Aggiornamenti sulle cause legali negli Usa, esito incerto delle elezioni

Aggiornato alle 19:30 del 25 dicembre 2020

Il 3 novembre, gli americani hanno votato per eleggere il loro futuro presidente. Attualmente tutti e 50 gli Stati hanno certificato i risultati delle elezioni del 2020, ma in diversi Stati sono ancora in corso cause legali. Epoch Times continuerà ad aggiornare quest’articolo non appena saranno disponibili nuove informazioni sullo stato delle elezioni presidenziali del 2020, ma non dichiarerà un vincitore delle elezioni fino a quando tutti i risultati non saranno certificati e le controversie legali non saranno risolte.

Punti chiave sullo stato della corsa presidenziale:

  • Sono in corso cause legali in Pennsylvania, Michigan, Arizona, Wisconsin, Georgia e New Mexico.
  • Tre cause elettorali in Pennsylvania, una in Michigan, una in Wisconsin e due in Georgia hanno richiesto alla Corte Suprema statunitense di riesaminare i propri casi.

Panoramica delle principali cause legali attive

Pennsylvania

Donald J. Trump for President contro Kathy Boockvar (Corte Suprema degli Stati Uniti: 20-845)

La campagna di Trump ha intentato la causa il 21 dicembre per contestare tre sentenze della Corte Suprema della Pennsylvania che «hanno modificato illegalmente» le leggi relative alle schede elettorali per corrispondenza «immediatamente prima e dopo le elezioni presidenziali del 2020», ha dichiarato il team legale. Il team sostiene che tali decisioni della Corte siano state emesse in violazione dell’articolo II della Costituzione e della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, Bush contro Gore, che ha risolto una disputa per il riconteggio dalla Florida nel 2000. La causa mira a «tutti i rimedi appropriati», che includono la destituzione dei grandi elettori di Joe Biden e la possibilità per il Parlamento della Pennsylvania di nominare autonomamente i grandi elettori.

Uno dei casi chiedeva che venisse garantito un accesso appropriato agli osservatori repubblicani presenti allo scrutinio delle schede elettorali. Il comitato di maggioranza della Corte suprema della Pennsylvania ha stabilito che il codice elettorale dello Stato non stabilisce una distanza minima per gli osservatori che assistono al conteggio dei voti come previsto dalla legge. Gli altri due casi riguardano una decisione della Corte Suprema della Pennsylvania emessa prima delle elezioni, il 23 ottobre (pdf), e una sentenza del 23 novembre che riunisce sei casi (pdf).

21 dicembre: La campagna Trump richiede una revisione della Corte Suprema (writ of certiorari) di tre casi. È stata anche presentata un’istanza per un esame accelerato. Il caso è stato protocollato il 23 dicembre.


Partito Repubblicano della Pennsylvania contro Boockvar e altri ( 20-542 ) – Corte Suprema degli Stati Uniti

I repubblicani della Pennsylvania chiedono alla Suprema Corte federale di riesaminare una sentenza della Corte Suprema statale della Pennsylvania. La sentenza in questione richiedeva ai funzionari elettorali di accettare le schede elettorali inviate per posta fino a tre giorni dopo il giorno delle elezioni (ovvero il 3 novembre). I repubblicani sostengono che l’estensione del termine per il voto non possa essere decisa da un tribunale, ma solo dai parlamentari. La Corte Suprema aveva precedentemente respinto due richieste dei repubblicani in questo caso: una per appellarsi alla decisione da parte della Corte Suprema dello Stato e l’altra per accelerare la decisione su una richiesta di riesame sul merito del caso. Tuttavia, alcuni membri della Corte hanno manifestato interesse a occuparsi del caso. E una richiesta di un atto di certiorari è attualmente allo studio.

4 novembre: Il team dello staff di Trump presenta una mozione per partecipare alla causa della Corte Suprema.

