Le autorità cinesi continuano a nascondere la reale portata dell’epidemia

Di Nicole Hao

Le autorità cinesi non stanno dichiarando tutti i casi di Covid-19: sono i residenti delle città di Shenyang e Jilin a lanciare l’accusa, mentre il governo implementa di nuovo rigide misure di isolamento e chiusura.

Il virus del Pcc (Partito Comunista Cinese), comunemente noto come nuovo coronavirus, è esploso nella città di Wuhan verso la fine del 2019, per poi diffondersi rapidamente in tutto il Paese.
Dopo un periodo di calma apparente nel mese di marzo, quando le autorità cinesi annunciavano poche o nessuna nuova infezione, le regioni della Cina settentrionale hanno confermato l’esistenza di una seconda ondata epidemica, scoppiata ad aprile.

Shenyang

Nei primi 19 giorni di maggio, la Commissione sanitaria nazionale cinese ha segnalato solo tre nuove infezioni nella città di Shenyang, sebbene la seconda ondata fosse già iniziata. Il cosiddetto ‘paziente zero’ sarebbe un 23enne di nome Hao, risultato positivo il 10 maggio dopo essere rientrato il 5 maggio dalla città di Jilin, un altra città settentrionale dove l’epidemia sembra essere piuttosto intensa. Gli altri due casi segnalati sono due colleghi di Hao, entrambi diagnosticati il 13 maggio.

Tutti e tre vivono e lavorano nel distretto Hunnan di Shenyang, che però, secondo il sito web del governo provinciale di Lioning, è stato designato come «zona a basso rischio»; il vicino distretto di Sujatun, invece, risulta una «zona a medio rischio», nonostante al suo interno non sia stata segnalata ufficialmente alcuna nuova infezione.

Qualcosa non torna.

Di fatto, diversi residenti di Shenyang hanno comunicato a Epoch Times di essere al corrente di casi di Covid-19 tra parenti e amici, anche nei distretti Dadong e Yuhong di Shenyang.

Il 16 maggio, il signor Bian ha raccontato all’edizione cinese di Epoch Times che un’infermiera dell’ospedale 463 di Shenyang [a Dadong, ndr] è stata contagiata dal suo ragazzo: «Non aveva alcun sintomo nei primi giorni. Così ha trasmesso il virus ad altro personale medico perché ha continuato a lavorare», non sapendo di essere infetta.

Secondo un documento ufficiale del governo di Shenyang trapelato sui social media, l’infermiera risponderebbe al cognome di Liu. Lei e un’amica hanno affittato una stanza nel quartiere di Dadong, ma l’infermiera dorme a casa del suo ragazzo quando non deve fare i turni di notte. Il suo ragazzo, che aveva chiacchierato con Hao (il ‘paziente zero’) sul posto di lavoro, è uno dei pazienti diagnosticati il 13 maggio.

Il signor Bian ha detto anche di aver sentito parlare di un paziente diagnosticato ma non segnalato dalle autorità, che vivrebbe nel quartiere di Sujiatun e sarebbe rientrato di recente dalla città di Jilin.

Un altro residente di Shenyang, il signor Ji, ha riferito che anche nel distretto di Yuhong ci sono state diverse diagnosi, «ma questo [il governo, ndr] non ce lo dice. Hanno inviato una squadra di più di 10 veicoli. Ovunque i veicoli si sono fermati, decine di persone vestite con tute protettive sono scese dai veicoli e hanno costretto i residenti locali a venire isolati nei centri di quarantena» .

Jilin

Anche i residenti della città di Jilin raccontano storie simili.

La signora Wen vive a Shulan (un comune nella giurisdizione della città di Jilin) a stretto contatto con una delle famiglie infettate dal virus. Il 18 maggio ha raccontato all’edizione cinese di Epoch Times alcuni dettagli sull’epidemia.

Le autorità hanno annunciato che il paziente zero sarebbe una donna delle pulizie che lavora presso l’ufficio di polizia di Shulan. La signora Wen ha specificato che la donna «Ha una famiglia numerosa, un fratello e tre sorelle. Una delle sue sorelle lavora presso l’Ospedale del Popolo Shulan».

Secondo la signora Wen, il paziente zero aveva contratto il virus già da un po’ di tempo: «Ha contagiato molti membri della sua famiglia. Sua madre è morta a causa del virus diversi giorni fa, mentre il membro più giovane della sua famiglia infettato è una bambina di cinque anni. Il governo non ha segnalato nessuno di loro». La signora ha poi aggiunto che le autorità hanno ordinato di isolare i membri della famiglia della paziente a Changchun, la capitale della provincia di Jilin, per prevenire un’ulteriore diffusione del contagio.

Inoltre, la Wen ha dichiarato che il governo provinciale ha inviato agenti di polizia da altre città per assistere l’ufficio di polizia di Shulan, poiché «tutto il personale dell’ufficio di polizia di Shulan e le loro famiglie si trovano in quarentena nella città di Jilin», come disposto dalle autorità.

Infine la signora Wen ha riferito che un ospedale di Shulan (l’Ospedale Generale dell’Ufficio degli Affari Minerari di Shulan) è stato trasformato provvisoriamente in ospedale dedicato al trattamento dei pazienti affetti dal virus del Pcc.

Si precisa che Epoch Times non ha potuto verificare in maniera indipendente la informazioni fornite dai residenti locali.

 

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Articolo in inglese: Locals in Northeastern China: There Are More CCP Virus Infections Than Officially Reported

 
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