Panorami trascendenti dell’arte cinese

Chiedi perché mi soffermo sulle montagne color smeraldo.
Sorrido e non rispondo, il mio cuore tranquillo.
Boccioli di pesco scorrono sull’acqua, svaniscono senza lasciar traccia.
È un altro regno, oltre il mondo umano.

— Li Bai, uno dei più famosi poeti cinesi

Per secoli, i cinesi hanno esaltato i bei panorami. L’antica Cina era una terra dove uomini e dei coesistevano, dove gli immortali taoisti vagavano nelle montagne coperte dalle nubi e dove chi seguiva la via spirituale meditava in grotte nascoste.

Una pagina dell’album “Panorami alla maniera degli antichi”, di Wang Jian, dinastia Qing (1644-1911). Edward Elliott Family Collection, donazione di Douglas Dillon, 1989. I dipinti di Wang Jian esprimono la visione di un uomo immerso nella tradizione. Come membro dell’élite educata, ebbe la possibilità di studiare collezioni private d’arte fin dalla giovane età. In questo album, ogni foglio ricorda uno specifico maestro del passato, eppure il manierismo pittorico di Wang ne trasforma il modello. (The Metropolitan Museum of Art)

Il mondo naturale, con i suoi picchi elevati, i suoi corsi d’acqua e le cascate impetuose, non era semplicemente una fonte di bellezza: era un luogo dove era possibile elevare la mente e lo spirito e liberarsi dalle complicazioni, dalle follie e dagli eccessi della società umana.

Per i confuciani e i taoisti, la natura è fonte di sconfinata saggezza. Come disse Confucio: «Chi è saggio ama il mare. Chi è benevolente ama le montagne». Similmente, il fondatore del taoismo Laozi disse: «L’uomo segue la Via della Terra; la Terra segue la Via del Cielo; il Cielo segue il Tao; il Tao segue la Via della natura».

I panorami permeavano quasi ogni forma d’arte cinese, dai dipinti ai vasi di porcellana. Nella pittura, tradizionalmente i cinesi ammiravano i paesaggi più di qualsiasi altro tema e, in questi ampi panorami, gli esseri umani ritratti sono figure minuscole: umili e reverenti in balia di forze più grandi.

Una vista parziale di “Panorama delle quattro stagioni nello stile degli antichi Maestri”, 1635, di Wei Zhike, Dinastia Ming (1368-1644). Donazione di J.T Tai, 1968. Questa è una piccola sezione di un rotolo di 1,15 metri, dipinto da Wei Zhike, un importante pittore di Nanjing. In questo capolavoro, Wei compie un virtuosismo pittorico: intreccia famosi luoghi di Nanjing e rappresenta i cambiamenti di stagione usando gli stili di pittura di diversi antichi maestri. (The Metropolitan Museum of Art)

Decine di queste splendide opere realizzate con pennello e inchiostro sono ora esposte al Metropolitan Museum of Art nella mostra ‘Corsi d’acqua e montagne senza fine: la tradizione cinese dei panorami’. Il suo curatore, Joseph Scheier-Dolberg, ha voluto mostrare la varietà di questa forma d’arte, apparentemente monolitica e impenetrabile, dividendola in nove diversi temi. Una galleria espone le opere che emulano gli antichi maestri, un’altra quelle che evocano leggende storiche, un’altra ancora mette l’accento sull’intima relazione tra la pittura e la poesia cinesi, che spesso si rispecchiano l’una nell’altra.

La mostra attinge da 2 mila opere di pittura e calligrafia di proprietà del Met, e presenta anche una decina di collezioni private. «Anche i visitatori che sono venuti qui molte volte e conoscono la collezione veramente bene, anche loro troveranno qualche sorpresa», ha commentato Scheier-Dolberg. Alcuni dei dipinti non sono stati esposti al Met per anni e uno fa la sua apparizione per la prima volta, un secolo dopo il suo acquisto.

Dipinto e poesia nell’album “Giardino dell’amministratore inetto”, 1551, di Wen Zhengming, dinastia Ming (1368-1644). Donazione di Douglas Dillon, 1979. Nel 1527 al famoso Wen Zhengming fu offerto uno studio nel Giardino dell’amministratore inetto. All’età di 81 anni, dipinse questo album con otto viste del giardino, combinando con maestria le ‘tre perfezioni’ dell’arte cinese: poesia, calligrafia e pittura. (The Metropolitan Museum of Art)

I panorami si materializzarono come genere indipendente della pittura cinese negli ultimi anni della dinastia Tang (619-906). Nel corso dei secoli si è poi sviluppato in una tradizione artistica ricca e sfaccettata.

I dipinti di paesaggi prendevano principalmente la forma di rotoli appesi, rotoli distesi e di album. I rotoli appesi sono attaccati al muro con un nastro di seta, mentre i rotoli distesi generalmente sono conservati arrotolati e solo occasionalmente vengono srotolati per essere ammirati. Questi rotoli potevano essere lunghi quanto un’intera stanza ma nonostante questo tradizionalmente venivano mostrati solo per la lunghezza di un braccio alla volta.