6 novembre: Il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Samuel Alito emette un’ordinanza sul caso della Corte Suprema, che richiede alla Pennsylvania di separare le schede che sono arrivate dopo il giorno delle elezioni, in attesa di decisioni successive.

9 novembre: Diversi Stati a guida repubblicana presentano testimonianze amicus curiae al tribunale, a sostegno della causa, chiedendo alla Corte Suprema di annullare la sentenza che ha prorogato il termine di consegna delle schede elettorali per corrispondenza nello Stato.


Kelly e altri contro il Commonwealth della Pennsylvania (Commonwealth: 620 MD 2020; State Supreme Court: 68 MAP 2020; US Supreme Court: 20A98 & 20-810)

Un parlamentare repubblicano e diversi candidati al Congresso del Partito Repubblicano hanno intentato una causa contro la Pennsylvania, mediante cui cercano di bloccare la certificazione dei risultati delle elezioni o di escludere dal conteggio i voti per corrispondenza. In alternativa, la causa chiede al tribunale di ordinare all’Assemblea generale della Pennsylvania di scegliere gli elettori dello Stato.

21 novembre: i querelanti portano il caso alla Corte d’Appello statale (pdf).

25 novembre: un giudice della Pennsylvania ordina ai funzionari statali di non certificare i risultati delle elezioni del 2020, fino a quando, il 27 novembre, il tribunale non terrà un’udienza. Il segretario di Stato della Pennsylvania, Kathy Boockvar, e altri funzionari, si appellano contro la decisione alla Corte Suprema.

25 novembre: l’udienza del 27 novembre viene ritardata a causa del ricorso alla Corte Suprema dello Stato.

27 novembre: i querelanti sollecitano la Corte Suprema dello Stato a mantenere in atto un’ingiunzione preliminare che blocchi la certificazione delle elezioni del 2020.

28 novembre: Con una decisione per curiam, la Corte Suprema della Pennsylvania stabilisce di annullare il blocco temporaneo alla certificazione dei risultati elettorali. La Corte archivia il caso, affermando che i repubblicani hanno presentato la propria opposizione troppo tardi.

1 dicembre: i querelanti comunicano che richiederanno una revisione da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il sito web della Corte mostra che il caso è stato messo in programma per il 3 dicembre. I querelanti presentano una richiesta di emergenza chiedendo alla Corte Suprema di impedire allo Stato di intraprendere ulteriori azioni per certificare i risultati dello Stato (pdf).

2 dicembre: i querelanti chiedono alla Corte Suprema della Pennsylvania di sospendere la sentenza che ha consentito ai funzionari di completare la certificazione dei risultati elettorali, mentre presentano ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti (pdf).

3 dicembre: la Corte Suprema della Pennsylvania respinge la richiesta di sospendere la sentenza, mentre i querelanti presentano appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti (pdf).

3 dicembre: il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Samuel Alito ordina agli imputati di rispondere alla richiesta di emergenza entro le 9 del mattino dell’8 dicembre.

8 dicembre: la Corte Suprema degli Stati Uniti respinge la domanda di provvedimento ingiuntivo (pdf). Un avvocato dei querelanti dichiara che nei giorni successivi avrebbe presentato un’istanza separata per un atto di certiorari con la richiesta di accelerare il caso.

11 dicembre: i querelanti presentano la richiesta di un atto di certiorari alla Corte Suprema federale, facendo pressione perché accetti il caso (pdf). Richiesta messa in programma il 15 dicembre.


In Re: Incoraggiamento dei voti per corrispondenza (89-93 EM 2020)

Lo staff di Trump ha presentato cinque richieste separate per una revisione della decisione del Consiglio elettorale della contea di Philadelphia di contare voti che sembra contengano errori o irregolarità (gli elettori non hanno scritto in modo leggibile il loro nome o il loro indirizzo nell’apposito spazio sulla busta esterna). Il caso contesta oltre 8.300 voti espressi nella contea.

