Capitolo 6: La ribellione contro Dio

Lista dei capitoli


The Epoch Times sta pubblicando la traduzione del libro Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo, dagli autori del libro Nove commentari sul Partito comunista.


Indice dei contenuti

1. In Oriente: la rivolta violenta contro Dio
a. Come l’Unione Sovietica ha distrutto le religioni ortodosse con la violenza
b. Il Partito Comunista Cinese: distruggere la cultura e la religione; recidere il legame tra l’Umanità e Dio
• La distruzione della cultura tradizionale cinese da parte del PCC
• La demolizione della cultura tradizionale parte dalle fondamenta
• La persecuzione religiosa

2. In Occidente: infiltrarsi e reprimere la religione
a. Le infiltrazioni nelle istituzioni religiose
b. Le restrizioni imposte alla religione

3. La contorta “teologia” dello Spettro del Comunismo

4. Le religioni sono nel caos
a. La tragedia della pedofilia
b. Il business della “fede” in Cina

Note bibliografiche


Introduzione

La maggior parte dei popoli del mondo ha propri miti e leggende che affondano nell’antichità, nei quali si affronta il tema della creazione dell’Umanità da parte delle rispettive divinità (“a propria immagine e somiglianza” è presente in molte culture); di fatto hanno posto le basi per la cultura e i principi morali di quegli stessi popoli.

Queste tradizioni “tracciano un sentiero” di ritorno ai Cieli per chiunque creda nelle divinità. In Oriente e in Occidente viene tramandato di come, rispettivamente, Nüwa e Yahweh abbiano creato i propri popoli.

Le divinità esortano gli uomini a seguire i loro comandamenti, pena il dover pagare per le cattive azioni da essi stessi commesse. È quando il degrado morale si diffonde senza più alcun controllo, che le divinità distruggono l’Umanità, così da preservare la purezza dell’universo. In diverse culture esistono leggende di grandi inondazioni che hanno annientato la civiltà esistente all’epoca, alcuni di questi avvenimenti sono stati documentati in dettaglio.

Al fine di mantenere la moralità degli esseri umani, in determinati periodi storici degli esseri illuminati (ossia delle divinità) o dei profeti si incarnano nel mondo umano per rettificare i cuori degli uomini; l’obiettivo è sia evitare che questi ultimi vengano distrutti, sia guidare la civiltà a svilupparsi e maturare. Tra queste figure si possono citare Gesù Cristo (il Figlio di Dio) e Mosè in Occidente; Laozi in Oriente; Siddhārtha Gautama Sakyamuni (il Budda) in India; Socrate nell’antica Grecia.

La Storia dell’Umanità e il suo patrimonio culturale sono di aiuto per arrivare a comprendere cosa siano i Budda, i Tao e le divinità, cosa significhi credere in Dio e praticare la coltivazione spirituale. Le diverse scuole di pratica di coltivazione spirituale insegnano infatti a discernere la rettitudine dalla malvagità, a distinguere il Vero dal Falso e il Bene dal Male. Non solo: prima della “Fine dei Tempi”, le religioni insegnano ad attendere il ritorno del Creatore sulla Terra, per poter essere salvati e fare ritorno nei Cieli.

Una volta recisa la connessione personale con Dio – il Padre Creatore – la moralità della società subisce un crollo verticale. È questa la ragione dietro la scomparsa di diverse società, nel corso della Storia: la leggendaria civiltà di Atlantide, si inabissò mare nel giro di una notte.

In Oriente, in particolare in Cina, le fedi religiose sono fortemente radicate nei cuori delle persone poiché costituiscono parte integrante delle culture tradizionali di quei popoli.

Per questo motivo sarebbe stato difficile ingannare i cinesi e far accettare loro l’Ateismo. Per sradicare i 5000 anni di cultura cinese, lo Spettro del Comunismo ha perciò dovuto utilizzare la violenza su larga scala, eliminando fisicamente le élite che avevano ereditato la cultura tradizionale; solo successivamente ha potuto servirsi della sua falsa ideologia per trarre in inganno, una dopo l’altra, le giovani generazioni.

In Occidente, come nel resto del mondo, le religioni e le diverse fedi sono le principali forme di mantenimento della connessione tra le persone e Dio, oltre ad essere i pilastri su cui poggiano gli standard morali. Nonostante lo Spettro non sia riuscito ad insediare i regimi tirannici comunisti che è riuscito ad imporre ad Oriente, ha comunque raggiunto l’obiettivo di distruggere le religioni ortodosse e di corrompere gli esseri umani; ingannandoli sul piano intellettuale, diffondendo ogni tipo di comportamenti devianti ed infiltrandosi all’interno della società ad ogni livello.

1. In Oriente: la rivolta violenta contro Dio

a. Come l’Unione Sovietica ha distrutto le religioni ortodosse con la violenza

Nel Manifesto del partito comunista è richiesto di distruggere la famiglia, la Chiesa e lo Stato nazionale.

D’altra parte è ovvio che la sovversione e l’eliminazione di ogni religione debba essere uno dei degli obiettivi fondamentali del partito comunista: Marx era stato un credente in Dio prima di diventare seguace di Satana, ed era chiaramente consapevole dell’esistenza delle divinità e dei demoni. Marx vedeva chiaramente che sarebbe stato difficile per le persone — specialmente per i credenti — accettare una ideologia demoniaca se proposta in modo esplicito.

Fu per questo motivo che fin da subito Marx consacrò il Comunismo all’Ateismo: «La religione è l’oppio dei popoli» e «Il comunismo comincia subito con l’ateismo»[1] e così via.

Per il padre del Comunismo, dunque, non è necessario che le persone si mettano a venerare Satana direttamente: è “sufficiente” che non credano più in Dio. In questo modo lo Spettro potrà corromperle e dimorare, a loro insaputa, nella loro anima fino a trascinarle all’inferno.

È per questo motivo che tutti partiti comunisti recitano: «Non c’è mai stato alcun salvatore del mondo, / Né divinità o imperatori dai quali dipendere. / Affinché l’Umanità trovi la felicità / Dobbiamo dipendere interamente da noi stessi!».

Mentre Karl Marx denigrava le religioni e le divinità rette sul piano teorico, Vladimir Il’ič Ul’janov “Lenin” utilizzò la macchina dello Stato per attaccarle direttamente, una volta preso il potere in Russia nel 1917. Lenin fece ricorso alla violenza fisica e alla pressione psicologica per reprimere le religioni ortodosse e la retta fede, con l’obiettivo di costringere le persone ad abbandonare Dio.

Nel 1919 Lenin iniziò l’eliminazione della religione su vasta scala, sostenendo che non si dovevano più diffondere questo genere di “credenze antiche”.

