Londra, tribunale ascolta le testimonianze sul prelievo forzato di organi in Cina

Un tribunale indipendente di Londra ha ascoltato delle testimonianze sull’uccisione di massa dei prigionieri di coscienza cinesi per il prelievo forzato degli organi.

Il 6 e il 7 aprile, davanti al tribunale, una ventina di testimoni, tra cui ricercatori, professionisti medici, giornalisti e superstiti da tutto il mondo, hanno reso le loro testimonianze in merito alle agghiaccianti accuse, mosse al governo di Pechino, riguardanti la brutale pratica del prelievo forzato di organi a danno dei gruppi perseguitati in Cina, tra cui i praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong e la minoranza etnica uigura.

Quest’udienza segue quella che ha avuto luogo lo scorso dicembre (e durata tre giorni), quando gli stessi membri del tribunale hanno emesso un inusuale giudizio ad interim, che afferma come in Cina il fenomeno sia tutt’ora in corso «su vasta scala».

Presieduta da Sir Geoffrey Nice (Queen’s Counsel, alto titolo giurista), che ha in passato guidato il processo contro l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic al Tribunale Penale Internazionale, la commissione è formata da sette esperti.

Il legale Hamid Sabi ha reso inoltre noto come il tribunale abbia invitato a partecipare alle udienze anche i rappresentanti del regime cinese, tra cui alti funzionari nell’ambito della Sanità e funzionari dell’ambasciata cinese a Londra, e di come non avesse ricevuto da loro alcuna risposta.

Analisi del sangue sospette, nei luoghi di tortura

I rifugiati che sono riusciti a sfuggire alle persecuzioni in Cina hanno fornito le loro testimonianze al tribunale, in cui hanno raccontato di essere stati frequentemente sottoposti a visite mediche e analisi del sangue durante la loro detenzione.

Uyghur Gulbahar Jelilova gives evidence
Gulbahar Jelilova, di etinia uigura, testimonia tramite collegamento video davanti al tribunale, il 6 aprile 2019. (Simon Gross)

Mihrigul Tursun è una donna di etnia uigura che lo scorso anno ha testimoniato, davanti a un comitato del Congresso degli Stati Uniti, di essere stata torturata e stuprata in un campo di internamento nella regione Nord-occidentale dello Xinjiang; il 7 aprile 2019, in collegamento video con il tribunale londinese, ha riferito come, nonostante le torture, i detenuti del campo venissero anche sottoposti a controlli medici dettagliati, tra cui esami del sangue e ultrasuoni.

Il Dipartimento di Stato Americano e diversi altri esperti internazionali, stimano che il regime comunista cinese detenga più di 1 milione di uiguri, kazaki e altre minoranze musulmane, in una vasta rete di campi di concentramento nello Xinjiang, poiché ritenuti «minacce estremiste» da combattere [anche quando non hanno commesso alcun crimine di alcun tipo, ndr].

La Tursun ha dichiarato di essere stata sottoposta a interrogatorio con tortura per tre giorni nell’aprile 2017; prima dell’interrogatorio era stata incappucciata, ammanettata e incatenata e quindi trasportata in una stanza d’ospedale per gli esami medici.
«Ho capito che hanno prelevato sangue dal mio braccio per due volte, ma non so dire quanto ne abbiano preso», ha affermato.

La Tursun ha raccontato di essere anche stata sottoposta a controlli della pressione sanguigna e altri esami medici per verificare la sua salute cardiaca.
La donna ha poi aggiunto di essere stata condotta in una stanza buia, che lei ha sospettato fosse il seminterrato dell’ospedale; qui le sono stati rimossi cappuccio e catene, e poi tutti i vestiti. Le hanno quindi attaccato un macchinario al petto per esaminare l’area del torace e poi il resto del corpo.
In seguito le hanno cosparso la fronte, le spalle, il torace ed entrambe le gambe con un liquido, per poi spingerla in un macchinario di vetro, all’interno del quale è stata costretta a girare in cerchio e ad urlare numeri da uno a dieci.
La donna ha riferito di come non potesse sentire nulla dall’interno del macchinario.
«Ero terrorizzata quando mi hanno messa lì dentro. Ho pensato che stessero per prelevarmi gli organi e che sarei potuta morire quel giorno stesso», ha asserito attraverso l’interprete.