13 novembre: La Court of Common Pleas della contea di Philadelphia respinge tutte e cinque le richieste, spingendo lo staff di Trump a ricorrere alla Corte d’Appello.

17 novembre: il consiglio elettorale della contea di Philadelphia chiede alla Corte Suprema di Pennsylvania di occuparsi del caso, sostenendo che sia importante perché minaccia di influire sulla capacità del consiglio di rispettare le scadenze per la segnalazione e la certificazione (pdf).

18 novembre: La Corte Suprema della Pennsylvania accetta di occuparsi del caso (pdf).


Wisconsin

Trump contro la Wisconsin Elections Commission (2: 20-cv-01785)

Il 2 dicembre, il presidente Donald Trump ha intentato una causa contro i funzionari elettorali in Wisconsin, ipotizzando atti «illegali e incostituzionali». Il presidente chiede alla Corte di riconoscere che si siano verificate una serie di «violazioni costituzionali da parte degli imputati» e di rinviare la questione al Parlamento del Wisconsin per un adeguato provvedimento, ai sensi della Costituzione.

2 dicembre: Azione legale intentata.

10 dicembre: La Corte tiene l’udienza.

12 dicembre: Il giudice federale rifiuta il caso.

12 dicembre: Trump effettua il ricorso in appello.

24 dicembre: La Corte d’appello federale del 7° Circuito conferma la decisione del giudice federale.


Feehan vs commissione elettorale Wisconsin (Tribunale distrettuale: 2: 20-cv-01771; Corte d’appello: 20-3396)

Il primo dicembre l’avvocato Sidney Powell ha intentato una causa per frode elettorale, volta a rimuovere la certificazione e quindi invalidare i voti illegali in Wisconsin. In questo caso, la Powell rappresenta un grande elettore presidenziale repubblicano. Dopo la presentazione, uno dei querelanti, Derrick Van Orden, è stato rimosso dalla denuncia.

1 dicembre: azione legale depositata (pdf ). La Powell presenta anche una mozione d’urgenza per provvedimento ingiuntivo (pdf).

6 dicembre: il giudice respinge la richiesta della Democratic Services Corporation / Democratic National Committee di partecipare alla causa.

9 dicembre: il giudice chiude il caso (pdf ). La Powell comunica che la sua squadra cercherà di ottenere una revisione di emergenza nel caso.

10 dicembre: la squadra della Powell presenta l’atto di appello.

12 dicembre: Il team di Powell presenta un’istanza alla Corte Suprema degli Stati Uniti.


Georgia

Pearson v. Kemp (Distretto: 1: 20-cv-04809; Appelli: 20-14480)

L’avvocato Sidney Powell rappresenta un gruppo di querelanti repubblicani che cercano di invalidare i risultati delle elezioni in Georgia, per accuse di «massiccia frode», in particolare il riempimento delle schede elettorali e la manipolazione degli elettori attraverso l’uso del sistema di voto Dominion. Citando le analisi condotte da esperti, la causa sostiene che durante le elezioni generali della Georgia 2020, almeno 96 mila 600 voti sono stati contati illegalmente. La Powell ha intentato la causa per conto dei querelanti, tra i quali i candidati del Partito Repubblicano per il collegio elettorale, il presidente del Partito Repubblicano della contea di Cobb Jason Shepherd e l’assistente segretario del Partito Repubblicano della Georgia, Brian Jay Van Gundy.

25 novembre: azione legale depositata (pdf).

27 novembre: I querelanti presentano una mozione di provvedimento ingiuntivo (pdf)

1 dicembre: il giudice rinvia l’udienza prevista per il 4 dicembre (pdf)

2 dicembre: la Corte d’Appello federale accoglie la richiesta del querelante di accelerare il ricorso, dopo che la Powell ha richiesto un appello di emergenza dall’Undicesimo Circuito. La Powell cerca di ottenere l’estensione a tutto lo Stato dell’ordine di un giudice distrettuale che ha temporaneamente impedito ai funzionari elettorali di cancellare o alterare i dati sulle macchine di Dominion Voting Systems in tre contee.

