Perché la Cina ha urgenza di fare progressi nei negoziati commerciali

Di Frank Fang

Dopo l’incontro a Osaka, sono ricominciati i negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti. E il presidente americano Donald Trump ha accettato di non imporre i dazi – che aveva annunciato negli ultimi mesi – su ulteriori 325 miliardi di merci cinesi.

Durante una conferenza stampa tenuta il 29 giugno, dopo l’incontro con Xi Jinping al margine del G20 in Giappone, Trump ha dichiarato: «Fondamentalmente, oggi abbiamo concordato che andremo avanti con i negoziati, che erano stati interrotti da me poco tempo fa».

Wu Qiang, ex professore di scienze politiche presso la prestigiosa Università Tsinghua di Pechino, ha spiegato a Radio Free Asia che la sospensione della guerra commerciale era di primaria importanza per Xi, in quanto si tratta di un compromesso accettabile sia per i ‘falchi’ che per le ‘colombe’ del Partito Comunista Cinese.

L’ex professore ha dichiarato: «È stato un discreto successo diplomatico. Sebbene Xi abbia ottenuto risultati modesti in questa occasione, la verità è che era molto urgente per lui trovare un accordo».

Wu sostiene che in questo momento ci sia una grande pressione su Xi: deve raggiungere dei risultati prima dell’ormai prossima Quarta sessione plenaria del 19esimo Comitato Centrale, che di solito ha luogo in autunno.
L’incontro è riservato ai più importanti funzionari cinesi del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, un gruppo d’élite del partito composto da 205 membri fissi più 171 membri nominati di volta in volta. Generalmente, durante il mandato quinquennale dei membri del Comitato Centrale, si svolgono 7 sessioni plenarie. La seconda Sessione plenaria si è tenuto a gennaio del 2018, seguita dalla terza il mese successivo.
Circolava voce che la Quarta Sessione plenaria avrebbe avuto luogo lo scorso ottobre, ma l’incontro non si è mai concretizzato. Ci sono state moltissime speculazioni sul perché di questa mancanza, e molti opinionisti ritengono che la causa siano proprio le divisioni presenti all’interno del Partito.

«Un contrattempo nelle relazioni sino-statunitensi, o uno stallo prolungato dei negoziati commerciali, sarebbero un grosso problema per lo status politico di Xi».

Anche He Jiangbing, economista e opinionista cinese, è stato intervistato da Radio Free Asia, e ha dichiarato che prevede che il cessate al fuoco nella guerra commerciale non durerà a lungo. Se i negoziati commerciali non andranno bene in futuro, è molto probabile che Trump andrà avanti con i dazi che aveva minacciato di imporre su ulteriori 325 miliardi di dollari di merci cinesi.

Feng Chongyi, professore associato di studi sulla Cina presso l’Università della Tecnologia di Sidney, ha spiegato, durante un’intervista con l’edizione cinese di Epoch Times, che per Pechino l’accordo sul commercio è di importanza vitale: «In questo momento l’economia cinese non sta andando molto bene. I nuovi dazi spingerebbero sempre più imprese ad andare via [dalla Cina, ndr], il che condurrebbe a un ulteriore ristagno dell’economia, e all’aumento del tasso di disoccupazione».
Secondo Feng, è probabile che il regime, preoccupato dal fatto che la povertà economica conduce all’instabilità sociale, accetterà alcune delle richieste statunitensi, allo scopo di salvaguardare il ruolo del Partito.
Inoltre, è probabile che Pechino intenda trascinare i negoziati commerciali finché non sarà chiaro se Trump verrà rieletto, o meno, alle elezioni presidenziali del 2020.

 

Articolo in inglese: Beijing Needs Progress in Trade Talks with US for Its Own Political Reasons, Analysts Say

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