Nel 1922, Lenin approvò poi una risoluzione segreta, secondo cui le proprietà di un certo valore, specialmente quelle delle istituzioni religiose più ricche, andavano espropriate «con spietata risolutezza, non lasciando nulla nel dubbio e nel più breve tempo possibile». Lenin aggiunse che: «Più sono i rappresentanti del clero e della borghesia reazionaria che riusciamo a fucilare in questa fase meglio è, perché “il pubblico” deve imparare la lezione esattamente ora, in modo tale da non osare neanche pensare ad un qualsiasi tipo di resistenza nei decenni a venire»[2].

Per un certo periodo, quindi, le proprietà ecclesiastiche in Russia furono oggetto di saccheggi, le chiese e monasteri furono chiusi, i membri del clero subirono incarcerazioni di massa, mentre quelli di fede ortodossa venivano appunto fucilati.

Negli anni ’30, morto Lenin, il suo successore, Iosif Vissarionovič Džugašvili “Stalin”, diede a sua volta il via ad un’operazione di pulizia estremamente crudele, dalla quale furono esclusi solo i membri del partito comunista; intellettuali e religiosi furono invece tutti sterminati.

Stalin impose all’Unione Sovietica un piano quinquennale di promozione dell’Ateismo; lo scopo era che, una volta completato (quando l’ultima chiesa sarebbe stata chiusa e l’ultimo prete sarebbe stato eliminato), l’Unione Sovietica sarebbe diventata terreno fertile per l’ateismo comunista e ogni traccia di religione sarebbe stata eliminata per sempre.

Secondo stime prudenti, questo programma di sistematico sterminio causò la tortura a morte 42 mila sacerdoti. Nel 1939, le chiese ortodosse nell’intera Unione Sovietica erano solo un centinaio, contro le 40.400 presenti prima che i sovietici prendessero il potere. Nel complesso, il 98 per cento delle chiese ortodosse e monasteri presenti nell’intera Unione Sovietica furono chiusi. Stessa sorte toccò anche alle chiese cattoliche.

Durante questo periodo, gli esponenti appartenenti alle élite culturali e gli intellettuali in generale furono mandati in massa nei Gulag, o messi al muro e fucilati.

Durante la Seconda guerra mondiale, Stalin attenuò apparentemente la persecuzione della Chiesa ortodossa e della Chiesa cattolica, dando l’illusione di potersi riconciliare con queste religioni; in realtà non si trattava che di una strategia, mirata ad approfittare delle risorse finanziarie della Chiesa e della sua forza lavoro in modo da poter resistere alla Germania. Una strategia che aveva anche un disegno più profondo: esercitare un rigido controllo sulle chiese appena “ristabilite”, sia quella ortodossa che quella cattolica, al fine di distruggere gli autentici valori delle religioni tradizionali.

Ad esempio: Alessio II, patriarca dell’ex Unione Sovietica, fu promosso vescovo della Chiesa ortodossa nel 1961 e poi arcivescovo nel 1964, diventando infine patriarca di Mosca nel 1990, prima della disintegrazione dell’Unione Sovietica. Dopo il collasso dell’Unione Sovietica, furono per breve tempo aperti gli archivi del servizio segreto sovietico, il KGB, dai quali emerse come Alessio II in realtà lavorasse per il KGB stesso.

In seguito, lo stesso Alessio II confessò di essere sceso a compromessi e di essere stato un agente dei sovietici, facendo pubblica ammenda: «Per difendere una parte, è stato necessario agire da un’altra parte. Chi, in Unione Sovietica – tra le associazioni di vario genere o persone che dovevano assumersi la responsabilità, non solo per se stesse ma per migliaia di altri destini – non è stato in quegli anni obbligato ad agire in quel modo? Tuttavia, davanti a queste persone (e non solo davanti a Dio) alle quali questi compromessi, il silenzio, la passività forzata o le espressioni di lealtà permesse dai leader della Chiesa in quegli anni hanno causato dolore, io chiedo perdono, comprensione e preghiere[3]».

Sotto il controllo dello Spettro del Comunismo la religione è stata quindi trasformata in uno strumento di inganno e di lavaggio del cervello.
Il comunismo sovietico, tuttavia, non si limitò a mantenere questo tipo di religione “addomesticata” all’interno del proprio territorio, ma estese sistematicamente la sua maligna influenza in tutto il mondo.

b. Il Partito Comunista Cinese: distruggere la cultura e la religione; recidere il legame tra l’Umanità e Dio

Sebbene in Cina non esista un’unica religione per l’intera popolazione, il popolo cinese ha sempre fermamente creduto nelle divinità e nei Budda. La storia della religione in Cina è unica: a differenza di altre parti del mondo, dove storicamente i conflitti religiosi sono stati numerosi, qui Confucianesimo, Buddismo, Taoismo (e persino religioni occidentali) hanno sempre convissuto pacificamente. Queste fedi religiose sono, inoltre, l’essenza della cultura tradizionale cinese.

Nonostante la grande alluvione che causò la distruzione dell’Umanità, i cinesi riuscirono a preservare la propria civiltà nella sua interezza e continuarono a svilupparla ininterrottamente per 5 mila anni, creando una nazione caratterizzata da uno splendore e da una magnificenza tali da guadagnarsi la stima di numerose nazioni.

La Cina era infatti chiamata “Impero celeste”: la sua cultura influenzò profondamente l’intera regione asiatica, portando alla formazione di un’area di influenza culturale cinese. L’apertura della Via della Seta e la diffusione delle Quattro grandi invenzioni (la carta, la bussola, la polvere da sparo e la stampa) in Occidente, ebbero l’effetto di promuovere la civilizzazione di tutta l’Umanità, influenzando lo sviluppo dell’Europa e persino del mondo intero.

• La distruzione della cultura tradizionale cinese da parte del PCC

La cultura e la spiritualità religiosa del popolo cinese hanno un carattere assolutamente unico e straordinario nella Storia umana. Nel corso di 5000 anni di Storia, sono divenute la quintessenza del loro modo di essere. Per questo motivo sono diventate il bersaglio principale dello Spettro del Comunismo.

Tuttavia – come si è già accennato – riuscire ad ingannare facilmente un popolo raffinato come era quello cinese dell’epoca, inducendolo a rinunciare alla propria identità, buttando alle ortiche millenni di cultura tradizionale e di credenze spirituali per accettare, in cambio, l’ideologia occidentale del comunismo, era semplicemente impossibile.

Quindi il PCC dovette ricorrere ad una strategia da adottare nel corso di decenni. Una strategia composta di menzogne e tattiche fra le più malvagie ed inumane, oltre che a continue campagne di martellante propaganda politica.

