Quanto è realmente pericoloso il nuovo coronavirus?

«Stiamo ingannando noi stessi se ci illudiamo di poter fermare l’epidemia misurando la temperatura delle persone»

Di Penny Zhou

Laurie Garret si trovava a Pechino nel 2003, quando le autorità cinesi si sono decise a rivelare la verità sulla Sars.

Durante un’intervista con Ntd Television del 27 gennaio, la giornalista e analista funzionale – che nel corso della sua carriera ha documentato oltre 30 epidemie – ha dichiarato che in quell’occasione circa 250 mila persone sono fuggite da Pechino nel giro di 48 ore, diffondendo in tutto il Paese il virus della Sars.

Alla fine la Cina non ha avuto altra scelta se non quella di mettere in stato di isolamento l’intera nazione. Ogni singolo essere umano con un po’ di febbre è stato messo in quarantena. Solo in questo modo si è riusciti ad evitare la diffusione incontrollata della Sars, dal momento che non esisteva un vaccino o una cura per la malattia.

Ma questa volta, lo stesso approccio potrebbe non funzionare.

Al 28 gennaio, la nuova epidemia di coronavirus emersa a Wuhan ha già raggiunto almeno 13 Paesi fuori dalla Cina. Mentre le autorità cinesi hanno ormai messo in quarantena gli oltre 56 milioni di abitanti di quattro intere città.

Gli aeroporti di tutto il mondo – 20 negli Stati Uniti – stanno monitorando i passeggeri in arrivo dalla Cina per verificare se manifestano sintomi di febbre.

Ma c’è un problema. Alcuni dei soggetti infetti dal nuovo coronavirus possono mostrare sintomi molto lievi, o addirittura nessun sintomo. Hanno una temperatura corporea normale, quindi i controlli per la febbre potrebbero non essere in grado di individuare tutti i potenziali portatori del virus.

La Commissione sanitaria cinese ha anche dichiarato che tali soggetti asintomatici potrebbero comunque trasmettere il virus, e li ha perciò definiti delle «fonti di infezione ambulanti».

Garret ha dichiarato: «Se […] le persone possono trasmetterlo agli altri prima di avere la febbre, allora molte di queste precauzioni sono una sorta di falsa garanzia».

«Stiamo ingannando noi stessi se ci illudiamo di poter fermare l’epidemia misurando la temperatura delle persone».

Il sindaco di Wuhan, città focolaio dell’epidemia, ha dichiarato che 5 milioni di residenti sono fuggiti dalla città poche ore prima che entrasse in vigore il provvedimento di isolamento del 23 gennaio.

D’altra parte anche il numero di casi confermati al di fuori della Cina sta aumentando, e secondo Garret è difficile immaginare che altre nazioni attuino una quarantena simile a quella cinese: «Ci sono molte pressioni economiche affinché le persone continuino a viaggiare, e affinché il commercio non si fermi. Sarà molto difficile attuare una qualsiasi grande quarantena per un periodo di tempo prolungato».

Trasmissione secondaria al di fuori della Cina «incredibilmente pericolosa»

La Garret ha dichiarato lunedì di essere molto preoccupata dalla possibile trasmissione secondaria e terziaria del virus al di fuori della Cina continentale. Un fenomeno che in effetti potrebbe essere già iniziato: martedì Taiwan ha segnalato il suo primo caso di trasmissione interna di coronavirus.
Il soggetto in questione è un uomo sulla cinquantina che è stato infettato dalla moglie – appena rientrata da un viaggio di lavoro in Cina – prima che alla signora venisse diagnosticata la malattia.

«Se iniziano ad esserci due, tre o quattro livelli di trasmissione in altri Paesi, allora penso che potremo trovarci in uno scenario che non ho mai visto nel corso della mia vita», ha dichiarato l’esperta.

«Potrebbe davvero essere un’epidemia pericolosissima».

Un altro occultamento

18 anni fa il regime comunista cinese ha nascosto l’epidemia della Sars per settimane, causando la diffusione globale del virus. E secondo la Garrett è possibile che il regime comunista cinese stia occultando i dati reali anche in questa occasione.

L’analista ha affermato che nel mese di dicembre il regime comunista cinese è stato lento nell’adottare misure volte a prevenire la propagazione del virus. Non sono riusciti ad adottare le adeguate misure preventive e non hanno chiesto agli ospedali di Wuhan di adottare misure come l’utilizzo di equipaggiamenti protettivi per tutti gli operatori sanitari, di istituire procedure speciali per i pazienti con la febbre, ecc.

«Di fatto, hanno cominciato ad agire realmente solo due settimane dopo».

In un articolo pubblicato da Foreign Policy, la Garrett ha condiviso i suoi consigli su come mantenersi al sicuro in mezzo all’epidemia, e l’articolo è stato tradotto anche in cinese: «Penso che ci troviamo in uno scenario estremamente pericoloso in questo momento. Perché non sappiamo abbastanza sul virus per stabilire con certezza quali azioni sia meglio intraprendere».

 

Articolo in inglese: Contagious Before Symptoms Appear: Expert Weighs In On Challenges To Control China Coronavirus’ Global Spread

Per saperne di più:

 
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