I rotoli distesi invitano gli osservatori a passeggiare sui sentieri ricurvi accanto alle piccole figure, sovrastate dai paesaggi circostanti. In “Viste di Nanjing nelle quattro stagioni”, uno straordinario capolavoro di 1,15 metri, il pittore Wei Zhike usò lo stile di pennellata di diversi antichi maestro per accompagnare gli osservatori attraverso le quattro stagioni e famosi luoghi passati di Nanjing.

La pittura cinese di panorami è colma di simboli e allusioni, oggigiorno riconoscibili solo da chi è familiare con questa forma d’arte. Dipinti ispirati dalla Riunione al Padiglione dell’Orchidea spesso ritraggono un gruppo di studiosi seduti in riva a un corso d’acqua. Secondo la leggenda, durante una cerimonia primaverile di purificazione avvenuta nel quarto secolo, un gruppo di letterati si ritrovarono per un gioco di bevute e poesie. Tazze di vino di riso erano abbandonate alla corrente del sinuoso corso d’acqua e quando una di esse si fermava di fronte a qualcuno, costui doveva bere il vino e improvvisare una poesia. Alla fine della giornata, gli studiosi composero una trentina di poesie.

DIDASCALIA: Una pagina dell’album “Panorami con poesie”, 1688, di Gong Xian, dinastia Qing (1644-1911). Donazione di Douglas Dillon, 1981. In questo dipinto, l’eremita Gong Xian, un leale servitore della sconfitta dinastia Ming, raffigura una dimora solitaria e la integra con una poesia che celebra le orchidee, che per la loro capacità di sopportare il freddo dell’inverno simboleggiano gli uomini virtuosi. Gong Xian perfezionò una tecnica di acquerello e puntinatura con inchiostro per ottenere densità e trasparenza. (The Metropolitan Museum of Art)

Uno dei soggetti più comuni nei dipinti cinesi di panorami è il solitario, tipicamente ritratto come un uomo solo circondato dalla natura, a pesca su una barca, intento nella lettura o di fronte ad una cascata. Nella storia cinese, era comune usanza che gli ufficiali-studiosi si ritirassero dalla società e dalla vita politica, specialmente durante periodi di disordini politici oppure negli ultimi anni di una dinastia in epoca di diffusa corruzione. Lontani dal polveroso mondo umano, coltivavano se stessi e vivevano un’esistenza pacifica dedicata allo studio e alle arti.

DIDASCALIA: Porta-pennelli di Gu Jue, dinastia Qing (1644-1911), periodo di Kangxi (1662-1722). Acquisto, Eileen W. Bamberger Bequest, in memoria del marito Max Bamberger, 1994. Questo porta-pennelli di bambù è intagliato con scene tratte dalla famosa poesia “Ode al padiglione del vecchio inebriato” di Ouyang Xiu, che nel 1045 fu degradato e trasferito nella remota provincia di Anhui, dove trovò conforto nel vino e nella natura. (The Metropolitan Museum of Art)

La pittura in Cina non era esclusiva degli artisti professionisti. A partire dalla dinastia Song (960-1279) una nuova classe di ufficiali-studiosi si dedicava allo studio delle arti, che includevano pittura, poesia, musica e calligrafia. I confuciani credevano che l’arte favorisse la coltivazione morale. Un tipico studioso incarna la virtù interiore e il perfezionamento esteriore, riflesso nella sua abilità artistica.

Come altre arti cinesi, la pittura enfatizza yijing, i sentimenti e i significati evocati dall’opera d’arte. Letteralmente yijing significa ‘il regno del significato’ e si riferisce ad uno spazio artistico che esiste al di là delle linee fisiche e dei contorni tratteggiati su carta o su seta.

DIDASCALIA: Vaso a forma quadrata con decorazione delle rapsodie di Su Shi sulla Rupe Rossa, dinastia Qing (1644-1911), periodo Kangxi (1662-1722). Donazione di Julia e John Curtis, 2015. Il testo e la raffigurazione su questo vaso di porcellana riflette due capolavori composti nel 1082 dall’amato poeta e statista Su Shi (1037-1101) dedicati alla Rupe Rossa, luogo di una famosa battaglia avvenuta durante la tarda dinastia Han. (The Metropolitan Museum of Art)

Le pennellate di un artista erano una finestra sul suo spirito, le sue emozioni e la sua visione del mondo. Era una «iscrizione della mente», come affermato da Scheier-Dolberg, «Come la calligrafia, questa è un’arte che può veramente dire molto sulla persona e che può essere veramente, profondamente espressiva».

Così lo scenario naturale ritratto in un dipinto diventa il mezzo attraverso il quale gli artisti esprimevano i loro sentimenti più intimi, tanto che la gioia più grande era per loro incontrare qualcuno che potesse interpretare la loro arte e condividere i loro sentimenti.

Ad un primo sguardo, la pittura cinese di panorami può apparire come una semplice collezione di montagne, alberi e rocce; al suo interno tuttavia si nasconde qualcosa di più profondo, qualcosa di intricato e intenso. «Una delle gioie di questa tradizione è che puoi trascorrere l’intera vita a studiarla e alla fine ci sono sempre altre cose che puoi imparare», ha detto Scheier-Dolberg.

Pubblicato con il consenso di Elite Lifestyle Magazine.

Articolo inglese: Trascendent landscapes

 
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