Ethan Gutmann, analista e investigatore delle questioni cinesi, ha portato la sua testimonianza il 7 aprile, in merito alla crisi dello Xinjiang: «Ci sono circa un milione e mezzo di persone in detenzione, che hanno subito degli esami del sangue, mentre le rispettive famiglie hanno perso ogni traccia di loro».

Gutmann ha reso noto come le prove più recenti indichino che il regime cinese abbia preso di mira anche questo gruppo per il prelievo forzato di organi, e che siano in corso persino alcuni test del Dna nelle case degli uiguri nello Xinjiang; inoltre è ormai fatto noto che il regime abbia costruito diversi crematori a livello regionale e, in un aeroporto del posto, anche una corsia dedicata al trasferimento degli organi destinati al trapianto.

Witness Yu Ming
Il testimone Yu Ming mostra alla commissione le immagini delle ferite da tortura subite mentre era al campo di lavoro in Cina. La sua testimonianza è avvenuta tramite collegamento video il 6 aprile 2019. (Simon Gross)

La fonte principale degli organi: i praticanti del Falun Gong

Nel 2016 Gutmann è stato autore, assieme all’avvocato canadese David Matas e all’ex segretario di Stato canadese David Kilgour, di un’approfondita inchiesta che ha riscontrato un’enorme discrepanza tra il numero ufficiale dei trapianti in Cina (reso noto dal regime cinese), e il numero dei trapianti effettivamente eseguiti negli ospedali cinesi.

Analizzando i registri pubblici di 712 ospedali in Cina, dediti al trapianto di rene e fegato, l’inchiesta ha messo in luce come ogni anno vengano effettuati dai 60 mila ai 100 mila trapianti in Cina, quando invece i dati ufficiali resi noti dal regime cinese si aggirino sui 10-20 mila trapianti all’anno.

Questa discrepanza, conclude l’inchiesta, si spiega con il prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza, in particolare dai praticanti del Falun Gong (nota anche come Falun Dafa), ma anche da uiguri, buddisti tibetani e alcuni cristiani.

Durante le udienze di dicembre, hanno infatti testimoniato diversi praticanti del Falun Gong, che hanno raccontato della loro detenzione in Cina a causa della loro fede.
Oltre alle denunce di tortura da loro subita all’interno dei campi di lavoro cinesi, hanno tutti affermato di essere stati sottoposti a esami medici nel periodo di detenzione.

Feng Hollis, una donna arrestata nel 2005, ha reso noto nella sua testimonianza di dicembre che al tempo della sua detenzione le veniva da chiedersi quale fosse il motivo di quei controlli medici, se poi al contempo veniva brutalmente torturata in prigione.

Dati sospetti

Il 7 aprile, due ricercatori che hanno condotto uno studio senza precedenti sui dati ufficiali dei trapianti da donatori volontari in Cina, hanno dichiarato al tribunale che secondo le loro analisi, i dati ufficiali erano curiosamente allineati con un’equazione matematica elementare, suggerendo quindi che erano stati inventati.
«Abbiamo riscontrato molte anomalie che sono difficili se non impossibili da spiegare se non concludendo che i dati erano stati manipolati manualmente», ha affermato Matthew Robertson, co-autore dello studio e studente di dottorato presso l’Università Nazionale Australiana.

Nel loro studio, Robertson, assieme all’esperto di statistica Raymond Hinde e al professore di chirurgia Jacob Lavee (dell’Università di Tel Aviv), ha esaminato i dati del Sistema di Risposta del Trapianto di Organi in Cina (Cotrs), così come quelli della Croce Rossa, e ha scoperto che si conformavano a un’equazione quadratica che produceva un particolare tipo di curva.
«Sarebbe davvero atipico che i numeri traccino una curva del genere, così regolare», ha asserito Hinde.

Un esempio di dati anomali che suggeriscono una possibile manipolazione, ha spiegato Robertson, è che il numero totale di volontari donatori registrati, pubblicato dalla Croce Rossa cinese, è aumentato esattamente di 25 mila unità dal 30 al 31 dicembre 2015: «Possiamo solo dire che sembra un po’ sospetto».

Il tribunale londinese dovrebbe emettere la sentenza finale il 17 giugno, che determinerà se siano stati commessi, e continuano a essere commessi, crimini a livello internazionale riguardo al prelievo forzato di organi in Cina.

 

Articolo in inglese: Tribunal Hears Evidence on Forced Organ Harvesting in China

 
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