DIRETTA HONG KONG, Legge sull’estradizione sospesa a fronte delle proteste

Di Epoch Times Staff

Aggiornato alle 10.26 italiane del 15 giugno

Il capo dell’Esecutivo di Hong Kong ha sospeso la nuova legge sull’estradizione a tempo indeterminato.

Durante una conferenza stampa tenuta il 15 giugno, Carrie Lam, capo dell’Esecutivo di Hong Kong, ha dichiarato ai giornalisti che la decisione è stata presa a fronte della forte opposizione dell’opinione pubblica.

Lam ha affermato che per un «governo responsabile» si tratta di una scelta necessaria, volta a ristabilire l’ordine nell’ex colonia britannica: «Dobbiamo mantenere l’ordine pubblico e considerare la situazione nell’interesse di Hong Kong, ristabilire il prima possibile la calma nella società e evitare che ci siano altri feriti tra le forze dell’ordine e tra i cittadini»

L’emendamento proposto aveva generato una situazione di conflitto tra le masse di Hong Kong e il governo, che durava da circa una settimana. Infatti domenica 9 giugno circa 1 milione e 30 mila persone sono scese in strada per opporsi alla riforma della legge, che permetterebbe al regime comunista cinese di ottenere a sua discrezione l’estradizione delle persone ‘sospettate’ (compresi probabilmente i dissidenti politici), cosa che finirebbe per ripercuotersi sulla libertà personale dei cittadini di Hong Kong e sull’autonomia del loro governo. In seguito alle manifestazioni persino alcuni parlamentari pro-Pechino hanno consigliato a Carrie Lam di fare marcia indietro per non intaccare le proprie speranze di essere rieletti alle elezioni del 2020.

Durante le proteste del 12 giugno almeno 81 persone, tra cui diversi giornalisti, sono state ferite mentre la polizia lanciava gas lacrimogeni e sparava proiettili di gomma contro la folla nei pressi della sede del Consiglio Legislativo. E a fronte delle proteste la sessione plenaria del parlamento è stata rimandata per tre giorni consecutivi.

Il Civil Human Rights Front, un gruppo pro-democrazia, aveva già organizzato una protesta di massa per questa domenica allo scopo di bloccare la legge sull’estradizione verso la Cina. Ma al momento il gruppo non ha ancora dichiarato l’annullamento della manifestazione.

Il gruppo ha però scritto in un comunicato che «La sospensione a tempo indeterminato della proposta di legge è stata resa possibile solo dal sangue dei manifestanti di Hong Kong. […] Quello che vogliamo è il ritiro completo [della proposta di emendamento, ndr]». Il gruppo ha infine esortato le persone di tutte le aree politiche a unirsi per fermare definitivamente la legge sull’estradizione.

I manifestanti tengono cartelli e gridano slogan durante una manifestazione contro la proposta di legge sull’estradizione a Hong Kong in Cina il 9 giugno 2019. (Anthony Kwan/Getty Images)

Aggiornato alle 00.30 italiane del 14 giugno

11 manifestanti sono stati arrestati per i «reati commessi durante la rivolta»

Il capo della polizia Stephen Lo ha dichiarato che la polizia ha arrestato 11 manifestanti in seguito a una serie di scontri con le forze dell’ordine che si sono verificati il 12 giugno, durante la protesta.

Il 13 giugno, durante una conferenza stampa, Stephen Lo ha definito la manifestazione che si è svolta fuori dal palazzo del Consiglio una «rivolta». Secondo il capo della polizia, la protesta è stata pacifica fino alle 3 del pomeriggio locali, ma in seguito i manifestanti hanno iniziato a scagliare contro la polizia mattoni, pezzi di ferro e bastoni, costringendo gli agenti  a disperdere i manifestanti con proiettili di gomma e gas lacrimogeni.

Oltre 150 candelotti lacrimogeni, 20 proiettili di plastica, e molti proiettili di gomma sono stati sparati dalla polizia in maniera <<controllata e tollerante>>  secondo le dichiarazioni di Lo, che ha aggiunto come alcuni proiettili di gomma abbiano inavvertitamente colpito dei manifestanti alla testa.