Anche in Cina il Comunismo è, fin dalla sua prima apparizione, un sistema di dominio assoluto, una tirannide fondata sulla distruzione dell’essenza della religione, sulla persecuzione degli intellettuali e sulla distruzione della cultura tradizionale in ognuna delle sue componenti: opere architettoniche, templi, oggetti di valore storico-culturale, dipinti antichi eccetera.

Il Partito Comunista Cinese, dal momento stesso in cui ha preso il potere, ha insomma fatto ogni cosa in suo potere per spezzare il legame tra l’Umanità ed il divino.

Da una parte il PCC portava avanti l’opera di distruzione della cultura tradizionale, dall’altra costruiva sistematicamente una propria cultura, fondata sul male, per riformare ed irreggimentare i cinesi che risparmiava dai massacri, trasformandoli a loro volta in strumenti di distruzione della cultura tradizionale e, in alcuni casi, in assassini.

Il PCC ha sempre saputo utilizzare a proprio vantaggio i mezzi più diversi al fine di soggiogare e manipolare il popolo cinese: dal fare leva sull’avidità al lavaggio del cervello in nome di una “rieducazione politica”.

• La demolizione della cultura tradizionale parte dalle fondamenta

I proprietari terrieri e la piccola nobiltà rurale, insieme ai mercanti, ai funzionari e ai letterati delle aree urbane, costituivano l’élite della cultura tradizionale cinese, ne erano i portatori, i testimoni ed i tramandatori.

Nelle prime fasi successive alla presa del potere nel 1949, il PCC mise in atto di una serie di operazioni e movimenti, come la riforma agraria, le campagne di repressione dei controrivoluzionari e contro i “Tre Anti” e i “Cinque Anti”; lo scopo era massacrare i proprietari terrieri, la piccola nobiltà nei villaggi e i benestanti nelle città. Da una parte il PCC faceva razzia delle ricchezze altrui, dall’altra creava un clima di terrore, annientando in questo modo quegli “strati superiori” della società che erano i primi depositari della cultura tradizionale.

Allo stesso tempo, utilizzando i metodi degli “adeguamenti istituzionali” —  per “riformare ideologicamente” gli studiosi, gli scienziati e gli accademici indottrinandoli al Materialismo, all’Ateismo ed alle teorie evoluzionistiche — il PCC creò un sistema solido per attuare il lavaggio del cervello ai danni delle nuove generazioni di studenti, instillando in essi sentimenti di odio nei confronti della cultura tradizionale. Nell’ambito del Movimento Anti-Destra degli anni ‘50  tutti gli intellettuali che non si sottomettevano all’ideologia del PCC venivano condannati alla rieducazione tramite il lavoro forzato e deportati. In questo modo, gli accademici i cui punti di vista erano stati fino ad allora rispettati e presi come modello dalla società, divennero oggetto di scherno e derisione.

Questa azione di pulizia intellettuale interruppe, ovviamente, quel processo di trasmissione della cultura tradizionale che si andava avanti da centinaia di secoli. Le nuove generazioni cinesi – cresciute prive di quella preziosissima eredità culturale – persero di conseguenza la capacità di portare avanti una sana socializzazione e quindi la possibilità crescere sul piano culturale, attraverso l’interazione con i soggetti sociali che costituiscono l’ambiente di vita naturale dell’essere umano: la famiglia, i luoghi di origine, la scuola e la società nel suo insieme. Questo spiega per quale motivo oggi i cinesi (giovani e meno giovani) siano individui non solo tendenzialmente amorali, ma anche vuoti, anonimi e del tutto privi di una reale cultura.

Successivamente al Movimento Anti-Destra, in Cina non esisteva più alcuna voce indipendente, che provenisse dalla famiglia, dalla scuola o dalla società. Il Partito Comunista Cinese, tuttavia, non era ancora soddisfatto: i più anziani (quelli rimasti vivi e/o sopravvissuti al lavaggio del cervello) ancora preservavano la memoria della cultura tradizionale ed i suoi “emblemi materiali”, come i prodotti artigianali o le opere architettoniche, che si trovavano ancora ovunque; senza considerare che valori della tradizione potevano ancora essere trasmessi attraverso le arti.

Nel 1966, quindi, il PCC ordinò una specifica e capillare campagna di distruzione della cultura tradizionale: la famigerata Grande rivoluzione culturale di Mao. Utilizzando i giovani che avevano subito un rimodellamento ideologico il PCC incanalò la naturale irrequietezza adolescenziale, per arrivare alla distruzione dei “Quattro vecchi”: vecchi pensieri, vecchia cultura, vecchie usanze e vecchie abitudini. Questa fu la fine della millenaria cultura cinese: in quello che fu uno scenario apocalittico palazzi, monasteri, templi, statue e dipinti buddisti, manufatti ed ogni genere di sito che avesse un qualche valore culturale, veniva totalmente raso al suolo e distrutto.

L’essenza della cultura cinese, che era stata preservata e tramandata per millenni, venne annientata da un giorno all’altro, i danni furono irreparabili. Prima della Grande rivoluzione culturale si contavano oltre cinquecento templi e monasteri nella sola Pechino ed in ognuna delle migliaia di città e villaggi della Cina esistevano antiche mura, templi e monasteri; i reperti archeologici erano ovunque: spesso era sufficiente scavare mezzo metro per portare alla luce manufatti della Storia più recente e, scavando fino a sei metri di profondità, si potevano recuperare infinità manufatti delle precedenti dinastie. Di tutto questo, oggi, non rimane praticamente più nulla.

La campagna di distruzione dei Quattro vecchi, quindi, non si limitò a radere al suolo i siti di pratica religiosa, di preghiera e di coltivazione – gli antichi luoghi che rappresentavano l’armonia tra l’Umanità e il Cielo – ma andò ben oltre, sradicando dal cuore dei cinesi i loro principi retti più fondamentali, come ad esempio la fede nell’armonia tra gli esseri umani e il cosmo.

Inoltre, per eliminare del tutto il legame dei cinesi con i propri antenati e le proprie divinità, il PCC iniziò a disprezzare e a insultare apertamente la cultura tradizionale cinese. Nelle culture di tutto il mondo, normalmente, si porta rispetto verso gli antenati ed i grandi personaggi della Storia e si esprime apprezzamento e rispetto per le proprie tradizioni.

Allo stesso modo, i saggi ed i filosofi cinesi avevano lasciato una cultura di un valore inestimabile, che non apparteneva solo alla Cina ma che costituiva un patrimonio per l’intera Umanità. Un patrimonio che, purtroppo, per gli emissari del PCC non valeva nulla.

Nel corso della Storia, è obiettivamente molto raro trovare un Paese in cui non solo non si rispettino, ma che addirittura si insultino in tal modo i propri antenati. Questo è successo nella Cina comunista, dove il regime è riuscito a mettere il popolo contro i propri antenati, e persino contro Dio.

