Il principale giornale pro-democrazia di Hong Kong costretto a chiudere i battenti

Di Frank Fang

Il più importante giornale pro-democrazia di Hong Kong, Apple Daily, è stato costretto a chiudere i battenti il 24 giugno, cosa che ha suscitato reazioni popolari e la condanna della comunità internazionale.

L’Apple Daily, una delle poche ultime voci critiche nei confronti del regime cinese, con i suoi articoli favorevoli ai manifestanti di Hong Kong, ha stampato la sua ultima copia nella nottata di giovedì. Il suo sito web è attualmente inaccessibile, così come la sua app, il canale Youtube e il suo profilo Twitter.

Il giornale ha dichiarato che la decisione di chiudere si è basata su «considerazioni per la sicurezza dei dipendenti e del personale». Di fatto, la testata è precipitata in una crisi finanziaria dopo che le autorità di Hong Kong hanno ordinato il 17 giugno il sequestro di 18 milioni di dollari hongkonghesi (1,9 milioni di euro) appartenenti a tre società affiliate al giornale. Il sequestro è stato parte di un’operazione della polizia locale, che ha fatto irruzione nella sede del giornale lo stesso giorno e arrestato cinque dei suoi dirigenti.

Due dirigenti sono ora accusati di ‘cospirazione’, un reato punibile con pene fino all’ergastolo secondo la draconiana legge sulla sicurezza nazionale. Il fondatore del giornale, Jimmy Lai, è attualmente in prigione in attesa di un secondo processo.

Sempre il 23 giugno, la polizia di Hong Kong ha arrestato con l’accusa di cospirazione anche Yeung Ching-kee, un opinionista di Apple Daily che si fa chiamare Li Ping.

In risposta, centinaia di persone si sono riunite fuori dalla sede dell’Apple Daily la sera del 23 giugno, per mostrare il loro sostegno dopo l’annuncio della chiusura rilasciato mercoledì. I sostenitori hanno sventolato le luci dei loro cellulari e i dipendenti del giornale hanno risposto con i loro telefoni dai balconi dell’edificio.

I sostenitori hanno anche gridato slogan, tra cui «Grazie a tutti i giornalisti» e «Hongkonghesi, aggiungete benzina», un espressione cinese che significa ‘continuate così’. Hanno anche lasciato biglietti e cartoline sulle ringhiere fuori dall’edificio per ringraziare il giornale e il suo staff.

Altri cittadini hanno scelto di mostrare il loro sostegno mettendosi in fila fuori dalle edicole nelle prime ore del 24 giugno, con alcuni che hanno comprato varie copie dell’edizione di giovedì. Lunghe file sono state avvistate nel quartiere Mong Kok di Hong Kong.

In risposta alle azioni del governo di Hong Kong che hanno forzato la chiusura di Apple Daily, diversi parlamentari statunitensi hanno espresso pubblicamente le loro preoccupazioni su Twitter.

Il senatore Jim Risch (R-Idaho), membro del Comitato Relazioni Estere del Senato, ha criticato il Partito Comunista Cinese (Pcc), scrivendo che il regime «è riuscito a sopprimere la libertà di parola» a Hong Kong.

Mentre il senatore Bob Menendez (D-N.J.), presidente del Comitato per le relazioni estere del Senato, ha dichiarato: «Un altro colpo alla democrazia di Hong Kong, un giorno triste per la libertà di stampa e uno strazio per i giornalisti coraggiosi che hanno rischiato tutto nella ricerca della verità e della trasparenza».

Infine il senatore Marco Rubio ha scritto che Hong Kong «è scesa in un’epoca buia» dopo la chiusura forzata di Apple Daily, e che «una città controllata dal Pcc, senza uno Stato di diritto o protezioni per i diritti fondamentali, non può essere un centro finanziario internazionale».

Dal canto suo, la leader filo-Pechino dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, ha difeso l’irruzione e gli arresti nella sede di Apple Daily. Il 24 giugno, l’Ufficio del Commissario presso il Ministero degli Affari Esteri del Pcc a Hong Kong ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede ai politici stranieri di smettere di «interferire negli affari interni della Cina».

Anche il Regno Unito, l’Unione Europea, il Canada e Taiwan hanno espresso la loro condanna per l’erosione della libertà di stampa a Hong Kong. L’Alleanza interparlamentare sulla Cina, un gruppo internazionale trasversale di parlamentari, ha chiesto «sanzioni mirate contro i funzionari cinesi e di Hong Kong responsabili della violazione del diritto internazionale e delle violazioni dei diritti umani a Hong Kong».

«La chiusura [dell’Apple Daily, ndr] è un colpo per la comunità giornalistica di Hong Kong e solleva legittime preoccupazioni sul futuro della libertà di stampa in città», ha dichiarato invece il Club dei Corrispondenti Stranieri di Hong Kong in un comunicato.

 

Articolo in inglese: US Officials, Rights Groups Condemn Forced Closure of Hong Kong’s Apple Daily

 
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