Tuttavia, Joseph Wong, un ex segretario del servizio civile di Hong Kong, ha messo in dubbio il resoconto di Lo circa le azioni dei manifestanti, affermando che la polizia ha sparato contro i manifestanti come «un cacciatore con le prede», secondo un articolo di Rthk.

Wong ha dichiarato: «Ho visto alcuni manifestanti raccogliere dei mattoni dal pavimento, ma non ho visto nessuno adoperarli. Ho visto alcune spranghe di ferro, ma anche in questo caso non ho visto nessuno usarle. […] Dobbiamo essere equilibrati e non dare tutta la colpa ai manifestanti ed etichettarli come “rivoltosi”».

Nel frattempo l’autorità ospedaliera della città ha dichiarato che sono state ferite almeno 81 persone durante le proteste.

I giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa di mercoledì, invece, hanno indossato giubbotti catarifrangenti ed elmetti in segno di protesta per il duro trattamento che la polizia ha riservato ai giornalisti. L’Associazione dei giornalisti di Hong Kong aveva in effetti già condannato la polizia per «aver completamente ignorato la sicurezza dei giornalisti e per aver severamente calpestato il loro diritto di inchiesta» durante le proteste del 12 giugno.

Il 13 giugno il Consiglio per gli affari continentali di Taiwan ha pubblicato il un avviso per i viaggiatori diretti a Hong Kong per ricordare loro di prestare particolare attenzione alla propria incolumità.

Un manifestante espone un foglio con su scritto “smettetela di sparare agli studenti di Hong Kong” in seguito alle violenze del 12 giugno, nell’ambito delle proteste contro la legge sull’estradizione che consentirebbe al regime cinese di ottenere con facilità il trasferimento dei sospettati in Cina continentale, Hong Kong, 13 giugno 2019. (Athit Perawongmetha/Reuters)

Aggiornato alle 13.50 italiane del 13 giugno

Il Consiglio Legislativo di Hong Kong ha rimandato la discussione della legge sull’estradizione per il terzo giorno consecutivo

Il Consiglio legislativo di Hong Kong ha appena cancellato la sua sessione plenaria prevista per venerdi 14 giugno. La cancellazione è stata annunciata da Andrew Leung, il presidente del Consiglio filo-Pechino, con un comunicato stampa.

Il testo del comunicato afferma: «La sessione del Consiglio del 12 giugno 2019 non si terrà domani (14 giugno)», e aggiunge che Leung farà un altro annuncio dopo aver fissato la data della sessione.


Aggiornato alle 12.50 italiane del 13 giugno

I manifestanti di Hong Kong stanno organizzando un’altra protesta

Gli organizzatori della protesta del 9 giugno, che ha visto oltre un milione di persone sfilare per le strade di Hong Kong, stanno preparando un’altra marcia per domenica 16 giugno.

Il Civil Human Rights Front, il gruppo che aveva organizzato la protesta, lo ha annunciato con post su Facebook il 13 giugno.

Il programma prevede anche un raduno per incoraggiare le persone a fare i cosiddetti ‘tre scioperi’ lunedì 17 giugno, ovvero non lavorare, non andare a lezione e non comprare.

Nel frattempo, l’Ordine degli avvocati di Hong Kong (Hkba) si è aggiunto alle molte voci, nella regione a statuto speciale, che hanno condannato l’uso della forza da parte della polizia locale durante le proteste del 12 giugno.

In un comunicato pubblicato sul proprio sito internet, l’Hkba ha scritto di provare «grande preoccupazione» per come sembra che la polizia «abbia agito, incurante della sicurezza e del benessere dei manifestanti e dei giornalisti presenti alla protesta».
Le azioni condotte dalla polizia hanno incluso, secondo l’Ordine, «l’impiego assolutamente non necessario della forza contro manifestanti in buona parte disarmati, che non sembravano rappresentare una minaccia per la polizia o per il pubblico».

Il comunicato ha poi aggiunto che la polizia potrebbe essersi «spinta oltre i suoi legittimi poteri nel mantenimento dell’ordine pubblico».

L’Hkba ha inoltre chiesto al governo di Hong Kong di «dialogare con la comunità e riconsiderare la propria posizione» nei confronti della legge sull’estradizione.