Per molti, questo tipo di tradizioni e di valori spirituali possono apparire come credenze di scarsa importanza. La realtà è che quando gli esseri umani recidono i propri legami con le divinità, l’inevitabile conseguenza che ne deriva è la perdita della protezione da parte di esse. La società si avvicina a un pericoloso abisso.

• La persecuzione religiosa

Il credo religioso è dunque una componente cruciale della cultura tradizionale cinese. Le fedi religiose professate in Cina (e note in tutto il mondo) del Taoismo, Buddismo e Confucianesimo, si sono intrecciate nel corso del tempo, mantenendo il loro splendore durante i cinque millenni di Storia cinese, ai quali hanno contribuito anche diverse religioni occidentali.

Nel 1949, i comunisti presero il potere in Cina con la violenza, mettendo in pratica il già collaudato modello sovietico: da un lato, promossero l’ateismo attaccando sul piano ideologico la fede in Dio; dall’altro, perseguitarono con la violenza le religioni allo scopo di annientarle, arrivando a eliminare fisicamente i fedeli. La persecuzione dei praticanti delle fedi ortodosse si aggravò progressivamente negli anni, fino a raggiungere il picco nel 1999, con la spietata e raccapricciante persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong.

A partire dal 1949, il Partito Comunista Cinese iniziò a perseguitare le religioni su vasta scala, negando il diritto alle riunioni “a carattere religioso”. Innumerevoli copie della Bibbia e delle sacre scritture di diverse religioni vennero date alle fiamme; venivano inflitte spietate punizioni ai fedeli di religioni come quella cristiana, cattolica, taoista e buddista, a cui si sommavano l’obbligo di “pentimento” e di iscrizione al partito.

Nel 1951, il PCC dichiarò esplicitamente che chiunque avesse continuato a partecipare a incontri religiosi sarebbe stato giustiziato o condannato all’ergastolo. Numerosi monaci buddisti furono cacciati dai templi o costretti a vivere e a lavorare in ambienti laici.

I sacerdoti delle diverse religioni cristiane – occidentali e cinesi – che vivevano in Cina vennero incarcerati e torturati, i fedeli giustiziati o costretti ai lavori forzati per poi essere “riformati” secondo i dogmi del comunismo.

Dopo il 1949, oltre 5 mila vescovi e preti cattolici cinesi subirono l’incarcerazione o furono giustiziati e solo poche centinaia riuscirono a salvarsi. Oltre 11 mila cinesi di fede cattolica furono uccisi, numerosi altri vennero arrestati arbitrariamente o costretti a pagare “multe” esorbitanti. Secondo statistiche tuttora incomplete, si stima che durante i primi anni di potere del PCC vi siano stati circa tre milioni di religiosi colpiti dalla persecuzione (uccisi o arrestati).

Analogamente al PCUS, per rafforzare il controllo sulla religione il PCC istituì delle “agenzie di regolamentazione” per ciascun gruppo religioso, come l’Associazione taoista cinese, l’Associazione buddista cinese; a controllo dei cattolici, il PCC creò l’Associazione Patriottica Cattolica Cinese (ancora operativa al giorno d’oggi) dotata di potere assoluto sui cinesi laici o ecclesiastici di religione cattolica.

Tutte queste “associazioni religiose” sono costrette a seguire i diktat del PCC, che ne controlla individualmente i membri riformando il loro pensiero, per mantenerli sul piano di una religiosità “di facciata” e funzionale alle politiche del Partito. Su un altro piano, lo Spettro si è sempre servito di queste associazioni quale strumento operativo, al fine di seminare discordia e corrompere dall’interno le religioni ortodosse.

Il buddismo tibetano ha, a sua volta, subito il medesimo trattamento: dopo aver occupato militarmente il Tibet nel 1950, il PCC iniziò a perseguitare senza pietà anche il buddismo tibetano. Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama, fuggì dal Tibet nel 1958 e da allora è costretto a vivere in esilio in India, fatto che il PCC considera un atto di ribellione.

Nel maggio 1962, il decimo Panchen Lama presentò al Consiglio di Stato del PCC una relazione sul sabotaggio da parte del Partito stesso della cultura tibetana, in particolare delle sue tradizioni buddiste. Questo era il testo:

«In merito alla distruzione delle statue buddiste, delle scritture buddiste e degli stupa buddisti, a parte pochi monasteri, compresi i quattro grandi monasteri che erano stati protetti, per gli altri monasteri del Tibet e per i villaggi, le piccole città e i paesini nelle vaste aree agricole, alcuni dei nostri ufficiali militari Han [persone di etnia cinese, NdT] hanno pianificato una strategia, i nostri quadri tibetani si sono mobilitati ed alcune persone tra gli attivisti che non ne capivano la ragione hanno eseguito la strategia. Hanno usurpato il nome delle masse e, ponendosi al comando di queste, le hanno scatenate come fossero ondate d’acqua per eliminare le statue di Budda. Hanno gettato le scritture buddiste e gli stupa in acqua o per terra, facendole a pezzi o fondendole. Hanno distrutto in modo dissennato, selvaggio e frenetico monasteri, sale buddiste, pietre Mani e gli stupa, rubando diversi ornamenti dalle statue dei Buddha e oggetti preziosi dagli stupa buddisti.

Dal momento che il governo non faceva distinzioni nell’acquisto di metalli non ferrosi, ha acquistato numerose statue di Buddha, stupa e vasi per le offerte, prodotti con metalli non ferrosi, e non ha esitato nell’incoraggiare a distruggere questi oggetti. Di conseguenza, alcuni villaggi e monasteri apparivano come se non fossero il risultato della costruzione ponderata da parte dell’uomo, ma come se fossero stati distrutti da bombardamenti o come se fossero passati attraverso una guerra. Una sofferenza guardarli. Il PCC ha insultato le religioni senza alcuno scrupolo, usando i Tripitaka come fertilizzanti, e le immagini di Buddha e i sutra buddisti per fabbricare scarpe. Un delirio assoluto. Dal momento che hanno fatto cose che nemmeno dei malati di mente farebbero, persone appartenenti a tutti i ceti sociali sono rimaste completamente scioccate, emozionalmente confuse, profondamente scoraggiate ed avvilite. I loro volti erano coperti di lacrime e si udivano grida ovunque: «Il nostro è diventato un luogo oscuro[4]».

Con l’inizio della Rivoluzione Culturale nel 1966, numerosi monaci (i lama) tibetani furono costretti a tornare nel mondo secolare e un gran numero di preziose scritture furono date alle fiamme.

Nel 1976, dei 2.700 templi che esistevano originariamente in Tibet solamente otto erano ancora presenti. Anche il tempio più importante della regione, il Tempio di Jokhang, costruito più di 1.300 anni fa (prima della dinastia Tang), fu saccheggiato durante la Grande rivoluzione culturale.