4 dicembre: l’Undicesimo Circuito respinge l’appello di Powell, dichiarando di non avere giurisdizione per esaminare il caso (pdf ). I giudici specificano che è possibile procedere presso il tribunale distrettuale.

7 dicembre: un giudice federale respinge il caso, stabilendo che i querelanti non hanno la legittimazione ad agire. La Powell presenta ricorso.

11 dicembre: la squadra della Powell presenta un’istanza d’emergenza alla Corte Suprema degli Stati Uniti.


Wood v. Raffensperger (Distretto: 1: 20-cv-04651 / Appelli: 20-14418)

Lin Wood, un avvocato dello staff di rielezione di Trump, ha citato in giudizio il segretario di Stato della Georgia e i funzionari elettorali, nel tentativo di interrompere la certificazione dei risultati elettorali, sostenendo che il fatto che le regole elettorali siano state modificate in modo incostituzionale dai funzionari statali, potrebbe invalidare le schede elettorali inviate per posta nelle elezioni del 2020.

13 novembre: Azione legale intentata.

16 novembre: Presentata modifica al reclamo (pdf ).

19 novembre: Il giudice federale nega la richiesta di bloccare la certificazione dei risultati delle elezioni statali. Il giudice stabilisce che a Wood manchi la legittimazione a intentare una causa che contesti le procedure elettorali della Gerogia, in quanto mero votante singolo.

24 novembre: Gli avvocati di Wood presentano un ricorso d’urgenza al tribunale dell’undicesimo circuito.

25 novembre: La Corte d’appello acconsente alla mozione di Wood per una revisione accelerata del caso.

5 dicembre: Undicesimo Circuito conferma la sentenza del 19 novembre di un giudice federale. Wood indica che il 6 dicembre presenterà un ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

11 dicembre: La Corte Suprema accetta di esaminare l’appello di Lin Wood, presentato l’8 dicembre.


Arizona

Bowyer v.Ducey (Tribunale: 2: 20-cv-02321-DJH; Corte d’appello; Corte suprema degli Stati Uniti)

Il 2 dicembre l’avvocato Sidney Powell ha intentato una causa federale per frode elettorale, cercando di far de-certificare e invalidare i voti impropri in Arizona, e di ordinare ai funzionari di preservare attrezzature e dati di voto per l’ispezione. La causa sostiene che nello Stato sono stati espressi illegalmente oltre 412 mila voti. La maggior parte dei querelanti sono elettori presidenziali repubblicani e membri del Partito Repubblicano nello Stato.

2 dicembre: azione legale depositata (pdf). La Powell presenta anche una mozione per un ordine restrittivo temporaneo (pdf).

5 dicembre: il giudice programma l’udienza al giorno martedì 8 dicembre, per ascoltare le argomentazioni sulla richiesta di respingere il caso in partenza, presentata dagli imputati. La Powell chiede alla Corte di estendere il tempo dell’udienza da un’ora a tre ore per consentire ai testimoni di presentare le prove.

6 dicembre: il giudice respinge la richiesta di un’udienza di tre ore per ascoltare i testimoni, e limita la discussione alla richiesta di respingere il caso.

9 dicembre: il giudice chiude il caso (pdf ). Un consulente coinvolto nel caso riferisce a Epoch Times l’intenzione di fare appello.

10 dicembre: la squadra di Powell presenta l’atto di appello.

11 dicembre: la squadra di Powell presenta un’istanza d’urgenza alla Corte Suprema degli Stati Uniti.