Ieri l’Associazione dei giornalisti di Hong Kong ha inviato un comunicato in cui ha condannato la polizia per «aver completamente ignorato la sicurezza dei giornalisti e per aver severamente calpestato il loro diritto di inchiesta», secondo quando scritto da Hong Kong Free Press.

Il parlamentare del Partito Civico Jeremy Tam ha scritto sulla sua pagina Facebook di aver chiesto un interrogazione parlamentare di urgenza con il segretario alla sicurezza John Lee Ka-chiu.

Tam ha dichiarato che una delle domande che vuole porgli riguarda chi ha autorizzato l’uso dei gas lacrimogeni e dei proiettili di gomme contro i manifestanti durante le proteste del 12 giugno.

La polizia blocca una passerella che conduce al Consiglio Legislativo. Nel frattempo un manifestante tiene in mano un piccolo cartello in segno di protesta a Hong Kong, il 13 giugno 2019. (Thomas Peter/Reuters)

Aggiornato alle 10.30 italiane del 13 giugno

Aumenta l’indignazione dell’opinione pubblica nei confronti del capo dell’Esecutivo di Hong Kong Carrie Lam

Il 13 giugno molti personaggi pubblici hanno chiesto pubblicamente al capo dell’Esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, di rimandare la discussione parlamentare sulla controversa legge sull’estradizione. Sessantasei tra gli attuali e gli ex direttori degli enti per i servizi sociali hanno annunciato di aver siglato una dichiarazione congiunta, in cui hanno chiesto a Lam di avviare delle consultazioni pubbliche sulla questione.

La dichiarazione afferma: «La situazione attuale è tragica. Tutti coloro che hanno a cuore la prossima generazione sono preoccupati. Per questo stiamo facendo un appello, e speriamo che il capo dell’Esecutivo di Hong Kong Carrie Lam cambi rapidamente la propria decisione, e posticipi la discussione sulla legge di estradizione, avviando al contempo un’ampia consultazione popolare».

Contemporaneamente Joseph Wong, ex segretario del Consiglio dei Servizi Sociali di Hong Kong, ha denunciato la polizia per aver aperto il fuoco sui manifestanti durante le proteste del 12 giugno, nel momento in cui alcuni manifestanti hanno tentato di oltrepassare le linee. Durante un’intervista con la radio pubblica RTHK, Wong ha paragonato la risposta della polizia a all’atteggiamento di un «cacciatore con le prede».

«Ho visto agenti della polizia puntare i manifestanti e sparare proiettili [di gomma, ndr], e ho visto dei giovani colpiti alla testa. Dobbiamo essere equilibrati e non  dare tutta la colpa ai manifestanti ed etichettarli come “rivoltosi”».

Nelle giornate precedenti Lam aveva definito le proteste delle «rivolte organizzate».

Wong ha dichiarato: «Non era mai successo a Hong Kong. È molto triste per Hong Kong avere un capo dell’Esecutivo come Carrie Lam».

Durante la notte, dopo che gran parte della folla è stata dispersa, alcuni studenti sono stati filmati mentre pulivano volontariamente le strade che state sporcate nel caos delle ore precedenti.

La cantante  hongkonghese Denise Ho ha condiviso un video su Twitter in cui si è detta molto orgogliosa che le persone di Hong Kong stessero volontariamente raccogliendo la sporcizia alle 2 del mattino.

Le pulizie sono continuate fino alla mattina del 13 giugno.

La radio RTHK ha riferito che Cherry Chen, uno studente universitario di 21 anni, che ha preso parte alle proteste del 12 giugno, stava pulendo insieme ai suoi amici  l’area dove si trova la sede centrale del governo di Hong Kong, nella mattinata del 13 giugno.

La gente ripulisce la spazzatura nei pressi del palazzo del Consiglio legislativo, in seguito ai violenti scontri durante la protesta contro la proposta di legge sull’estradizione verso la Cina, Hong Kong, 13 giugno 2019. (Thomas Peter/Reuters)

«sto cercando semplicemente di adempiere alle mie responsabilità civili. Dobbiamo pulire tutta la spazzatura e risistemare la zona, dobbiamo fare in modo di non aumentare gli oneri che gravano sui lavoratori».


