«Cuties» di Netflix è l’ultimo esempio di come i nostri figli vengono sacrificati

L’autrice dell’articolo, Carol M. Swain, è una professoressa in pensione di scienze politiche e diritto alla Vanderbilt University. È la conduttrice del podcast «Be the People» e la fondatrice dell’associazione no profit «Be the People».

 

Netflix sta sfruttando la delicata situazione dello sfruttamento sessuale dei bambini, a scopo di lucro.

A favorire questa deplorevole situazione è Maïmouna Doucouré, la donna senegalese che ha diretto e prodotto il film francese Mignonnes che Netflix ha ribattezzato in inglese Cuties. Questo film contribuirà sicuramente all’aumento degli abusi e dello sfruttamento sessuale sui bambini.

Con grande sfacciataggine, la Doucouré ha descritto il suo film come un tentativo di portare consapevolezza sull’ipersessualizzazione dei bambini.

Beh, ci riesce sicuramente, ma non per scopi nobili.

Cosa potrebbe andare storto quando un regista sceglie di ingaggiare ragazze minorenni per impiegarle in danze sessualmente esplicite ed illustrare così al mondo i pericoli della sessualizzazione dei bambini? Tutto. Le scuse di Netflix per aver cambiato il nome del film e aver utilizzato un poster adatto a solleticare e stimolare i pedofili e altri pervertiti sessuali suonano vuote. Nel caso qualcuno ancora non lo sapesse, viviamo in una società in cui i bambini vengono venduti e acquistati come merce a beneficio degli adulti.

Tuttavia, Netflix ha reagito alle critiche, all’hastag di tendenza su Twitter #CancelNetflix, e alle iniziative di diversi parlamentari statunitensi, incoraggiando più persone a guardare il film invece di rimuoverlo dalla piattaforma.

La società ha rilasciato una dichiarazione in difesa del film, snobbando le lamentele dei critici: «Cuties è un documentario contro la sessualizzazione dei bambini. È un film pluripremiato e una storia forte, sulla pressione che le ragazze subiscono sui social media e dalla società durante la loro crescita, e incoraggiamo chiunque abbia a cuore queste importanti questioni a guardare il film».

In sostanza è come se una grande rete televisiva mandasse in onda un film per adulti per poi difenderlo come un racconto morale con qualità virtuose. Questo è più che raccapricciante; è malato e stupido.

Variety ha sottolineato che Netflix ha cambiato la descrizione del film che accompagna il suo poster salace, in un altro palese tentativo di distorcere la percezione dello sceneggiato. L’attuale descrizione è: «Rimasta affascinata da un gruppo di ballo dallo spirito libero, l’undicenne Amy inizia a ribellarsi alle tradizioni della sua famiglia conservatrice».  Mentre quella precedente era decisamente più ‘esplicita’: «Amy, 11 anni, rimane affascinata da un gruppo di ballo twerking. Sperando di unirsi a loro, inizia a esplorare la sua femminilità, sfidando le tradizioni della sua famiglia».

I dirigenti di Netflix stanno probabilmente scommettendo che l’indignazione del pubblico sarà di breve durata e che i profitti portati da Cuties e dal prossimo film che seguirà la sessualizzazione dei bambini ricompenseranno le sue perdite finanziarie.

Sempre più desensibilizzato

Quello su cui possono contare è un pubblico che sembra sempre più insensibile allo sfruttamento dei bambini. Un fenomeno che non è affatto così limitato come si potrebbe immaginare. Per fare un esempio, solo il 27 agosto il corpo degli U.S. Marshals ha annunciato di aver appena ritrovato e salvato 39 bambini scomparsi, nell’ambito dell’operazione Not Forgotten (non dimenticati); e sembra che almeno 26 dei bambini tratti in salvo fossero vittime della tratta sessuale.

La sessualizzazione dei bambini americani non è una novità. Nel 2016, Steve Feazel e l’autore di questo articolo hanno pubblicato il libro Abduction: How Liberalism Steals Our Children’s Hearts and Minds. Nel capitolo intitolato «Sexy kids», abbiamo avvertito i lettori a riguardo del programma aggressivo istituito nelle scuole pubbliche e private, che ordina di utilizzare materiali e quesiti per l’educazione sessuale, per insegnare ai bambini di 5 anni concetti come il rapporto vaginale, l’omosessualità e la masturbazione.

Questa spazzatura non è solo «là fuori», ma ora viene sbattuta in faccia a noi e ai bambini.

Hasbro, un noto produttore di giocattoli, è stato recentemente costretto a rimuovere una bambola troll che aveva un pulsante di risatina tra le sue gambe. Molti ritengono che il giocattolo avrebbe la conseguenza negativa di predisporre positivamente i bambini a un incontro con un pedofilo.

Se questo non fosse abbastanza per domandarsi cosa stia succedendo, basti guardare le leggi della California in materia di depenalizzazione della prostituzione minorile e l’esenzione di alcuni pedofili dalla registrazione obbligatoria con lo Stato, se si impegnano in comportamenti sessuali con bambini consenzienti. Entrambe le leggi della California avvantaggiano gli adulti che sfruttano i bambini e l’industria cinematografica messa a nudo dal movimento #MeToo.

La controversia sulla decisione di Netflix di acquistare e amplificare il contenuto del film cambiando il nome in Cuties da Mignonnes e rendendo il poster più provocante, considerandolo innocuo, arriva in un momento in cui Hollywood e il cinema in generale vengono denunciati spesso per lo sfruttamento dei bambini.

A luglio è uscito il film Showbiz Kids della HBO «dell’ex star bambino Alex Winter», dove vengono riportate le storie di bambini star che sono stati violentati e molestati da un’industria che li svaluta più o meno allo stesso modo in cui la nostra società svaluta i non nati.

Come si può agire per fare la differenza? Si può sicuramente scegliere di annullare il proprio abbonamento Netflix e far sentire a Netflix le conseguenze economiche.

Forse una risposta migliore e più efficace sarebbe quella di annullare l’abbonamento e dare un’occhiata a ciò che sta accadendo ai programmi scolastici pubblici e alla propaganda che gli insegnanti progressisti alimentano quotidianamente sui nostri figli.

Il danno quotidiano derivante da un curriculum di educazione sessuale ipersessualizzato, guidato da uno specifico programma, è probabilmente di gran lunga peggiore del film Cuties, anche se il silenzio del pubblico su un film del genere lascerà sicuramente il posto al prossimo film ancora più esplicito.

C’è parecchio da fare. L’America ha perso la sua innocenza e ha sacrificato i suoi figli. Cosa farà allora, ognuno di noi, per reclamare i valori e i principi che un tempo dominavano il mondo?

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: Netflix’s ‘Cuties’ the Latest Instance of Sacrificing Our Children

 
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