In Cina, la coltivazione taoista ha una storia antica: oltre 2.500 anni fa, Laozi lasciò il Tao Te Ching [Libro della Via e della Virtù], la sacra scrittura composta da cinquemila caratteri che è l’essenza della coltivazione taoista. La diffusione del Tao Te Ching non si è limitata solo all’Oriente, ma è stato tradotto anche in diversi in Paesi occidentali.

Durante la Grande rivoluzione culturale, la figura di Laozi fu ferocemente attaccata: considerato un ipocrita, il suo trattato venne etichettato come una “superstizione feudale”.

I principi fondamentali del Confucianesimo erano: benevolenza, rettitudine, inclinazione morale a fare del bene, condotta virtuosa, saggezza e fiducia. Confucio aveva quindi stabilito, per le generazioni a venire, degli standard morali. Il PCC considerava inutile il pensiero tradizionale del Confucianesimo su come una persona dovrebbe vivere e rispettare gli standard morali.

Durante la Grande rivoluzione culturale, dunque, le Guardie rosse si recarono a Qufu (città natale di Confucio) per distruggere un gran numero di libri antichi così come migliaia di lapidi, tra cui anche quella di Confucio stesso.

Nel 1974 – quando ormai la Grande rivoluzione culturale volgeva al termine – il PCC diede inoltre inizio ad un ulteriore movimento chiamato “Critichiamo Lin Biao, critichiamo Confucio”, dallo slogan scandito nei raduni di massa.

Ancora più brutale e tragica è la persecuzione – tutt’ora in atto – lanciata nel luglio 1999 da  Jiang Zemin. all’epoca a capo del Partito Comunista Cinese, contro la pratica spirituale del Falun Gong (conosciuto anche come Falun Dafa) e contro suoi coltivatori, persone che si sforzano di assimilare sé stessi ai principi universali di Verità, Compassione e Tolleranza, nella vita di tutti i giorni.

La persecuzione contro la Falun Dafa ha raggiunto livelli di atrocità, amoralità ed inumanità mai raggiunti nella Storia dell’Umanità con il prelievo forzato di organi. Migliaia di praticanti del Falun Gong hanno subito (e continuano a subire) il prelievo dei propri organi, mentre sono ancora in vita. Un racket internazionale del traffico di organi al cui centro – come hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio diverse inchieste indipendenti [5]– si trovano numerosi funzionari di ogni livello del PCC; alcuni Parlamenti nazionali occidentali hanno condannato apertamente la repressione del Falun Gong e il prelievo forzato di organi

In pochi decenni il PCC ha completamente devastato migliaia di anni di cultura tradizionale cinese, i valori morali, le credenze spirituali. Con il popolo cinese che non crede più nelle divinità, il risultato è un’esistenza priva di valori morali e la corruzione la fa da padrona; la società peggiora giorno dopo giorno.

2. In Occidente: infiltrarsi e reprimere la religione

Lo Spettro del Comunismo ha colpito le religioni ed i credenti anche nei Paesi non comunisti. Servendosi del denaro e delle spie sovietiche e cinesi, si è infiltrato nelle istituzioni religiose occidentali (a volte stravolgendo le fedi rette dall’interno, altre attaccandole direttamente) introducendo elementi di base delle ideologie di stampo marxista all’interno delle religioni tradizionali. Una strategia straordinariamente subdola, diabolica, che ha creato un “intercambio religioso”, dando modo ai credenti di continuare a pregare ed a professare le proprie fedi in religioni che, di fatto, sono ormai irrimediabilmente deformate dallo Spettro Comunismo.

a. Le infiltrazioni nelle istituzioni religiose

Curtis Bowers è stato il produttore e regista di Agenda – Grinding America Down, un documentario che si concentra sulla presenza dell’ideologia comunista negli Stati Uniti. Durante il suo lavoro Bowers ha ritrovato la testimonianza Manning Johnson, un membro di alto rango del Partito Comunista degli Stati Uniti, davanti al Congresso nel 1953:

«Una volta stabilita, da parte del Cremlino, la tattica dell’infiltrazione religiosa, gli effettivi meccanismi per l’attuazione della “nuova linea” si dovevano avviare seguendo le esperienze generali del movimento ecclesiastico in Russia. [In quel Paese], secondo i comunisti, la distruzione della religione avrebbe potuto realizzarsi in maniera molto più rapida ricorrendo appunto all’infiltrazione nella Chiesa da parte di agenti comunisti che operassero all’interno della Chiesa stessa. […] In generale, l’idea era di spostare l’attenzione del pensiero clericale dal tema spirituale a quello materiale e politico, ove per politico si intende, ovviamente, la politica basata sulla dottrina comunista della conquista del potere. L’enfasi, quindi, invece che sulle questioni spirituali e dell’anima, veniva spostata su quelle cose che, nel complesso, conducevano verso il programma comunista delle “richieste immediate”. Queste richieste sociali, ovviamente, erano di una natura tale che combattere per esse avrebbe significato indebolire la nostra società presente e prepararla per la conquista finale da parte delle forze comuniste».

Lo Spettro del comunismo ha agito ed agisce esattamente in questo modo. Ad esempio, alcuni marxisti si infiltrarono nelle chiese cristiane degli Stati Uniti: negli anni ’80 e ’90, frequentarono i seminari, deviando con i loro insegnamenti generazioni e generazioni di preti e pastori, che poi a loro volta influenzarono la religione cristiana in tutti gli Stati Uniti.

Momchil Metodiev uno storico bulgaro, dopo lunghe ricerche negli archivi del Partito Comunista Bulgaro risalenti all’era della Guerra fredda, ha rivelato come la rete di spionaggio comunista dell’Est Europa avesse strettamente collaborato con i comitati religiosi del partito. L’obiettivo era infiltrarsi nelle organizzazioni religiose internazionali e poterle quindi influenzare[6].

Su scala globale, un’organizzazione che è stata pesantemente infiltrata dal Comunismo nell’Europa dell’est è il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC). Fondato nel 1948, il CEC è un organo di grande importanza sul piano internazionale, che permette il dialogo tra le varie chiese cristiane del mondo; i suoi membri appartengono alle diverse chiese delle principali forme del Cristianesimo e rappresentano circa 590 milioni di persone in 150 nazioni. Il CEC è stata la prima organizzazione religiosa internazionale ad aprire le porte ai Paesi comunisti tra i propri membri (inclusa l’Unione Sovietica e i suoi Stati satellite) durante la Guerra fredda, oltre che accettarne il sostegno finanziario.