Aggiornato alle 9.25 italiane del 13 giugno

Due manifestati arrestati in ospedale con l’accusa di essere «rivoltosi»

Secondo un articolo esclusivo del South China Morning Post, sono stati confermati due arresti durante le proteste del 12 giugno.

Tuttavia, i due individui non sono stati arrestati durante le proteste ma presso l’ospedale Queen Elizabeth, dove si erano recati spontaneamente a causa delle ferite riportate durante gli scontri con la polizia.

La notizia degli arresti è stata diramata dopo che il capo della polizia Stephen Lo Wai-chung ha definito gli scontri tra i manifestanti e la polizia di mercoledì pomeriggio «una rivolta».


Aggiornato alle 6.33 del 13 giugno

Il Consiglio Legislativo di Hong Kong rimanda la discussione sulla legge per l’estradizione per la seconda volta.

Il Consiglio Legislativo ha deciso di cancellare la sessione plenaria prevista per giovedì 13 giugno dopo che i manifestanti si sono radunati per la seconda volta intorno al palazzo del Consiglio Legislativo per protestare contro la legge sull’estradizione voluta dal governo.

Il rinvio è stato annunciato con un comunicato stampa firmato dal presidente del Consiglio Legislativo, Andrew Leung, noto per le sue posizioni filo-Pechino.

Il comunicato affermava: «La sessione del Consiglio prevista per il 12 giugno 2019, non si terrà oggi (13 giugno)». E ha specificato che Leung farà un altro annuncio quando avrà fissato la data in cui si svolgerà la sessione.

Alcuni dei manifestati che si trovavano a Tamar Park, in prossimità del palazzo del Consiglio, hanno raccolto le proprie cose e sono andati via dopo aver appreso che la discussione era stata rimandata.

Secondo l’emittente radio di Hong Kong 881903.com, prima che il Consiglio Legislativo annunciasse la cancellazione, diversi parlamentari dell’area pro-democratica hanno tenuto una conferenza stampa, in cui hanno condannato il capo dell’Esecutivo di Hong Kong Carrie Lam per aver definito le proteste come «rivolte organizzate».

La polizia ha sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti oltre 10 volte nei pressi del Consiglio legislativo di Hong Kong, il 12 giugno 2019. (Song Bilong/The Epoch Times)

Hu Chi-wai, attuale presidente del Democratic Party, ha dichiarato che le osservazioni della Lam gli hanno fatto ricordare gli eventi di piazza Tiananmen a Pechino, nel 1989.

Leung Yiu-chung, un membro dell’ala pro-democratica, ha parlato di un episodio avvenuto durante le proteste del 12 giugno, quando un agente di polizia non meglio identificato ha strappato una bottiglia di soluzione salina dalle mani del personale del pronto soccorso medico, e gli ha impedito di fornire assistenza ai manifestanti. Leung Yiu-chung ha definito semplicemente «disumano» questo gesto della polizia.

Il giorno precedente, decine di migliaia di persone avevano preso parte a un’altra protesta pacifica di massa fuori dal palazzo del Consiglio, nella speranza di poter fare un ultimo appello ai parlamentari affinché respingessero la legge prima della votazione del Consiglio, che è controllato da una maggioranza filo-Pechino.

La violenza è esplosa verso le 3 del pomeriggio locali, quando la polizia fuori dalla sede del governo ha iniziato a usare spray al peperoncino contro i manifestanti che tentavano di oltrepassare la linea tracciata dalla polizia. In risposta alcuni manifestanti hanno lanciato bottiglie di plastica contro la polizia.

Secondo un corrispondente di Epoch Times che si trovava sul posto, anche Lam Cheuk-ting, un politico del Democratic Party, è stato colpito dallo spray al peporoncino.

 

Poi la polizia ha iniziato a sparare proiettili di gomma e gas lacrimogeni sui manifestanti.

Secondo un corrispondente di Epoch Times che si trovava sul posto, anche Lam Cheuk-ting, un politico del Democratic Party, è stato colpito dallo spray al peporoncino.

