Scontri al confine, l’India bandisce 59 applicazioni cinesi

NEW DELHI—Il 29 giugno, in risposta alla crisi di confine con la Cina, l’India ha bandito 59 applicazioni mobili, per lo più cinesi, come TikTok di Bytedance e WeChat di Tencent.

Il Ministero della Tecnologia indiano ha emesso un’ordinanza che dichiara che le app sono «pregiudizievoli per la sovranità, la difesa e l’integrità dell’India, la sicurezza dello Stato e l’ordine pubblico».

La decisione arriva dopo un micidiale scontro di confine tra i due Paesi vicini, entrambi potenze nucleari,  in una regione dell’Himalaya contesa dall’inizio di giugno. Lo scontro ha portato alla morte di venti soldati indiani.

Il divieto dovrebbe essere un grosso ostacolo per le aziende cinesi come la Bytedance in India, che avevano ampiamente scommesso su quello che è uno dei più grandi mercati di servizi web del mondo.

Durante una manifestazione contro la Cina a Calcutta, i sostenitori del partito del Congresso indiano hanno posto delle merci cinesi su una bandiera, con la scritta «Boicottaggio Made in China». India, 18 giugno 2020 (Dibyangshu Sarkar / AFP tramite Getty Images)

La sede centrale di Pechino di Bytedance aveva in programma di investire un miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro) in India, di aprire un centro dati locale e di recente ha aumentato le assunzioni nel Paese.

In aprile la società di analisi delle app Sensor Tower ha indicato che l’India è il più grande motore delle installazioni di app TikTok, con 611 milioni di download a vita, ovvero il 30,3% del totale.

Durante una manifestazione anti-Cina presso l’ambasciata cinese a Nuova Delhi I manifestanti con i cartelloni in mano gridano slogan contro il leader cinese Xi Jinping, India, il 18 giugno 2020. (Sajjad Hussain / AFP tramite Getty Images)

Tra le altre applicazioni che sono state vietate ci sono WeChat di Tencent, che è stato scaricato più di 100 milioni di volte su Google Android, lo UC Browser di Alibaba e due delle applicazioni di Xiaomi.

In seguito all’ordine, Google e Apple dovranno rimuovere queste applicazioni dagli store Android e iOS. Tuttavia, Google è ancora in attesa di ordini governativi, mentre Apple non ha risposto, e Bytedance ha atteso nel rispondere.

Santosh Pai, un partner dello studio legale indiano Link Legal, che fornisce consulenza a diverse aziende cinesi , ha dichiarato che «questa è la mossa più rapida e decisiva che il governo avrebbe potuto fare per mettere pressione economica sulle aziende cinesi».

In India, il sentimento anti-cinese era da tempo acceso per le accuse di importazioni a basso costo che inondano il Paese, ma lo scontro di confine ha portato alla ribalta le tensioni, con le richieste di boicottaggio dei prodotti della potenza orientale.

Reuters ha riferito che la scorsa settimana le dogane indiane nei porti hanno trattenuto i container provenienti dalla Cina, tra i quali quelli di Apple, Cisco e i prodotti Dell.

 

Articolo in inglese: India Bans 59 Mostly Chinese Apps Amid Border Crisis

 
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