L’infiltrazione comunista nel CEC ha determinato importanti vittorie per i comunisti, inclusa l’elezione dell’ortodosso russo Nikodim, vescovo di Leningrado, a presidente del CEC nel 1975; altra vittoria particolarmente rilevante è stata quella di avere la spia comunista bulgara Todor Sabev come vicesegretario generale dell’organizzazione dal 1979 al 1993. Lo storico Momchil Metodiev fa notare come, negli anni ‘70, Nikodim abbia guidato l’infiltrazione sotto la direzione del KGB e con il sostegno dei vescovi e degli agenti segreti in Bulgaria[7].

Basandosi su un documento del KGB del 1969, Christopher Andrew, storico e professore dell’Università di Cambridge, scrisse che durante la Guerra fredda, alcuni importanti rappresentanti della Chiesa ortodossa russa e membri del CEC lavoravano segretamente per il KGB, esercitando un’influenza occulta sulle politiche e sulle operazioni dello stesso CEC. Un documento desecretato del KGB del 1989 mostra come questi rappresentanti della Chiesa ortodossa russa controllati dal KGB, fossero riusciti ad inserire con successo il loro programma in quello delle comunicazioni pubbliche del CEC[7].

Una volta capito come i comunisti dell’Europa orientale abbiano potuto infiltrarsi e manipolare le chiese, non è difficile capire perché, ad esempio, nel gennaio 1980 il CEC  abbia ignorato l’opposizione dei propri membri, continuando a finanziare il Fronte Patriottico dell’Unione Nazionale Africana di Zimbabwe (ZANU-PF), un famigerato gruppo di guerriglieri comunisti noti per gli assassini dei missionari e gli attentati ai voli di linea.

Il CEC ha permesso inoltre l’infiltrazione del PCC attraverso il Consiglio Cristiano Cinese, un’organizzazione creata dal PCC stesso, finalizzata al controllo della religione; il Consiglio è l’unico rappresentante ufficiale della Cina comunista all’interno del CEC e, grazie all’influenza finanziaria, il CEC ha per anni assecondato gli interessi del Partito Comunista Cinese.

Il segretario generale del CEC ha inoltre fatto visita ufficiale in Cina all’inizio del 2018, incontrando diverse organizzazioni cristiane controllate dal Partito, compresi il Consiglio Cristiano Cinese, il Comitato Nazionale del Movimento Patriottico Protestante Cinese delle Tre Autonomie e l’Amministrazione Statale per gli Affari Religiosi.

In Cina, il numero dei membri appartenenti a gruppi cristiani non ufficiali (le cosiddette “chiese sotterranee” e considerate dissidenti) è notevolmente superiore a quello delle organizzazioni ufficiali; tuttavia, per evitare attriti con il regime cinese, i delegati del CEC non hanno mai organizzato incontri con nessuno di questi gruppi cristiani, ufficialmente non riconosciuti.

b. Le restrizioni imposte alla religione

L’infiltrazione dello Spettro in Occidente è totale ad ogni livello. La religione è stata colpita da ideologie e comportamenti denigratori nei confronti di Dio: concetti di derivazione comunista quali “separazione tra Stato e Chiesa” e “politicamente corretto”, sono stati utilizzati per emarginare e sabotare le religioni rette e ortodosse.

Gli Stati Uniti sono stati fondati come un’unica nazione sottoposta a Dio: tutti i presidenti americani, all’atto del giuramento, posizionano una mano sulla Bibbia, chiedendo a Dio di benedire l’America.

Oggigiorno, quando le persone religiose disapprovano i comportamenti, le idee e le politiche che si allontanano dal messaggio divino, o quando si schierano contro atti e comportamenti proibiti da Dio come l’aborto o l’omosessualità, i comunisti americani o la sinistra militante, vanno all’attacco: sfruttano l’argomento della separazione tra Stato e Chiesa per affermare che la religione non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica, con l’obiettivo di confinare la volontà di Dio e di porre dei limiti alle ammonizioni e alle restrizioni alla condotta umana stabilite a livello divino.

Per migliaia di anni, Dio si è rivelato a chiunque abbia avuto fede. I fedeli delle religioni rette costituivano in passato la maggioranza della società ed esercitavano un’influenza estremamente positiva sulla moralità della società stessa.

Al giorno d’oggi, le persone possono parlare della volontà di Dio solo fra le mura di una chiesa: usciti dalla porta, non hanno la forza di difendere la propria fede gli attacchi, che provengono da ogni parte, finalizzati ad abbattere quei parametri che il Creatore ha stabilito per la condotta umana. In sintesi, la religione ha quasi del tutto perso la propria funzione di garante, all’interno della società, del mantenimento dei livelli di moralità i quali, di conseguenza, sono rovinosamente crollati.

Negli ultimi anni il concetto del politicamente corretto è stato spinto agli estremi, al punto che le persone esitano persino ad augurare “Buon Natale” anche in Paesi fondati sul cristianesimo; si tratta di un fenomeno sempre più diffuso negli Stati Uniti (ma che sta facendo strada anche in Italia), basato sull’idea che il semplice augurio di buon Natale sarebbe politicamente scorretto poiché urterebbe i sentimenti di chi non è cristiano.

Allo stesso modo, quando le persone parlano apertamente della loro fede in Dio, oppure pregano Dio, alcuni sostengono che la preghiera sarebbe discriminatoria nei confronti delle persone con altre credenze, inclusi persino i non credenti.

A quanto pare, quindi, ormai non solo è messo in discussione il diritto di ognuno a professare e vivere apertamente e liberamente la propria fede: il solo fatto (universalmente accettato e tutelato fino a pochi decenni orsono) che ad ognuno sia consentita la piena e libera espressione della propria fede in Dio, oggi viene persino considerato un comportamento negativo in quanto “discriminatorio”.

Attualmente nelle scuole statunitensi le lezioni di religione, di qualsiasi religione retta o di insegnamenti tradizionali, non possono essere tenute: gli insegnanti non possono parlare di Creazione, dal momento che la scienza non ha ancora dimostrato l’esistenza di Dio. La scienza, tuttavia, deve ancora dimostrare, ad esempio, la “verità” dell’ateismo e della Teoria evoluzionistica, eppure tutto ciò viene insegnato nelle scuole, come fossero verità incontestabili.
I discorsi di coloro che attaccano, rifiutano ed insultano il divino, d’altra parte, vengono sostenuti, difesi e glorificati in nome della libertà di parola.

L’infiltrazione dello Spettro del Comunismo nella società, le restrizioni e la manipolazione della religione, della cultura, dell’educazione, delle arti e persino della legge, costituiscono questioni estremamente complesse e sistematiche, che verranno ampiamente e dettagliatamente analizzate nei prossimi capitoli di quest’opera.