La polizia di Hong Kong spara gas lacrimogeni contro i manifestanti il 12 giugno. (The Epoch Times)

Poi la polizia ha iniziato a sparare proiettili di gomma e gas lacrimogeni sui manifestanti.

La polizia spara gas lacrimogeni lungo Tim Mei Avenue a Hong Kong il 12 giugno 2019. (Li Yi/The Epoch Times)

Verso le 4 e 20 locali il commissario della polizia di Hong Kong, Stephen Lo Wai Chung, ha confermato che la polizia ha usato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e bean bag nel tentativo di disperdere i manifestanti che erano nella zona di Admiralty, dove si trova la sede del governo, secondo quanto documentato da Hong Kong Free Press.

I manifestanti si sono ritirati nella strada vicino al Far East Finance Centre di Hong Kong dopo che la polizia ha sparato gas lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere la folla. (Dennis Law/The Epoch Times)

Chung ha dichiarato durante la conferenza stampa: «non abbiamo avuto altra scelta che usare le armi per impedire ai quei manifestanti di irrompere nelle nostre file».

La radio RTHK ha dichiarato invece che il numero dei manifestanti feriti in occasione delle proteste del 12 giugno è passato da 72 a 79, tutti con un età compresa tra i 15 e i 66 anni.

Al momento due dei feriti sono ricoverati in condizioni critiche presso l’ospedale Queen Mary, mentre 64 sono già stati dimessi dai relativi ospedali.


Aggiornato alle 23.03 del 12 giugno

Gli elettori che avevano votato Carrie Lam stanno chiedendo le sue dimissioni

Oltre 200 membri del Comitato elettorale di Hong Kong hanno chiesto al capo dell’Esecutivo di Hong Kong Carrie Lam di dimettersi, alcune ore dopo che era apparsa in televisione annunciando che sarebbe andata avanti con la controversa legge sull’estradizione.

Secondo il quotidiano hongkonghese Ming Pao, i membri del comitato che nel 2017 hanno eletto Lam alla posizione di massimo rilievo nel governo della città, hanno espresso il proprio disappunto per la sua noncuranza dell’opinione pubblica, dal momento che oltre un milione di manifestanti – circa un hongkonghese su 7 – sono scesi in strada per opporsi alla legge sull’estradizione durante il fine settimana.

I 208 membri del comitato che hanno firmato il comunicato rappresentano il 17 percento dei quasi mille e 2 cento membri del comitato.

Poco prima Lam era apparsa in lacrime durante un intervista con l’emittente di Hong Kong Tvb, nella quale ha ammesso che la legge era controversa, ma ha dichiarato di essersi «sacrificata» molto per la città.

Tuttavia, il parlamentare del Democratic Party, James To Kun-sun ha dichiarato all’Hong Kong Free Press che Lam stava versando «lacrime da coccodrillo».

72 feriti dopo gli scontri con i manifestanti a Hong Kong

Secondo la stampa locale, in seguito alle proteste del 12 giugno la polizia di Hong Kong ha dichiarato che 72 persone sono rimaste ferite, e due sono in condizioni critiche.

Verso le 3 del pomeriggio la situazione è diventata caotica, dopo che alcuni manifestanti hanno tentato di oltrepassare le linee della polizia. E le forze dell’ordine hanno reagito utilizzando spray al peperoncino, gas lacrimogeni, proiettili di gomma e bean bag al fine di disperdere i manifestanti.

Il governo di Hong Kong ha dichiarato che la discussione della legge presso il Consiglio Legislativo, che inizialmente era prevista per il 12 giugno, è stata rimandata a data da definirsi. Tuttavia, dal momento che il Consiglio Legislativo è controllato da una maggioranza pro Pechino è probabile che la legge venga approvata una volta in aula. Il presidente del Consiglio Legislativo Andrew Leung ha dichiarato che è necessario accelerare il processo legislativo e andare al voto il 20 giugno.

I manifestanti si sono ritirati nella strada vicino al Far East Finance Centre di Hong Kong dopo che la polizia ha sparato gas lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere la folla. (Dennis Law/The Epoch Times)

Articolo in inglese: LIVE UPDATES: Hong Kong Protest Organizer Is Planning Another Protest

 

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