Ward v. Jackson, et al. ( CV2020-015285 )

Il 24 novembre la presidente del Partito Repubblicano dell’Arizona, Kelli Ward, in vista di una contestazione contro 11 elettori presidenziali democratici dell’Arizona, ha presentato un’istanza per un’ispezione anticipata delle buste e delle firme delle schede elettorali per posta. La denuncia della Ward sostiene che alcuni sobborghi nella contea di Maricopa riportassero un numero insolitamente alto di schede duplicate. Afferma inoltre che le garanzie in atto per la verifica delle schede elettorali per corrispondenza siano state insufficienti.

24 novembre: Istanza depositata.

2 dicembre: il querelante presenta una motion to compel o mozione per poter proseguire l’ispezione (pdf).

4 dicembre: Dopo due giorni di udienze, un giudice dell’Arizona nega la richiesta dell’attore (pdf ), stabilendo che le prove non hanno mostrato frode o cattiva condotta. Il giudice valuta, inoltre, che vi fosse un tasso di errore basso che non avrebbe avuto alcun impatto sul risultato delle elezioni. Ward replica che si appellerà alla Corte Suprema dello Stato.

7 dicembre: la Corte Suprema dell’Arizona accoglie una richiesta di rivedere rapidamente la sentenza.

8 dicembre: la Corte Suprema dell’Arizona nega la richiesta della di Ward e conferma la decisione del giudice del processo.

11 dicembre: la Ward annuncia che il Partito Repubblicano dell’Arizona presenterà ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti.


Michigan

King contro Whitmer ( 2: 20-cv-13134 )

Per conto di un gruppo di repubblicani, l’avvocato Sidney Powell ha intentato una causa in un tribunale federale del Michigan, sostenendo che nelle elezioni del 3 novembre si sia verificata «una massiccia frode elettorale» e la violazione al codice elettorale statale. Afferma che la frode è avvenuta attraverso un «stratagemma inquietante, insidioso ed eclatante» di compilazione delle schede elettorali, che ha dato a Joe Biden un vantaggio nello Stato. La frode sarebbe stata resa invisibile attraverso l’aiuto dell’utilizzo di software elettorale e delle macchine di Dominion Voting Systems. I querelanti nell’azione civile sono sei elettori registrati del Michigan e candidati del Partito Repubblicano al collegio elettorale.

25 novembre: azione legale depositata presso un tribunale federale (pdf). I ricorrenti presentano anche un’ordinanza restrittiva temporanea.

7 dicembre: il giudice federale respinge la causa, caratterizzando le accuse come «congetture e speculazioni» (pdf)

8 dicembre: gli avvocati presentano un ricorso in appello per chiedere al tribunale di circoscrizione, di riesaminare la decisione.

11 dicembre: la squadra di Powell presenta un’istanza alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

13 dicembre: la squadra della Powell invia una lettera alla Corte Suprema chiedendo il permesso di presentare ulteriori prove confidenziali (non pubbliche)


New Mexico

Donald J. Trump for Presidente Inc. contro Tolosa Oliver (1:20-cv-01289)

La causa della campagna elettorale di Trump sostiene che il Segretario di Stato del New Mexico Maggie Toulouse Oliver abbia violato le leggi elettorali dello Stato permettendo agli elettori di restituire le loro schede elettorali per corrispondenza lasciandole in urne collocate fuori dai seggi elettorali, invece di consegnare le loro schede a un funzionario elettorale. La causa intende ritardare la certificazione dei risultati elettorali del New Mexico o, in alternativa, che il tribunale ordini al Parlamento del New Mexico di nominare i Grandi elettori. La campagna elettorale chiede inoltre al tribunale di ordinare la segregazione delle schede elettorali arrivate in questo modo, di indagare in ogni località per determinare se le procedure previste dalla legge siano state rispettate e di stabilire se questo genere di schede debbano essere escluse o meno dal conteggio dei voti.

14 dicembre: Causa intentata (pdf).

 

Articolo in inglese: Election Outcome Unclear Amid Legal Challenges

 
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