3. La contorta “teologia” dello Spettro del Comunismo

Nel corso del XX secolo, sono comparse in ogni parte del mondo numerose “teologie” distorte, proprio mentre il pensiero comunista dilagava fra le religioni ortodosse, corrompendole dopo essersi infiltrato silenziosamente all’interno di esse. Lo Spettro del Comunismo ha spinto il clero a deviare a tal punto dal messaggio divino, che le sacre scritture sono state interpretate secondo i propri capricci, snaturando gli insegnamenti retti lasciati dagli esseri illuminati delle religioni ortodosse. In particolare negli anni ‘60, quando la “Teologia della Rivoluzione”, la “Teologia della Speranza”, la “Teologia dela Politica” ed altre teologie distorte e sature del pensiero marxista, spinsero nel caos l’intero mondo religioso.

Numerosi sacerdoti latino-americani, nell’ultimo secolo si sono formati frequentando i seminari in Europa e sono stati profondamente influenzati dalle nuove teorie teologiche, imbevute di ideologie di stampo marxista.

La “Teologia della Liberazione” è stata attiva in America Latina tra gli anni ’60 e ’80 del XX secolo. Il principale esponente è stato il prete peruviano Gustavo Gutiérrez, il quale introdusse la lotta di classe e il pensiero marxista direttamente all’interno della religione, interpretando la compassione di Dio per l’Umanità nel senso di una “liberazione” dei poveri sul piano economico. Secondo la Teologia della Liberazione, i credenti dovrebbero quindi prendere parte alla lotta di classe, per consentire ai poveri di raggiungere uno status sociale di “eguaglianza”. Questa distorta corrente di pensiero è arrivata persino a sfruttare le istruzioni che Dio trasmise a Mosé per condurre gli Ebrei fuori dall’Egitto, quale base teorica a supporto dell’idea che il fine del cristianesimo dovrebbe essere quello di “liberare” i poveri.

Questo genere di teologia, che enfatizza la lotta di classe e, di fatto, spinge all’instaurazione del Socialismo, era oggetto di grande apprezzamento da parte del dittatore cubano Fidel Castro.

La Teologia della Liberazione si è diffusa dal Sud America al mondo intero. Sebbene la Chiesa cattolica tradizionale abbia a lungo tentato di resistere alla proliferazione di queste cosiddette “teologie emergenti”, il papa nominato nel marzo del 2013 – il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio – ha invitato Gustavo Gutiérrez in veste di ospite principale della conferenza stampa tenutasi in Vaticano il 12 maggio 2015, dimostrando così come la Chiesa cattolica contemporanea di fatto supporti e sostenga la Teologia della Liberazione.

Nuove teologie sono apparse in diverse del mondo, come la “Teologia Nera”, la “Teologia delle Donne”, la “Teologia della Morte di Dio”, la “Teologia Liberale” e persino la “Teologia Queer” (rivolta a omosessualità, bisessualità e al transessualismo/transgenderismo). Questo proliferare di teologie distorte hanno profondamente sconvolto le credenze cattoliche, cristiane e di altre fedi ortodosse in tutto il mondo.

Durante gli anni ’70 negli Stati Uniti, James Warren Jones, a capo del famigerato Tempio del Popolo dei discepoli di Cristo (o più semplicemente Tempio del Popolo) si definiva la reincarnazione di Lenin ed era un sostenitore dell’ideologia marxista. Fondò la dottrina del Tempio del Popolo sulle teorie del Marxismo-Leninismo e di Mao. Jones sosteneva che il proselitismo negli Stati Uniti fosse attuato per conseguire i suoi ideali comunisti. Dopo aver ucciso il deputato americano Leo Ryan assieme ad altre quattro persone (che stavano indagando sulle accuse di abusi indirizzate alla setta), e sapendo di non avere scampo, costrinse i propri seguaci a commettere suicidio di massa tramite veleno. Il bilancio totale fu di oltre 900 morti, tra chi venne ucciso per essersi rifiutato e i suicidi. L’esempio di questa setta rappresenta tuttora un durissimo colpo per la “reputazione” della religione come organizzazione, e ha influenzato negativamente i fedeli delle religioni ortodosse.

Osservando questo genere di sette e di correnti teologiche moderne per quello che sono in realtà, l’obiettivo dello Spettro del Comunismo — la distruzione dell’Umanità — risulta in modo quanto mai evidente.

4. Le religioni sono nel caos

Nel 1958 viene pubblicato il libro The Naked Communist [Il comunista nudo]. Il libro elenca 45 obiettivi che il Comunismo avrebbe dovuto raggiungere negli Stati Uniti; a rileggerlo oggi si può vedere come molti di questi obiettivi siano stati centrati.

Il numero 27 è: «Infiltrare le chiese e rimpiazzare la religione rivelata con la religione “sociale”. Screditare la Bibbia. […]»[9]

Attualmente, le tre religioni ortodosse originali, ovvero il Cristianesimo, il Cattolicesimo e il Giudaismo (le “religioni rivelate”), hanno perso le proprie funzioni originali e subìto un processo di deformazione in chiave demoniaca: in ultima istanza, sono controllate dallo Spettro del Comunismo.

Vescovi e sacerdoti di diverse confessioni religiose stabiliscono in coro delle visioni teologiche deviate, rendendosi anche protagonisti – assieme ai loro seguaci – di una serie infinita di scandali e di casi di corruzione. Tanti “credenti” si recano in chiesa considerandolo un comportamento civile, o come se fosse una forma di socializzazione, senza impegnarsi veramente a migliorare sé stessi in sincera coerenza con il messaggio divino.

Una delle maggiori cause di tutto questo, è l’opera di corruzione dall’interno, subìta dalle religioni. Il risultato è che gli esseri umani hanno perso sempre più la fiducia nelle religioni e la fede nelle rispettive divinità (Budda, Tao o Dio), abbandonando infine le fedi stesse. Quando l’Umanità non crede più nel messaggio divino questo equivale ad abbandonare e rifiutare Dio, il quale di conseguenza protegge più le persone. L’inevitabile risultato finale coincide esattamente col fine ultimo dello Spettro: la distruzione dell’Umanità.

a. La tragedia della pedofilia

Il 29 giugno 2017, in Australia, la polizia dello Stato del Victoria tenne una breve conferenza stampa per annunciare che, «a causa delle accuse avanzate da più parti», il cardinale George Pell avrebbe dovuto rispondere dell’accusa di violenza sessuale. Pell era stato nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996 e cardinale nel 2003. Nel luglio del 2014, su incarico di papa Bergoglio, Pell era diventato responsabile di tutte le transazioni finanziarie del Vaticano; il suo potere era enorme, tanto da essere stato considerato il terzo uomo più potente della Chiesa cattolica.

