti in Oman; questo secondo me rafforza la nostra convinzione comune che, combinando le nostre connessioni e competenze, creeremo nuove opportunità in aree geografiche ed economie terze, così come vantaggi per i nostri due grandi Paesi».

In sintesi, SinoHawk non è mai decollata, ma Hunter Biden e Gilliar sembrano aver fornito gli stessi servizi a Ye in modo meno formale sin dal febbraio 2016.

In un’e-mail alla Cefc inviata il 13 marzo 2017, Gilliar ha fatto riferimento a «diversi documenti strategici che erano stati preparati in precedenza nel nostro rapporto», inclusa una proposta per l’acquisizione da parte di Cefc di Westinghouse Electric Corporation negli Stati Uniti. La proposta di Westinghouse (pdf) allegata a quell’e-mail era datata 22 febbraio 2016.

Cefc China Energy era la più grande compagnia petrolifera privata della Cina, prima di essere presa nel mirino della campagna anticorruzione di Pechino nel 2018. Il conglomerato petrolifero ha guadagnato miliardi di dollari in Russia, Europa e parti dell’Africa, mentre Ye ha sviluppato varie connessioni con i funzionari di alto livello del Partito Comunista Cinese.

Ye è scomparso dall’inizio del 2018, dopo che è stato indagato e poi incarcerato dal regime cinese per «sospetti crimini economici». Un’impresa di proprietà statale ha preso il controllo di Cefc nel marzo 2019 e, secondo il media cinese Caixin, ha dichiarato bancarotta all’inizio di quest’anno.

Hunter Biden, James Biden, Gilliar, Walker, Bobulinski e la campagna di Joe Biden non hanno risposto alle richieste di commento.

 

Articolo in inglese: Exclusive: Hunter Biden and CCP-Tied Billionaire Had Close Relationship, Texts Reveal

 
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