Napoli, notte ad alta tensione: migliaia di persone in strada contro le restrizioni. Città nel caos

Di Alessandro Starnoni

Scene che a guardarle mettono i brividi, quelle occorse nella notte di sabato a Napoli. La città è «scoppiata», come titolano alcune testate estere. Tutto è iniziato infatti come una protesta pacifica, e si è trasformato poi in un quella che viene da alcuni definita una «rivolta» civile in tutto il centro storico.

Nella notte di sabato diversi commercianti e lavoratori autonomi hanno iniziato a manifestare sotto Palazzo Santa Lucia, reclamando il loro diritto al lavoro contro il ‘coprifuoco’ e il lockdown chiesto dal presidente della Regione Vincenzo De Luca per arginare i contagi da coronavirus; dopo poco tempo sulla scia del malcontento la protesta pacifica si trasforma e sulla città si scatena il caos: migliaia di cittadini hanno marciato al grido di «libertà», alternato a insulti contro il presidente De Luca, e ad altri cittadini che urlavano «stiamo morendo di fame».

Dai palazzi le riprese con i telefonini dei napoletani increduli. In strada inizia la vera guerriglia, tra fumogeni, poliziotti picchiati senza pietà e vetture delle forze dell’ordine prese d’assalto con sassi, spranghe, vetri e cassonetti lanciati.

Un video pubblicato da Byoblu mostrerebbe anche delle presunte cariche della polizia sul corteo nei momenti in cui le proteste hanno iniziato a prendere una piega violenta. In altre zone invece sono state riprese dalle telecamere fiumi di persone sfilare per le strade e addirittura scene di accordo tra polizia e manifestanti pacifici, con questi ultimi che hanno applaudito la scelta della polizia di lasciarli manifestare nonostante il corprifuoco vigente.

Dal Viminale il primo commento di Matteo Mauri, viceministro dell’interno, su Twitter, che parla si azioni non spontanee e condanna duramente la violenza: «Quanto accaduto a #Napoli è gravissimo. È chiaro si tratta di azioni organizzate da criminali e da settori dell’estremismo politico. La risposta dello Stato sarà rapida e proporzionata alla gravità dei fatti. Agli agenti coinvolti, al Questore di Napoli, la mia totale solidarietà».

Sull’interpretazione dei fatti, emerge sui social l’immancabile divisione tra ‘destra e sinistra’. Quelli più a sinistra parlano di «inflitrati» nelle proteste, o di organizzazioni «fasciste», e accusano chi utilizza il termine «rivolta». I ‘conservatori’ invece, nelle scene di ieri vedono un popolo esasperato e lavoratori senza tutele che dopo quasi un anno di restrizioni sono arrivati al limite della pazienza e cominciano quindi a farsi sentire.

Si parla al momento di quattro carabinieri feriti, diversi poliziotti contusi e vetture delle forze dell’ordine danneggiate; in più, sono stati arrestati due 32enni napoletani con precedenti per droga. Tuttavia, il bilancio effettivo non è stato ancora reso noto dalla questura.

 
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