Nel 2002, il quotidiano Boston Globe pubblicò una serie di inchieste sulle molestie sessuali ai danni di bambini negli Stati Uniti per mano di sacerdoti cattolici. Secondo quanto riportato dai giornalisti, negli ultimi decenni non solo quasi 250 preti di Boston avevano molestato dei bambini, ma la Chiesa, nel tentativo di coprire gli scandali, invece di informare la polizia aveva sistematicamente trasferito i responsabili in altre città. I preti avevano continuato a molestare altri bambini nelle aree andavano a stabilirsi, aumentando il numero delle vittime.

Si tratta di un fenomeno dilagante, non solo negli Stati Uniti. In seguito allo scandalo di Boston sono emerse altre storie simili, che vedevano coinvolti sacerdoti in Paesi a forte presenza cattolica, tra cui l’Irlanda e l’Australia. Altri gruppi religiosi hanno quindi iniziato a denunciare pubblicamente la corruzione presente nella Chiesa cattolica.

Sotto la pressione dell’opinione pubblica, Papa Giovanni Paolo II fu infine costretto a tenere una conferenza in Vaticano per i cardinali cattolici degli Stati Uniti, durante la quale il Vaticano riconobbe come crimine le molestie sessuali nei confronti dei bambini e assicurò che la struttura amministrativa della Chiesa sarebbe stata riformata. Inoltre, la Chiesa dichiarò che avrebbe espulso i sacerdoti colpevoli di molestie sui bambini e che i criminali sarebbero finiti in carcere. Ad oggi, gli abusi sono costati alla Chiesa oltre due miliardi di dollari in patteggiamenti.

b. Il business della “fede” in Cina

Raccogliere denaro dai fedeli in nome della religione è una pratica comune. È qualcosa che accade anche in Cina, dove esponenti di diverse religioni hanno sottratto denaro ai credenti in modo indebito e incontrollato, approfittando della loro fede nei Budda, nei Tao e nelle divinità, arrivando a trasformare le religioni in vere e proprie imprese commerciali. In Cina vengono richiesti soldi anche per poter bruciare incenso in segno di venerazione; le cerimonie religiose hanno un tariffario, con prezzi che possono arrivare fino ai 100 mila yuan (circa 13 mila euro).

Sempre più chiese e templi si affacciano sul territorio cinese, appaiono splendidi in superficie, mentre la vera fede in Dio diminuisce costantemente. I discepoli che coltivano genuinamente nelle vie spirituali sono sempre meno, molti templi sono degenerati e attraggono spiriti malvagi e fantasmi. I templi cinesi si sono trasformati in luoghi turistici per attività commerciali, i monaci percepiscono dei salari e gli abati buddisti e taoisti hanno incarichi degni degli amministratori delegati delle grandi aziende.

Durante la cosiddetta “sessione di studio” del verbale del XIX Congresso del Partito Comunista Cinese, il vicepresidente dell’Associazione Buddista Cinese dichiarò: «Il resoconto del Congresso è come le scritture contemporanee buddiste; io l’ho copiato a mano tre volte». Ha poi aggiunto: «Il Partito Comunista Cinese è sia il Buddha che il Bodhisattva di oggi. Il verbale del XIX Congresso è la scrittura buddista contemporanea in Cina, e brilla radiosamente del credo del partito comunista».

Nello stesso contesto, c’erano anche persone che invitavano i fedeli buddisti ad imitare l’esempio del vicepresidente e ad applicare il metodo di copiare a mano il verbale del XIX Congresso; l’invito era di copiarlo con un cuore devoto, in modo da potere così sperimentare “l’illuminazione”.

Quando questa notizia è arrivata all’Istituto Buddista di Nanhai, ha scatenato enormi polemiche ed è stata alla fine censurata dall’Istituto, ma si era comunque già diffusa su internet. Questo incidente dimostra che il Buddismo “ufficiale” in Cina è portato avanti da “monaci” politicizzati: fondamentalmente non è più una comunità di coltivazione spirituale ma piuttosto uno strumento del Partito Comunista Cinese.

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica invece, per oltre mille anni, i vescovi di tutto il mondo sono stati nominati o riconosciuti direttamente dal Vaticano. Per questa ragione, i circa trenta vescovi cinesi precedentemente riconosciuti dal Vaticano non erano riconosciuti dal PCC. Allo stesso modo il Vaticano, e i cattolici cinesi ad esso fedeli (in particolare i credenti clandestini) non hanno mai riconosciuto i vescovi nominati dal PCC.

Tuttavia, sotto le costanti coercizioni e lusinghe da parte del PCC, papa Bergoglio ha aperto con il Partito un dialogo che va decisamente nella direzione del riconoscimento, da parte del Vaticano, dei vescovi nominati dal regime comunista.  I vescovi precedentemente nominati dal Vaticano verrebbero quindi rimossi e sostituiti da quelli scelti, tramite il PCC, dallo Spettro del Comunismo.

Cosa possa accadere – da un punto di vista divino – in risposta al fatto che i sacerdoti della religione cristiana vengano scelti da un arcidemone che – rivoltatosi contro il Creatore – ha la volontà di annientare l’Umanità, è fin troppo facile da immaginare.


Note bibliografiche

[1] Pospielovsky, Dimitry V. 1987. History Of Marxist-Leninist Atheism And Soviet Antireligious: A History Of Soviet Atheism In Theory And Practice And The Believer. Springer. p. 80

[2] https://www.loc.gov/exhibits/archives/ae2bkhun.html

[3] From an interview of Patriarch Alexy II, given to “Izvestia” No 137, 10 June 1991, entitled “Patriarch Alexy II: – I Take upon Myself Responsibility for All that Happened”, English translation from Nathaniel Davis, A Long Walk to Church: A Contemporary History of Russian Orthodoxy, (Oxford: Westview Press, 1995), p 89. See also History of the Russian Orthodox Church Abroad, by St. John (Maximovich) of Shanghai and San Francisco, 31 December 2007

[4] From the Heart of the Panchen Lama, Central Tibetan Administration, India, 1998, http://tibet.net/wp-content/uploads/2015/04/FROM-THE-HEART-OF-THE-PANCHEN-LAMA-1998.pdf

[5] “Bloody Harvest, rapporto rivisto sulle affermazioni di espianti di organi a praticanti del Falun Gong in Cina”, di David Matas e David Kilgour, 31 gennaio 2007 (http://organharvestinvestigation.net/report0701/report20070131-it.pdf)
Ethan Gutmann, “The Slaughter”, https://ethan-gutmann.com
DAFOH, Doctors Against Forced Organ Harvesting (https://dafoh.org)

[6] Ibid.

[7] Christopher Andrew, “KGB Foreign Intelligence from Brezhnev to the Coup,” In Wesley K. Wark (ed.), Espionage: Past, Present, Future? (London: Routledge, 1994), 52.

[8] W. Cleon Skousen, The Naked Communist (Salt Lake City: Izzard Ink Publishing, 1958, 2014), Chapter 12.

 
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